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15 Febbraio 2019

Nel cuore di Biella: Palazzo Gromo Losa

Monica Lamberti intervista Franco Ferraris, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

ML: Quando nel 2004 la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella è venuta in possesso di Palazzo Gromo Losa, in che condizioni era l'edificio?
FF: Nel 2004 la Fondazione ha acquisito Palazzo Gromo Losa, storico ed elegante edificio sito nel cuore di Biella Piazzo – il cui corpo centrale risale al 1400 – dimora prima dei Conti Gromo Losa di Prarolo e poi sede dell'Istituto Beata Maria Vergine d'Oropa (BVO) di proprietà delle Suore Rosminiane, con il preciso impegno di mantenerne la vocazione sociale e culturale a servizio dei Biellesi. L'edificio è stato utilizzato infatti come scuola fino al 1997.
Il palazzo necessitava di restauri conservativi e di adeguamenti impiantistici e strutturali importanti, indispensabili per la sua rifunzionalizzazione; i lavori sono stati suddivisi in diversi lotti e hanno riguardato l'intero immobile portando tra l'altro al recupero integrale del piano cantinato, trasformato in sede espositiva. Nel corso del recupero di Palazzo Gromo Losa sono inoltre stati creati i nuovi giardini “all'italiana”.

ML: Al momento dell'inizio dei lavori era già stata pianificata la nuova destinazione d'uso dell'edificio?
FF: Nel corso del restauro il Palazzo non solo è stato riportato all'antico splendore, ma ha acquisito una funzionalità nuova e moderna, sempre rispettosa dell'antichità dell'immobile e del vincolo che lo tutela, ma in grado di offrire spazi e strumenti alle tante associazioni ed enti che animano la vita culturale e offrono servizi di carattere sociale alla Città. La Fondazione nell'atto di acquisto si è impegnata nei confronti della Congregazione delle Suore Rosminiane a garantire «la conservazione del bene mediante l'attuazione di adeguate opere di manutenzione, restauro e recupero» e a non destinare l'immobile a usi incompatibili, mantenendone la precedente finalità culturale e sociale e assicurando «particolarmente in occasioni finalizzate alla conoscenza del territorio, la pubblica fruizione del bene».
I lavori sono iniziati subito dopo l'acquisto nel 2005 e sono proseguiti fino al 2012, quando – in coincidenza con il ventennale della Fondazione – una parte degli spazi ed il moderno auditorium sono stati presentati al pubblico insieme al nuovo giardino “all'italiana”. Successivamente si sono inaugurati i nuovi spazi espositivi, nel 2015, con la mostra Léonard Gianadda. L'uomo e l'opera & Il Mediterraneo degli anni '50.

ML: Molte fondazioni bancarie hanno la loro sede principale in Palazzi d'epoca non sempre visitabili. Non è così per Palazzo Gromo Losa. Come mai questa scelta?
FF: Al momento dell'acquisizione di Palazzo Gromo Losa la Fondazione aveva già sede presso Villa Poma, uno storico edificio nel centro di Biella, Palazzo Gromo Losa dunque è stato acquisito con il preciso scopo di farne un polo culturale e sociale al servizio della città.
La gestione di Palazzo Gromo Losa è dunque stata affidata alla “Palazzo Gromo Losa Srl”, una società strumentale della Fondazione appositamente creata per operare in campo culturale e nell'organizzazione di eventi, mostre e diverse iniziative che si svolgono all'interno del palazzo.

ML: Quando e perché è stato scelto di ospitare all'interno del Palazzo l'Accademia Perosi?
FF: L'Accademia di Alta Formazione Artistica e Musicale Lorenzo Perosi, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre che dalla Regione Piemonte, è annoverata tra le accademie italiane più importanti sotto il profilo artistico e didattico, ogni anno realizza una ricca e stimolante stagione concertistica presso il Palazzo con appuntamenti che riguardano anche il giardino come i suggestivi “concerti sotto il ciliegio” e i suoi docenti e allievi provengono da tutto il mondo.
L'Accademia Perosi ha sede in Palazzo Gromo Losa sin dalla primavera del 2007 e ha convissuto con i lavori di ristrutturazione che hanno messo a disposizione della sua attività spazi dotati di un'acustica ottimale, come l'antica cappella e il moderno Auditorium, si tratta dunque di una collaborazione strategica e di lunga data.

