8 Aprile 2021
Le Stanze in Fiore di Canalicchio: un giardino onirico
Rossella Pezzino de Geronimo, Le Stanze in Fiore di Canalicchio (Catania)
Intervista a cura di Monica Lamberti
ML: Il suo giardino rispecchia la sua anima da artista. Può raccontarci come e quando ha iniziato a creare il suo eden botanico a Catania, Le Stanze in Fiore di Canalicchio?
RPdG: Ho iniziato a costruire Le stanze in Fiore nel 2000 in uno spazio di sette ettari. Il giardino viene da me personalmente e costantemente progettato ed ampliato con immutata passione: inserire, sperimentare ed entrare in comunicazione con la natura è per me fonte di energia e mi auguro quindi di non finire mai quest'opera. Ogni stanza viene da me ideata in base allo stato d'animo del momento, con l'idea di realizzare un giardino informale, romantico e simbolico ma soprattutto un luogo dell'anima e della rinascita. Un percorso sensoriale e di meditazione privo di geometrie, oltre 1100 specie di piante tropicali e subtropicali sono state da me collocate tra antiche rocce laviche affioranti e ricoperte di licheni e silenziosi laghetti o corsi d'acqua arricchiti da rumorose e allegre cascatelle. Amo seminare bellezza e condividerla con gli ospiti che attraversano le mie stanze iniziando dalla parte bassa della tenuta, o dalle tenebre, come mi piace dire, per risalire verso i terrazzamenti superiori in direzione della luce, immersi nella natura e con la mente in standby.
ML: Entrando nel suo giardino si dipana un percorso che sembra raccontare un po' dei suoi viaggi. Quali sono i paesi che l'hanno maggiormente influenzata?
RPdG: Sono una fotografa e faccio viaggi estremi, ho attraversato i quattro angoli più remoti della Terra vivendo prima tra le tribù più sperdute dove ho fotografato la bellezza, la forza, il coraggio, la dignità delle loro donne, poi i dettagli dei loro corpi e da ultimo ho rivolto il mio sguardo verso la natura alla ricerca dei quattro elementi: acqua, terra, fuoco, aria. I luoghi che mi hanno maggiormente influenzata nella creazione del giardino sono Cina medievale, Giappone, Birmania, Amazzonia, Brasile e India. Dieci anni di attività artistica in cui ho realizzato opere fotografiche, mostre, libri, opere olografiche e sculture, ma soprattutto alla continua ricerca della fonte della vita. La nostra esistenza, la nascita, la trasformazione e la morte discendono dai 4 elementi, ovvero particelle mescolate in proporzioni variabili ed a volte disarmoniche ma pur sempre i mattoni della vita. La vita è un viaggio in continua trasformazione proprio come il giardino che nasce, cresce, si sviluppa, si trasforma, muore, rinasce. La correlazione tra la nostra vita e la natura è molto presente nel mio giardino dove mi sono divertita a sognare, a rappresentare in modo creativo e simbolico i quattro elementi. Il mio concetto di vita, morte e rinascita, un giardino zen, un giardino cinese altamente simbolico ed un piccolo giardino birmano. Sono tutti giardini tematici che contengono specie vegetali che ho scoperto nel corso dei miei viaggi.
ML: Il suo occhio da fotografa l'ha aiutata nell'accostare colori e nel creare le profondità nelle piantumazioni?
RPdG: Ciò che mi ha aiutata a creare il concept del giardino è stata la mia attitudine a seminare bellezza, intesa non soltanto come bellezza esteriore, ma come etica, rispetto per l'ambiente e per il prossimo, solidarietà e onestà. Il mio è un giardino profondo ed interiore che induce il visitatore a riflettere. Non è soltanto un giardino ornamentale, ma un luogo fortemente simbolico e sviluppato per aree tematiche. Ho fatto molta attenzione alla scelta dei colori soprattutto nell'area che contiene i quattro elementi: acqua, terra, fuoco e aria.
ML: Quali sono le mostre più importanti alle quali ha partecipato? Può raccontarci le sue esperienze?
