17 Febbraio 2022
Benvenuti nel Paradiso degli Inglesi
Il primo weekend di primavera dei Grandi Giardini Italiani - che nel 2022 festeggiano i 25 anni dalla fondazione - ci porterà nel “Paradiso degli inglesi nella Riviera Ligure” tra incredibili “storie, paesaggi e persone”: un convegno aperto a tutti gli appassionati di architettura, di verde e di cultura che si terrà nello straordinario contesto di Villa Marigola a Lerici (SP), il 25 e 26 marzo. La due giorni, patrocinata da importanti istituzioni culturali nazionali e internazionali, vedrà la partecipazione di quattordici relatori tra i più esperti sul tema. Il suo direttore scientifico, l'architetto Maria Chiara Pozzana, ne svela qualche anticipazione nell'intervista che segue.
Di Gaetano Zoccali
Come nasce l'idea del convegno “Il Paradiso degli Inglesi nella Riviera Ligure. Storie, paesaggi e persone”?
«Quando nel 2019 Judith Wade, CEO di Grandi Giardini Italiani e presidente dell'Associazione Amici di Villa Marigola Golfo dei Poeti, mi ha chiesto di far parte dell'associazione, non ho potuto rinunciare a imbarcarmi in questa avventura: mi sono sentita per un momento anche io come un inglese che si affaccia sul mare della Riviera Ligure e viene rapito dalla bellezza del luogo, dal quale non riesce poi a staccarsi. Wade ebbe fin da subito l'idea di fare un convegno sul tema, così abbiamo incontrato Marco Barotti, il curatore di Villa Marigola, per parlarne la prima volta. Il progetto che ci ha condotto a oggi è iniziato così; il nostro cammino comincia proprio da villa Marigola e dal suo incredibile parterre, che in questi mesi ho anche provato a studiare, per immaginare il suo futuro. Da qui partiamo con il convegno, e poi “viaggiamo” per tutta la Riviera».
Lei ha lavorato per diverse soprintendenze, si è occupata del restauro di siti storici come il giardino Bardini a Firenze e il parco di Venaria a Torino. Il suo progetto per la Greenway fiorentina - che valorizza la campagna urbana interpretando il paesaggio ottocentesco di Giuseppe Poggi alla luce dei nuovi bisogni, ribalta l'atavica contrapposizione tra città e campagna. Far vivere il verde attraverso una fruizione partecipata dei cittadini per costruire un ponte tra passato e futuro è anche l'obiettivo primario della neonata Associazione Amici di Villa Marigola Golfo dei Poeti e di Grandi Giardini Italiani, organizzatori del convegno. Qual è il valore che i giardini storici - come quelli di cui si parlerà a Lerici - possono apportare al futuro del verde?
«Parlare di giardini storici significa parlare di storia e di natura, di arte, di cultura e anche di ecologia. Affrontare il tema vuol dire raccontare come le ville e i giardini della riviera si sono inseriti in un contesto paesaggistico che offriva infinite possibilità creative, approfittando delle condizioni naturali e climatiche del luogo. Il giardino è un'opera site-specific, forse l'opera umana più collegata e intrinsecamente connessa al luogo, perché il giardino è vivo ed è in mutamento. “È una sfida continua e al tempo stesso una gara con la natura, una fusione mirabile con il genius loci”, come ci racconta tra i relatori Annalisa Maniglio Calcagno, professore emerito dell'Università di Genova. Durante il convegno svilupperemo in ogni sfumatura l'idea del giardino della Riviera, un giardino “anglo-italiano” secondo Rose Standish Nichols, o anche “anglo-ligure mediterraneo”, come lo definisce dalla nostra Emanuela Orsi Borio raccontando villa Rèzzola».
Il convegno nasce come occasione di approfondimento unica e inedita. In cosa emerge l'unicità dei giardini creati dagli Inglesi in Liguria tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento?
«Parliamo di giardini di acclimatazione per piante di svariate provenienze che qui “fanno amicizia” e magicamente si trovano bene insieme come fossero a casa loro, pur essendone lontane migliaia di chilometri, grazie al clima e all'esposizione della Liguria. Una situazione di biodiversità del genere non poteva che attecchire in questa costa orograficamente particolarissima e difficile. Tali avventure di uomini e piante le ritroveremo nelle parole di Barbara Baldan dell'Università di Padova a proposito del collezionismo botanico inglese e in quelle di Mario Mariotti, direttore dei Giardini Botanici Hanbury, che sono fulcro di studi botanici internazionali fin dalla loro creazione».