ML: Quanto è stato investito nel restauro del Palazzo e nel giardino fino ad oggi?
FF: L'investimento complessivo a oggi è stato di quasi 10,5 milioni di €, di cui 2,3 milioni di € per l'acquisto della proprietà e 8,2 milioni per i lavori di restauro che hanno riguardato ogni aspetto dell'immobile, tetto, facciate, serramenti, interventi di consolidamento strutturali, impianti elettrici, di riscaldamento/condizionamento idrici/sanitari, fognari, abbattimento barriere architettoniche e molti altri.

ML: Il giardino è nato nel 2007 grazie alla collaborazione con un privato mecenate biellese, Emanuele Rosa, su progetto dell'architetto paesaggista Ermanno Pozzi, che ha riorganizzato una parte degli spazi esterni del Palazzo. Che cosa ha spinto, secondo lei, un privato ad investire in un luogo ad uso pubblico?
FF: L'amore tra industriali biellesi e giardini è di lunga data e nasce dalla consuetudine di creare importanti giardini all'interno delle ville padronali che si sviluppavano parallelamente al crescere della ricchezza prodotta dalle fabbriche, dando tra l'altro così impulso al florovivaismo biellese. Inoltre è innegabile il fascino che l'accostamento e la scelta di colori esercitano in un popolo abituato da generazioni all'attenzione per le sfumature cromatiche all'interno dei campionari. Storia, natura e bellezza si intrecciano nel mecenatismo biellese volto alla creazione di parchi e giardini come testimoniano anche il Parco della Burcina e Oasi Zegna.
Emanuele Rosa si inserisce in modo naturale in questa tradizione portando in dono alla città il proprio specifico amore per le rose, e naturalmente la Fondazione ha accolto subito con entusiasmo la sua proposta di trasformare l'area, a proprie spese, in un parco giardino ispirato ai criteri del giardino “all'italiana”. Un esempio di nuovo mecenatismo da cui prendere esempio.

ML: Con quale scopo la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella è entrata a far parte del Polo culturale di Biella Piazzo? Quali altri beni e soggetti ne fanno parte?
FF: La Fondazione lavora da sempre per lo sviluppo a Biella di progetti di sistema per la valorizzazione dei beni culturali e artistici, in particolare a Biella Piazzo questo si è tradotto nella creazione del Polo Culturale di Biella Piazzo di cui fanno parte tre importanti Palazzi: Gromo Losa, Ferrero e La Marmora. Si tratta di realtà diverse e con varie forme di gestione sia pubbliche sia private che mettendosi in rete stanno cercando di proporre un'offerta culturale comune e coordinata anche con quella degli altri soggetti culturali biellesi.

ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare?
FF: Sicuramente, in un'ottica di Polo, consiglio di visitare il giardino storico di Palazzo La Marmora che, insieme a quello di Palazzo Gromo Losa, fa parte del circuito. Si tratta di un giardino antico dal gusto romantico “all'inglese” di metà Ottocento in cui si innestano la torre di Sebastiano Ferrero e la terrazza-ninfeo, che si apre su Biella, di epoca rinascimentale. Per accedervi si percorre la serra settecentesca che ospita il giardino d'inverno, decorato da un Ficus repens centenario – piantato a fine Ottocento – modellato a festoni e campane.

ML: Per finire, vuole condividere con gli amici dei Grandi Giardini Italiani una memoria storica legata alla proprietà?
FF: Durante i lavori di restauro del piano seminterrato del palazzo è stato rinvenuto un pozzo asciutto che è stato ripristinato aumentandone la profondità di circa 15 metri, portandola così a più di 37. Il pozzo, unitamente all'impianto di raccolta dell'acqua pluviale, viene oggi utilizzato per l'irrigazione del giardino.

INFORMAZIONI
Palazzo Gromo Losa - Corso del Piazzo, 22-24 - 13900 Biella - Tel. 015 0991868
Per ulteriori informazioni visita la scheda giardino dedicato sul sito www.grandigiardini.it

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