20 Gennaio 2022
L'eredità della baronessa Muffy Scicluna Ramsay
Lo scorso mese è venuta a mancare improvvisamente Muffy Scicluna Ramsay, proprietaria di Palazzo Parisio. Muffy aveva fortemente voluto che il suo giardino entrasse a far parte della rete Grandi Giardini Italiani, sebbene fosse a Naxxar, a Malta.
Questa intervista a sua figlia, Justine Pergola, svela il profondo legame che Muffy aveva con l'Italia e di quanto fosse, giustamente fiera, del suo giardino mediterraneo realizzato su di un'isola nel bel mezzo del mare. Un giardino che nasce grazie anche al sostegno di Umberto Pergola, noto scenografico e ballerino, suo marito e padre di Justine, che come era solita ricordare, le diede la forza e il coraggio di tornare a Malta e riportare in vita Palazzo Parisio.
Muffy ci mancherà moltissimo. Il timone adesso passa completamente nelle mani della sua adorata figlia Justine, che fino ad oggi ha affiancato la mamma nella gestione del Palazzo e del giardino e alla quale faccio i miei migliori auguri per il futuro di Palazzo Parisio.
Con sincero affetto,
Judith Wade
Judith Wade intervista Justine Pergola
Dove è nata e cresciuta sua madre?
Mamma è nata a Londra, ha iniziato gli studi scolastici a Parigi per poi proseguirli nell'Hampshire in Inghilterra, terminati da un anno sabbatico a Firenze.
Chi si occupava del Palazzo prima di sua madre?
Il Palazzo è della nostra famiglia dal 1898 ma fu proprio mia madre a volerlo aprire ai visitatori nel 1996. Agli inizi quando i turisti venivano in visita al Palazzo e ai Giardini la mamma offriva loro, al termine del tour guidato, una fetta di torta preparata con le sue mani.
Quali sono i legami tra la tua famiglia, l'Inghilterra e l'Italia?
Justine: Mio nonno materno era un ufficiale di marina britannico, mia nonna materna era maltese e mio padre italiano: un crogiolo perfetto!
Quando la direzione di Palazzo Parisio passò nelle mani di tua madre? In che condizioni era la proprietà?
Nel 1996, nel momento in cui decise di aprirlo ai visitatori prendendosi cosi la responsabilità dell'intera gestione. Allora il Palazzo non era nelle attuali condizioni e il giardino, in particolare, richiese molto lavoro, passione e continui investimenti in restauri e ristrutturazioni.
Secondo te, qual è stato l'onere più gravoso per tua madre nella gestione di un bene culturale così importante?
Vale la citazione di Goethe «Migliori il futuro valorizzando al meglio il passato». Le dispiaceva che non ci fossero aiuti o sovvenzioni da parte di enti governativi o organizzazioni per la salvaguardia di beni culturali a Malta per supportare uno dei beni culturali più significativi dell'isola. Ha dato anima e cuore per valorizzare il Palazzo e i suoi giardini. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per conservarne intatta la bellezza per i posteri.
Tua madre amava molto occuparsi del giardino, qual era la sua pianta preferita?
Mia madre adorava il suo giardino, era il suo luogo di felicità. Conosceva il nome di ogni singola pianta, albero, cespuglio o rosa che vi abitasse. Aveva una vera passione per tutti gli agrumi, era fiera della sua magnifica collezione di bouganvillea e amava molto la sua collezione di rose.
Ora che le redini dell'impresa sono passate a Lei, quali sono gli insegnamenti più importanti di tua madre che la sosteranno?
«Crederci sempre, arrendersi mai!» Mi ha insegnato che con la passione e molta energia si possono ottenere grandi risultati!
Quali sono i pro e contro di avere un bene culturale a Malta?
Gli investimenti sono notevoli e non ci sono aiuti di Stato o da parte di enti culturali. Aprire ai visitatori significa dover far fronte al conseguente logorio del passaggio delle persone, il che richiede continui lavori di manutenzione del giardino e degli interni del Palazzo. È un lavoro senza fine. Gestire un bene storico significa anche assumersi delle importanti responsabilità tra le quali mantenere salvi i valori e la tradizione legati alla buona reputazione della nostra famiglia.