Perché la Riviera attirò gli intellettuali e la borghesia inglese in epoca vittoriana?
«In nessun altro luogo più che nella Riviera Ligure gli inglesi hanno potuto dare libero sfogo alle loro passioni: la ricerca del panorama esotico, l'amore per le piante, la creazione artistica del giardino, il saggio o sventato investimento di capitali. La competizione tra arte e natura, che in patria era facile vincere, sulle ripide, ventose e salmastre scogliere liguri divenne una gara di bravura. Non escludo che anche i proprietari inglesi si guardassero attentamente tra di loro, si copiassero e magari si invidiassero. Chi era stato il più bravo o il più ardito? Chi possedeva la migliore collezione di piante o il miglior giardiniere? Chi aveva ingaggiato il miglior architetto, il miglior pittore, fotografo o poeta? Lady Willmott a Villa Boccanegra o i coniugi Cochrane a Villa Rèzzola? Thomas Hanbury o l'ammiraglio Sir Reginal Pearce?
Questi “Paesaggi e persone” protagonisti del titolo del convegno rivivranno dunque nelle parole dei relatori?
«Le storie raccontate saranno molte di più, queste sono soltanto qualche esempio. Nella lunga lista di personalità e letterati che hanno frequentato la Riviera, di cui parlerà l'avvocato e saggista Alessandro Bartoli, figurano Arnold Boecklin, Percy Shelley, Lord Byron, Mario Soldati, Charles Dickens, Sem Benelli… Talvolta, come nel caso di Clarence Bicknell - raccontato dalla storica del Ponente ligure Gisella Merello - fu proprio l'incredibile biodiversità ligure a incoraggiare il talento artistico, tanto che l'esperantista e naturalista Bicknell ci ha lasciato acquerelli botanici di ineguagliata bellezza… Da solitari come lui oppure da compagnoni, amici o competitivi, in gruppo oppure da eremiti, gli inglesi si trovarono comunque bene in Liguria. A volte migrarono dalla Toscana e dall'amata Firenze verso il mare, come fece Iris Origo il cui eden a picco sul mare, Gli Scafari, sarà svelato dalla figlia Benedetta Origo. Le discussioni di questi creativi spericolati e le loro risate risuonano oggi nelle rime dei poeti e nelle righe di grandi scrittori, come quelle di Italo Calvino e della mamma Eva. Così, anche giardini invisibili come Gli Scafari, che non ci sono più ed esistono solo come uno struggente ricordo, potranno rivivere nella nostra immaginazione attraverso testimonianze e racconti».
Dal Paradiso degli Inglesi al giardino mediterraneo del Novecento: nel programma figura anche uno studio inedito sulla lettura dell'immaginario paesaggistico della Riviera ligure “inglese” da parte di Pietro Porcinai…
«In questo percorso storico Pietro Porcinai si trova perfettamente a suo agio, in particolare nella straordinaria piscina della villa Recchi a Portofino, illustrata da Tessa Matteini dell'Università di Firenze. Il paesaggista fiesolano si gettò a capofitto nella sfida e fece quello che non era ancora stato tentato: non è un belvedere, un parterre di fiori, un terrazzamento o un boschetto a interpretare il genius-loci, ma è l'acqua con una sua forma che si fonde in un tutt'uno tra cielo e mare a dare identità al luogo, nella prima grande iperbole minimalista del paesaggio ligure».
Sappiamo che la relazione di Matteini è molto attesa dai suoi colleghi architetti (che riceveranno crediti formativi dalla partecipazione), ma ci dicono che la due giorni ha già raccolto anche parecchie adesioni da parte di studenti e di semplici appassionati di giardini e di piante.
«Tutti noi – e in questo momento mi metto dalla parte del “partecipante”, perché anche io non vedo l'ora di assistere al racconto dei relatori – ci possiamo immedesimare nelle storie dei personaggi raccontati, oppure guardiamo amorevolmente al fiorire dell'Eriocephalus africanus a villa Boccanegra, per l'empatia con cui lo racconta Ursula Salghetti Piacenza, e ci meravigliamo davanti alle 34 varietà di glicine di Silvia Arnaud Ricci a Villa della Pergola. Noi tutti siamo in qualche misura appassionati, giardinieri o collezionisti e saremo anche noi immersi nella bellezza della Riviera per qualche giorno. Così il giardino “edenico” così amato dagli Inglesi continuerà nel suo cammino dalla storia al futuro».
