Cenni storici
L'impronta che nel 1700 l'avo Roberto Zaborra ha dato ai giardini è ancora leggibile. Fu lui a introdurre lati sorprendenti e bizzarri che, puntando sull'elemento naturale, cercavano un'armonia di rapporti con il paesaggio. Il giardino di rappresentanza, con 200 varietà di rose, circa mille esemplari, nasce da un'appassionata ricerca trentennale in tutta Europa. L'inserimento è avvenuto con criteri precisi e coerentemente con la destinazione attuale del Castello. Un chiaro esempio è la rosa 'Aviateur Blériot', dedicata al trasvolatore della Manica del 1909. Attorno alla vasca centrale con ninfee si notano cespugli di yucca, gruppi di peonie 'Hana Kisoi' e una profusione di rose inglesi.
Il Giardino Segreto interno al castello è ricco di cipressi, tassi, tigli secolari, una lagestroemia ultracentenaria, un vecchio diospiro dall'intensa produzione di frutti, viburni, ibischi, oleandri, Lippia citriodora, clematidi, gelsomini, lavanda, passiflora e ancora rose. Dal giardino di rappresentanza ci si incammina lungo un viale di carpini potati a tunnel. Dalla sua sommità si gode il panorama dell'antica peschiera e del campo da cui, il 9 agosto 1918, D'Annunzio e la squadriglia della Serenissima partirono per il famoso Volo su Vienna.
Tre i labirinti verdi esistenti: il “Labirinto del Minotauro” che cita il mito di Icaro e quindi la storia del volo, tema del museo; il labirinto del “Forse che sì forse che no”, che ricorda nel nome il famoso romanzo dannunziano; nel marzo 2013 è stato inaugurato il terzo Labirinto, dedicato all'Africa. Oggi la Villa è Museo del Volo e nei suoi giardini ha trovato posto il “Viale degli Eroi” dove vengono messe a dimora “piante aeronautiche” come l'alloro che, dedicato a D'Annunzio, ne ricorda la grande opera poetica, il frassino dedicato al conte da Schio che lo usava nella costruzione dei suoi dirigibili, e molti altri.