Di positivo c'è il fatto che sono fiera di far parte della nuova generazione che porta avanti il lavoro dei miei antenati, in uno scenario unico come quello di Palazzo Parisio, e di contribuire con esso alla promozione del turismo culturale a Malta.
Questa intervista a sua figlia, Justine Pergola, svela il profondo legame che Muffy aveva con l'Italia e di quanto fosse, giustamente fiera, del suo giardino mediterraneo realizzato su di un'isola nel bel mezzo del mare. Un giardino che nasce grazie anche al sostegno di Umberto Pergola, noto scenografico e ballerino, suo marito e padre di Justine, che come era solita ricordare, le diede la forza e il coraggio di tornare a Malta e riportare in vita Palazzo Parisio.
Muffy ci mancherà moltissimo. Il timone adesso passa completamente nelle mani della sua adorata figlia Justine, che fino ad oggi ha affiancato la mamma nella gestione del Palazzo e del giardino e alla quale faccio i miei migliori auguri per il futuro di Palazzo Parisio.
Con sincero affetto,
Judith Wade
Judith Wade intervista Justine Pergola
Dove è nata e cresciuta sua madre?
Mamma è nata a Londra, ha iniziato gli studi scolastici a Parigi per poi proseguirli nell'Hampshire in Inghilterra, terminati da un anno sabbatico a Firenze.
Chi si occupava del Palazzo prima di sua madre?
Il Palazzo è della nostra famiglia dal 1898 ma fu proprio mia madre a volerlo aprire ai visitatori nel 1996. Agli inizi quando i turisti venivano in visita al Palazzo e ai Giardini la mamma offriva loro, al termine del tour guidato, una fetta di torta preparata con le sue mani.
Quali sono i legami tra la tua famiglia, l'Inghilterra e l'Italia?
Justine: Mio nonno materno era un ufficiale di marina britannico, mia nonna materna era maltese e mio padre italiano: un crogiolo perfetto!
Quando la direzione di Palazzo Parisio passò nelle mani di tua madre? In che condizioni era la proprietà?
Nel 1996, nel momento in cui decise di aprirlo ai visitatori prendendosi cosi la responsabilità dell'intera gestione. Allora il Palazzo non era nelle attuali condizioni e il giardino, in particolare, richiese molto lavoro, passione e continui investimenti in restauri e ristrutturazioni.
Secondo te, qual è stato l'onere più gravoso per tua madre nella gestione di un bene culturale così importante?
Vale la citazione di Goethe «Migliori il futuro valorizzando al meglio il passato». Le dispiaceva che non ci fossero aiuti o sovvenzioni da parte di enti governativi o organizzazioni per la salvaguardia di beni culturali a Malta per supportare uno dei beni culturali più significativi dell'isola. Ha dato anima e cuore per valorizzare il Palazzo e i suoi giardini. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per conservarne intatta la bellezza per i posteri.
Tua madre amava molto occuparsi del giardino, qual era la sua pianta preferita?
Mia madre adorava il suo giardino, era il suo luogo di felicità. Conosceva il nome di ogni singola pianta, albero, cespuglio o rosa che vi abitasse. Aveva una vera passione per tutti gli agrumi, era fiera della sua magnifica collezione di bouganvillea e amava molto la sua collezione di rose.
Ora che le redini dell'impresa sono passate a Lei, quali sono gli insegnamenti più importanti di tua madre che la sosteranno?
«Crederci sempre, arrendersi mai!» Mi ha insegnato che con la passione e molta energia si possono ottenere grandi risultati!
Quali sono i pro e contro di avere un bene culturale a Malta?
Gli investimenti sono notevoli e non ci sono aiuti di Stato o da parte di enti culturali. Aprire ai visitatori significa dover far fronte al conseguente logorio del passaggio delle persone, il che richiede continui lavori di manutenzione del giardino e degli interni del Palazzo. È un lavoro senza fine. Gestire un bene storico significa anche assumersi delle importanti responsabilità tra le quali mantenere salvi i valori e la tradizione legati alla buona reputazione della nostra famiglia.
Di positivo c'è il fatto che sono fiera di far parte della nuova generazione che porta avanti il lavoro dei miei antenati, in uno scenario unico come quello di Palazzo Parisio, e di contribuire con esso alla promozione del turismo culturale a Malta.
Migliori il futuro valorizzando al meglio il passato.- Johann Wolfgang Goethe - |