In occasione della Pasqua, domenica 20 aprile, il Castelo di San Pelagio (Due Carrare, PD) organizza una speciale visita guidata con degustazione di Sangue Morlacco di Luxardo e cioccolato.
Sarà l'occasione per scoprire e riscoprire le stanze dannunziane e la storia che portò il Ratafià ad assumere il nome di Sangue Morlacco.
Nell'estate del 1917, il Castello di San Pelagio diventa un punto strategico nel contesto della Grande Guerra. La famiglia Zaborra sottoscrisse un contratto d'affitto con l'esercito italiano per la realizzazione di un campo di volo e l'occupazione di una parte della villa. Gli appartamenti al primo piano, in particolare, diventano dimora del maggiore Gabriele d'Annunzio. Le Stanze, riallestite secondo fonti d'archivio, sono oggi aperte ai visitatori. Vi sono conservati ricordi di vita e di volo del poeta-soldato, oltre agli arredi della famiglia Zaborra.
Ratafià fu per eccellenza il liquore ottenuto dal succo di frutta rossa, spirito e zucchero. Quando nel 1821 il genovese Girolamo Luxardo inventò il Maraschino, tra le sue specialità che in breve tempo conquistarono tutto il mondo di allora, brillò anche il Ratafià di marasche, un cherry-brandy che sui mercati del Levante assunse il nome di “Visnà”, il nome turco della ciliegia acida.
Nel 1919, quando Gabriele d'Annunzio si trasformò nel “Comandante di Fiume”, Pietro, della quarta generazione dei Luxardo, fu con i Legionari fiumani e alla mensa del Comandante non mancò mai il “Ratafià” di marasca. L'antico ratafià divenne così il liquore cupo che alla mensa di Fiume Gabriele d'Annunzio chiamava Sangue Morlacco.
Sarà l'occasione per scoprire e riscoprire le stanze dannunziane e la storia che portò il Ratafià ad assumere il nome di Sangue Morlacco.
Nell'estate del 1917, il Castello di San Pelagio diventa un punto strategico nel contesto della Grande Guerra. La famiglia Zaborra sottoscrisse un contratto d'affitto con l'esercito italiano per la realizzazione di un campo di volo e l'occupazione di una parte della villa. Gli appartamenti al primo piano, in particolare, diventano dimora del maggiore Gabriele d'Annunzio. Le Stanze, riallestite secondo fonti d'archivio, sono oggi aperte ai visitatori. Vi sono conservati ricordi di vita e di volo del poeta-soldato, oltre agli arredi della famiglia Zaborra.
Ratafià fu per eccellenza il liquore ottenuto dal succo di frutta rossa, spirito e zucchero. Quando nel 1821 il genovese Girolamo Luxardo inventò il Maraschino, tra le sue specialità che in breve tempo conquistarono tutto il mondo di allora, brillò anche il Ratafià di marasche, un cherry-brandy che sui mercati del Levante assunse il nome di “Visnà”, il nome turco della ciliegia acida.
Nel 1919, quando Gabriele d'Annunzio si trasformò nel “Comandante di Fiume”, Pietro, della quarta generazione dei Luxardo, fu con i Legionari fiumani e alla mensa del Comandante non mancò mai il “Ratafià” di marasca. L'antico ratafià divenne così il liquore cupo che alla mensa di Fiume Gabriele d'Annunzio chiamava Sangue Morlacco.