Il convegno è aperto a tutti. Il contributo di partecipazione previsto, di euro 25, include le due colazioni in Villa. Ti aspettiamo il 25 e 26 marzo a Villa Marigola.
Ai seguenti link scopri il programma e acquista il biglietto.
Di Gaetano Zoccali
Come nasce l'idea del convegno “Il Paradiso degli Inglesi nella Riviera Ligure. Storie, paesaggi e persone”?
«Quando nel 2019 Judith Wade, CEO di Grandi Giardini Italiani e presidente dell'Associazione Amici di Villa Marigola Golfo dei Poeti, mi ha chiesto di far parte dell'associazione, non ho potuto rinunciare a imbarcarmi in questa avventura: mi sono sentita per un momento anche io come un inglese che si affaccia sul mare della Riviera Ligure e viene rapito dalla bellezza del luogo, dal quale non riesce poi a staccarsi. Wade ebbe fin da subito l'idea di fare un convegno sul tema, così abbiamo incontrato Marco Barotti, il curatore di Villa Marigola, per parlarne la prima volta. Il progetto che ci ha condotto a oggi è iniziato così; il nostro cammino comincia proprio da villa Marigola e dal suo incredibile parterre, che in questi mesi ho anche provato a studiare, per immaginare il suo futuro. Da qui partiamo con il convegno, e poi “viaggiamo” per tutta la Riviera».
Lei ha lavorato per diverse soprintendenze, si è occupata del restauro di siti storici come il giardino Bardini a Firenze e il parco di Venaria a Torino. Il suo progetto per la Greenway fiorentina - che valorizza la campagna urbana interpretando il paesaggio ottocentesco di Giuseppe Poggi alla luce dei nuovi bisogni, ribalta l'atavica contrapposizione tra città e campagna. Far vivere il verde attraverso una fruizione partecipata dei cittadini per costruire un ponte tra passato e futuro è anche l'obiettivo primario della neonata Associazione Amici di Villa Marigola Golfo dei Poeti e di Grandi Giardini Italiani, organizzatori del convegno. Qual è il valore che i giardini storici - come quelli di cui si parlerà a Lerici - possono apportare al futuro del verde?
«Parlare di giardini storici significa parlare di storia e di natura, di arte, di cultura e anche di ecologia. Affrontare il tema vuol dire raccontare come le ville e i giardini della riviera si sono inseriti in un contesto paesaggistico che offriva infinite possibilità creative, approfittando delle condizioni naturali e climatiche del luogo. Il giardino è un'opera site-specific, forse l'opera umana più collegata e intrinsecamente connessa al luogo, perché il giardino è vivo ed è in mutamento. “È una sfida continua e al tempo stesso una gara con la natura, una fusione mirabile con il genius loci”, come ci racconta tra i relatori Annalisa Maniglio Calcagno, professore emerito dell'Università di Genova. Durante il convegno svilupperemo in ogni sfumatura l'idea del giardino della Riviera, un giardino “anglo-italiano” secondo Rose Standish Nichols, o anche “anglo-ligure mediterraneo”, come lo definisce dalla nostra Emanuela Orsi Borio raccontando villa Rèzzola».
Il convegno nasce come occasione di approfondimento unica e inedita. In cosa emerge l'unicità dei giardini creati dagli Inglesi in Liguria tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento?
«Parliamo di giardini di acclimatazione per piante di svariate provenienze che qui “fanno amicizia” e magicamente si trovano bene insieme come fossero a casa loro, pur essendone lontane migliaia di chilometri, grazie al clima e all'esposizione della Liguria. Una situazione di biodiversità del genere non poteva che attecchire in questa costa orograficamente particolarissima e difficile. Tali avventure di uomini e piante le ritroveremo nelle parole di Barbara Baldan dell'Università di Padova a proposito del collezionismo botanico inglese e in quelle di Mario Mariotti, direttore dei Giardini Botanici Hanbury, che sono fulcro di studi botanici internazionali fin dalla loro creazione».
Perché la Riviera attirò gli intellettuali e la borghesia inglese in epoca vittoriana?