RPdG: Le mostre più importanti alle quali ho partecipato si sono svolte in Asia: a Singapore ed a Pechino; in Europa: in Belgio ed in Ungheria; in America: a Los Angeles e Miami; in Italia: a Roma, Venezia, Bologna, Torino, Palermo, Catania e Taormina.
L'esperienza per me più significativa è stata la mostra di Singapore: città magica ed affascinante. Una città coloniale, oggi divenuta cosmopolita, abitata da una popolazione pacifica e molto rispettosa dell'ambiente, ed incastonata in una foresta tropicale pluviale che, cosa piuttosto rara nel nostro secolo, gode ancora oggi di ottima salute.
ML: In Sicilia la figura del giardiniere professionista è facile da reperire?
RPdG: Non lo è, ma io sono stata molto fortunata perché sono riuscita a trovare un giardiniere volenteroso che si è circondato di validi collaboratori. Siamo cresciuti insieme ed oggi lavoriamo in team ed in perfetta sintonia.
ML: La sua vita si divide tra impegni di imprenditrice e di fotografa. Quando trova il tempo da dedicare al suo giardino?
RPdG: Il giardino nasce durante le mie “visioni notturne”. È di notte infatti che riesco ad elaborare nuovi spazi creativi che sorgono spontaneamente nella mia mente, per poi metterli in pratica nei giorni successivi. Dedico molte ore del mio tempo al giardino il sabato e la domenica.
ML: A Judith Wade piace ricordare la sua passione per le mostre florovivaistiche, dalle quali non rientra mai a casa a mani vuote. E' una collezionista di piante? Quali vivaisti l'hanno rifornita dei migliori esemplari?
RPdG: Non mi sento affatto una collezionista di piante. Mi piace creare l'eccellenza nel giardino Le Stanze in Fiore. La vita per me è progetto ed il mio è quello di lasciare una traccia del mio percorso sulla terra. Sto quindi cercando di costruire un luogo che faccia sentire il visitatore a proprio agio, che lo aiuti a riflettere ed a caricarsi di energia positiva.
Il viaggio è a mio avviso il modo migliore per crescere ed il mio giardino è anche un viaggio interiore oltre ad essere un orto botanico che ospita piante rare. Tanti sono i vivaisti che mi riforniscono, tra i più importanti vi sono gli importatori degli orti botanici italiani, il vivaio Strina di Ischia, Natale Torre di Milazzo, i Vivai Faro, Verde Bambù di Michele Antonio Carretta, per la mia collezione di bambù, Floriana Bulbose per i Caladium, Fabio Maio di Barcellona Pozzo di Gotto per parecchie piante tropicali, altri piccoli vivai che organizzano in tutta Italia mostre di piante inusuali e di eccellenza.
ML: Qual è la sua pianta preferita?
RPdG: La mia pianta preferita è l'Encephalartos, una pianta arcaica e primordiale che evoca tradizione e origini lontane.
Mi piace l'idea che il mio giardino contenga le piante più antiche del pianeta, sorte in un periodo geologico remoto privo della presenza di vita umana.
Questa pianta è dioica quindi gli organi riproduttivi maschili e femminili sono diversi e portati su due piante distinte. Quest'ultima caratteristica contribuisce ancora di più a farmi amare questa pianta che racchiude diverse specie ed il cui apparato fogliare è molto suggestivo, poliedrico e unico.
ML: Il suo eden botanico è apprezzato tanto in Italia quanto all'estero. La visita, guidata, può concludersi con una colazione in giardino, all'ombra del pergolato, degustando piatti di alta cucina. Parlando di cucina qual è il suo “cavallo di battaglia”?
RPdG: Non ho un vero e proprio ''cavallo di battaglia''. I miei piatti sono realizzati con l'utilizzo di prodotti del mio orto biologico e quindi variano a seconda della stagione. La mia è una cucina fusion, in cui le ricette tradizionali tramandate dai miei antenati sono arricchite con ingredienti provenienti da culture differenti. Amo molto ricevere amici ed è con loro che testo le creazioni di Cettina, la mia fantastica cuoca, con la quale condividiamo la passione per la sperimentazione di nuovi piatti.
