La storia che raccontiamo oggi nasce dal sogno di un uomo, il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga (1895-1974), agricoltore e appassionato viticoltore, che lasciò al figlio Carlo il compito di dare un nuovo volto alla proprietà di famiglia. Molto cambiò nelle vigne dell'azienda trentina: alla pergola furono affiancati il guyot e il cordone speronato e accanto al Carmenère e al Merlot, varietà presenti ormai da decenni se non secoli, furono introdotti nuovi vitigni, primo tra tutti il Cabernet Sauvignon.
Il 1982 fu l'anno della vendemmia zero, quella che produsse il San Leonardo come lo conosciamo oggi. In azienda arrivarono le prime barriques e in cantina si lavorò non più sulla base di uvaggi definiti in vigna ma sull'assemblaggio dei vini deciso dopo mesi di maturazione in legno.
A partire proprio da quell'anno il San Leonardo si impose con decisione tra i nomi di riferimento dell'enologia italiana. Tutto ciò è stato il risultato della determinata convinzione di Carlo Guerrieri Gonzaga che la sua terra avesse caratteristiche così particolari da poter percorrere la strada dell'eccellenza viticola.
È stato un rinnovamento radicale quello che ha interessato San Leonardo. In realtà, ad un primo sguardo, niente sembra essere cambiato rispetto al passato e la proprietà si presenta ancor oggi come un hortus conclusus regolato dai valori del proprio mondo. Ma dietro quel
cancello che protegge la tenuta non ci sono più solo campi di mais o di grano o piante di gelso per la coltura del baco da seta. Oggi c'è anche un giardino di vigne impiantate con criteri di grande rigore, i cui filari parlano di cultura del vino.
Il 1982 fu l'anno della vendemmia zero, quella che produsse il San Leonardo come lo conosciamo oggi. In azienda arrivarono le prime barriques e in cantina si lavorò non più sulla base di uvaggi definiti in vigna ma sull'assemblaggio dei vini deciso dopo mesi di maturazione in legno.
A partire proprio da quell'anno il San Leonardo si impose con decisione tra i nomi di riferimento dell'enologia italiana. Tutto ciò è stato il risultato della determinata convinzione di Carlo Guerrieri Gonzaga che la sua terra avesse caratteristiche così particolari da poter percorrere la strada dell'eccellenza viticola.
È stato un rinnovamento radicale quello che ha interessato San Leonardo. In realtà, ad un primo sguardo, niente sembra essere cambiato rispetto al passato e la proprietà si presenta ancor oggi come un hortus conclusus regolato dai valori del proprio mondo. Ma dietro quel
cancello che protegge la tenuta non ci sono più solo campi di mais o di grano o piante di gelso per la coltura del baco da seta. Oggi c'è anche un giardino di vigne impiantate con criteri di grande rigore, i cui filari parlano di cultura del vino.