«In nessun altro luogo più che nella Riviera Ligure gli inglesi hanno potuto dare libero sfogo alle loro passioni: la ricerca del panorama esotico, l'amore per le piante, la creazione artistica del giardino, il saggio o sventato investimento di capitali. La competizione tra arte e natura, che in patria era facile vincere, sulle ripide, ventose e salmastre scogliere liguri divenne una gara di bravura. Non escludo che anche i proprietari inglesi si guardassero attentamente tra di loro, si copiassero e magari si invidiassero. Chi era stato il più bravo o il più ardito? Chi possedeva la migliore collezione di piante o il miglior giardiniere? Chi aveva ingaggiato il miglior architetto, il miglior pittore, fotografo o poeta? Lady Willmott a Villa Boccanegra o i coniugi Cochrane a Villa Rèzzola? Thomas Hanbury o l'ammiraglio Sir Reginal Pearce?
Questi “Paesaggi e persone” protagonisti del titolo del convegno rivivranno dunque nelle parole dei relatori?
«Le storie raccontate saranno molte di più, queste sono soltanto qualche esempio. Nella lunga lista di personalità e letterati che hanno frequentato la Riviera, di cui parlerà l'avvocato e saggista Alessandro Bartoli, figurano Arnold Boecklin, Percy Shelley, Lord Byron, Mario Soldati, Charles Dickens, Sem Benelli… Talvolta, come nel caso di Clarence Bicknell - raccontato dalla storica del Ponente ligure Gisella Merello - fu proprio l'incredibile biodiversità ligure a incoraggiare il talento artistico, tanto che l'esperantista e naturalista Bicknell ci ha lasciato acquerelli botanici di ineguagliata bellezza… Da solitari come lui oppure da compagnoni, amici o competitivi, in gruppo oppure da eremiti, gli inglesi si trovarono comunque bene in Liguria. A volte migrarono dalla Toscana e dall'amata Firenze verso il mare, come fece Iris Origo il cui eden a picco sul mare, Gli Scafari, sarà svelato dalla figlia Benedetta Origo. Le discussioni di questi creativi spericolati e le loro risate risuonano oggi nelle rime dei poeti e nelle righe di grandi scrittori, come quelle di Italo Calvino e della mamma Eva. Così, anche giardini invisibili come Gli Scafari, che non ci sono più ed esistono solo come uno struggente ricordo, potranno rivivere nella nostra immaginazione attraverso testimonianze e racconti».
Dal Paradiso degli Inglesi al giardino mediterraneo del Novecento: nel programma figura anche uno studio inedito sulla lettura dell'immaginario paesaggistico della Riviera ligure “inglese” da parte di Pietro Porcinai…
«In questo percorso storico Pietro Porcinai si trova perfettamente a suo agio, in particolare nella straordinaria piscina della villa Recchi a Portofino, illustrata da Tessa Matteini dell'Università di Firenze. Il paesaggista fiesolano si gettò a capofitto nella sfida e fece quello che non era ancora stato tentato: non è un belvedere, un parterre di fiori, un terrazzamento o un boschetto a interpretare il genius-loci, ma è l'acqua con una sua forma che si fonde in un tutt'uno tra cielo e mare a dare identità al luogo, nella prima grande iperbole minimalista del paesaggio ligure».
Sappiamo che la relazione di Matteini è molto attesa dai suoi colleghi architetti (che riceveranno crediti formativi dalla partecipazione), ma ci dicono che la due giorni ha già raccolto anche parecchie adesioni da parte di studenti e di semplici appassionati di giardini e di piante.
«Tutti noi – e in questo momento mi metto dalla parte del “partecipante”, perché anche io non vedo l'ora di assistere al racconto dei relatori – ci possiamo immedesimare nelle storie dei personaggi raccontati, oppure guardiamo amorevolmente al fiorire dell'Eriocephalus africanus a villa Boccanegra, per l'empatia con cui lo racconta Ursula Salghetti Piacenza, e ci meravigliamo davanti alle 34 varietà di glicine di Silvia Arnaud Ricci a Villa della Pergola. Noi tutti siamo in qualche misura appassionati, giardinieri o collezionisti e saremo anche noi immersi nella bellezza della Riviera per qualche giorno. Così il giardino “edenico” così amato dagli Inglesi continuerà nel suo cammino dalla storia al futuro».
Il convegno è aperto a tutti. Il contributo di partecipazione previsto, di euro 25, include le due colazioni in Villa. Ti aspettiamo il 25 e 26 marzo a Villa Marigola.
Ai seguenti link scopri il programma e acquista il biglietto.
Un paese nel quale la memoria viene dipinta come un paradiso.- Mary Shelley - |