ML: Nel libro “Le Ricette dei Grandi Giardini Italiani” ha condiviso con gli amici del Network la ricetta dei suoi “Timballetti”. Può raccontarci qualche curiosità su questo piatto ?
RPdG: I “Timballetti” fanno parte della mia infanzia. Mio nonno, da esperto gourmet, li offriva ai suoi ospiti durante le colazioni che amava organizzare per 100 persone, tutte sedute a tavola. A me piaceva l'effetto sorpresa che suscitavano, come se al loro interno racchiudessero un tesoro nascosto, una vera meraviglia che mi faceva sognare ad occhi aperti.
ML: Il suo è un giardino immaginifico: ad ogni curva si entra in una nuova stanza vegetale, magari totalmente diversa dalla precedente. Qual è il fil rouge che unisce le diverse anime del suo progetto?
RPdG: Il fil rouge è senza dubbio il mio percorso di rinascita. La mia vita: un percorso arduo ed in salita, che dall'ombra risale piano piano verso la luce.
ML: Quali soluzioni ha adottato per irrigare il suo giardino?
RPdG: Un pozzo in collina che attraverso lunghe tubazioni alimenta diverse vasche di raccolta che si trovano in basso. L'acqua presente nelle vasche, grazie ad appositi motori di risalita, viene distribuita su tutto il giardino con impianti a goccia e a pioggia.
ML: Qual è l'età media dei suoi alberi e qual è l'albero più longevo?
RPdG: La progettazione del giardino è iniziata nel 2000 e quindi l'età media degli alberi è di circa 20 anni. Quando sono arrivata erano già presenti alcune palme ed un bellissimo carrubo. Un albero con un tronco dalla circonferenza di circa due metri e mezzo, che a causa di un fulmine era completamente bruciato. Dopo diversi anni il carrubo ha ripreso vita dal suo centro ed oggi è un albero con una fronda meravigliosa. Quest'albero è per me speciale perché evoca ed incarna il mio concetto di morte e rinascita, che è molto presente nel mio giardino e nel mio modo di concepire la vita: sono un'ottimista.
ML: Quale angolo del suo giardino preferisce e perché?
RPdG: Il giardino dell'altrove, della rinascita e dei 4 elementi. Un giardino simbolico ed immaginifico che si apre con un corso d'acqua da attraversare bagnandosi i piedi, per purificarsi, e posto al centro di una nuvola bianca e nera, lo yin e lo yang, ovvero gli opposti tra luce e buio, giorno e notte, bene e male.
A sinistra, adagiata per terra, una mia scultura in ferro che rappresenta una farfalla: simbolo per eccellenza del concetto di evoluzione e trasformazione e dell' immortalità dell'anima. A destra un'altra mia opera che vuole essere un tributo alla natura dalla quale traggo linfa vitale: una scultura in ferro colorato, una grande margherita che simboleggia il concetto di verità, purezza e semplicità. Uno spunto di riflessione per noi uomini che invece ci complichiamo dissennatamente la vita. Al centro un'altra mia grande scultura circolare da attraversare che raffigura l'oroburo, il serpente che si morde la coda: simbolo di morte e rinascita. Oltre il serpente ad attenderci il giardino dell'eden ricco di colori e frutti esotici e con al centro il principio della vita: un uovo di bronzo dentro una teca di vetro. Davanti a noi un morbido ma agitato oceano verde con in cima piantine di alisso a simulare la bianca spuma del mare. Oltre il mare un nuovo mondo dove svettano protagoniste assolute due lune di bronzo ad evocare il futuro, una nuova vita. Infine, ad accoglierci, una intricata, fitta ed invalicabile foresta primordiale. Innumerevoli bambù rizomatosi corrono e si susseguono senza sosta mentre svariate dracene spuntano all'improvviso come antichi candelabri insieme a grandi ciuffi di Noline dal rugoso tronco a bottiglia e nodose ed esperte radici di ulivi centenari. Diverse palme irrimediabilmente piegate dai venti e variopinte liane rampicanti che scendono da alti fusti di alberi del paradiso segnano infine un percorso che evoca l'inizio e non già la fine.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani le piacerebbe visitare e perché?
RPdG: Mi piacerebbe visitare il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, in primo luogo perché mi piacciono molto i bambù, ma soprattutto perché si tratta di un parco culturale che evoca il percorso difficile pieno di biforcazioni ed enigmi che vivono gli uomini, e perché amo le sfide e sono abituata a perdermi per poi ritrovarmi. La vita è vita e per quanto difficile sia, vale sempre la pena di viverla fino in fondo con il progetto ben chiaro in mente che alla morte bisogna arrivarci vivi.
INFORMAZIONI
Le Stanze in Fiore di Canalicchio - Via Pietra dell'Ova, 181
95125 Catania - Mob. +39 348 9794746
Apertura: tutto l'anno, su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone
Intervista a cura di Monica Lamberti
ML: Il suo giardino rispecchia la sua anima da artista. Può raccontarci come e quando ha iniziato a creare il suo eden botanico a Catania, Le Stanze in Fiore di Canalicchio?
RPdG: Ho iniziato a costruire Le stanze in Fiore nel 2000 in uno spazio di sette ettari. Il giardino viene da me personalmente e costantemente progettato ed ampliato con immutata passione: inserire, sperimentare ed entrare in comunicazione con la natura è per me fonte di energia e mi auguro quindi di non finire mai quest'opera. Ogni stanza viene da me ideata in base allo stato d'animo del momento, con l'idea di realizzare un giardino informale, romantico e simbolico ma soprattutto un luogo dell'anima e della rinascita. Un percorso sensoriale e di meditazione privo di geometrie, oltre 1100 specie di piante tropicali e subtropicali sono state da me collocate tra antiche rocce laviche affioranti e ricoperte di licheni e silenziosi laghetti o corsi d'acqua arricchiti da rumorose e allegre cascatelle. Amo seminare bellezza e condividerla con gli ospiti che attraversano le mie stanze iniziando dalla parte bassa della tenuta, o dalle tenebre, come mi piace dire, per risalire verso i terrazzamenti superiori in direzione della luce, immersi nella natura e con la mente in standby.
ML: Entrando nel suo giardino si dipana un percorso che sembra raccontare un po' dei suoi viaggi. Quali sono i paesi che l'hanno maggiormente influenzata?
RPdG: Sono una fotografa e faccio viaggi estremi, ho attraversato i quattro angoli più remoti della Terra vivendo prima tra le tribù più sperdute dove ho fotografato la bellezza, la forza, il coraggio, la dignità delle loro donne, poi i dettagli dei loro corpi e da ultimo ho rivolto il mio sguardo verso la natura alla ricerca dei quattro elementi: acqua, terra, fuoco, aria. I luoghi che mi hanno maggiormente influenzata nella creazione del giardino sono Cina medievale, Giappone, Birmania, Amazzonia, Brasile e India. Dieci anni di attività artistica in cui ho realizzato opere fotografiche, mostre, libri, opere olografiche e sculture, ma soprattutto alla continua ricerca della fonte della vita. La nostra esistenza, la nascita, la trasformazione e la morte discendono dai 4 elementi, ovvero particelle mescolate in proporzioni variabili ed a volte disarmoniche ma pur sempre i mattoni della vita. La vita è un viaggio in continua trasformazione proprio come il giardino che nasce, cresce, si sviluppa, si trasforma, muore, rinasce. La correlazione tra la nostra vita e la natura è molto presente nel mio giardino dove mi sono divertita a sognare, a rappresentare in modo creativo e simbolico i quattro elementi. Il mio concetto di vita, morte e rinascita, un giardino zen, un giardino cinese altamente simbolico ed un piccolo giardino birmano. Sono tutti giardini tematici che contengono specie vegetali che ho scoperto nel corso dei miei viaggi.
ML: Il suo occhio da fotografa l'ha aiutata nell'accostare colori e nel creare le profondità nelle piantumazioni?
RPdG: Ciò che mi ha aiutata a creare il concept del giardino è stata la mia attitudine a seminare bellezza, intesa non soltanto come bellezza esteriore, ma come etica, rispetto per l'ambiente e per il prossimo, solidarietà e onestà. Il mio è un giardino profondo ed interiore che induce il visitatore a riflettere. Non è soltanto un giardino ornamentale, ma un luogo fortemente simbolico e sviluppato per aree tematiche. Ho fatto molta attenzione alla scelta dei colori soprattutto nell'area che contiene i quattro elementi: acqua, terra, fuoco e aria.
ML: Quali sono le mostre più importanti alle quali ha partecipato? Può raccontarci le sue esperienze?
RPdG: Le mostre più importanti alle quali ho partecipato si sono svolte in Asia: a Singapore ed a Pechino; in Europa: in Belgio ed in Ungheria; in America: a Los Angeles e Miami; in Italia: a Roma, Venezia, Bologna, Torino, Palermo, Catania e Taormina.
L'esperienza per me più significativa è stata la mostra di Singapore: città magica ed affascinante. Una città coloniale, oggi divenuta cosmopolita, abitata da una popolazione pacifica e molto rispettosa dell'ambiente, ed incastonata in una foresta tropicale pluviale che, cosa piuttosto rara nel nostro secolo, gode ancora oggi di ottima salute.
ML: In Sicilia la figura del giardiniere professionista è facile da reperire?
RPdG: Non lo è, ma io sono stata molto fortunata perché sono riuscita a trovare un giardiniere volenteroso che si è circondato di validi collaboratori. Siamo cresciuti insieme ed oggi lavoriamo in team ed in perfetta sintonia.
ML: La sua vita si divide tra impegni di imprenditrice e di fotografa. Quando trova il tempo da dedicare al suo giardino?
RPdG: Il giardino nasce durante le mie “visioni notturne”. È di notte infatti che riesco ad elaborare nuovi spazi creativi che sorgono spontaneamente nella mia mente, per poi metterli in pratica nei giorni successivi. Dedico molte ore del mio tempo al giardino il sabato e la domenica.
ML: A Judith Wade piace ricordare la sua passione per le mostre florovivaistiche, dalle quali non rientra mai a casa a mani vuote. E' una collezionista di piante? Quali vivaisti l'hanno rifornita dei migliori esemplari?
RPdG: Non mi sento affatto una collezionista di piante. Mi piace creare l'eccellenza nel giardino Le Stanze in Fiore. La vita per me è progetto ed il mio è quello di lasciare una traccia del mio percorso sulla terra. Sto quindi cercando di costruire un luogo che faccia sentire il visitatore a proprio agio, che lo aiuti a riflettere ed a caricarsi di energia positiva.
Il viaggio è a mio avviso il modo migliore per crescere ed il mio giardino è anche un viaggio interiore oltre ad essere un orto botanico che ospita piante rare. Tanti sono i vivaisti che mi riforniscono, tra i più importanti vi sono gli importatori degli orti botanici italiani, il vivaio Strina di Ischia, Natale Torre di Milazzo, i Vivai Faro, Verde Bambù di Michele Antonio Carretta, per la mia collezione di bambù, Floriana Bulbose per i Caladium, Fabio Maio di Barcellona Pozzo di Gotto per parecchie piante tropicali, altri piccoli vivai che organizzano in tutta Italia mostre di piante inusuali e di eccellenza.
ML: Qual è la sua pianta preferita?
RPdG: La mia pianta preferita è l'Encephalartos, una pianta arcaica e primordiale che evoca tradizione e origini lontane.
Mi piace l'idea che il mio giardino contenga le piante più antiche del pianeta, sorte in un periodo geologico remoto privo della presenza di vita umana.
Questa pianta è dioica quindi gli organi riproduttivi maschili e femminili sono diversi e portati su due piante distinte. Quest'ultima caratteristica contribuisce ancora di più a farmi amare questa pianta che racchiude diverse specie ed il cui apparato fogliare è molto suggestivo, poliedrico e unico.
ML: Il suo eden botanico è apprezzato tanto in Italia quanto all'estero. La visita, guidata, può concludersi con una colazione in giardino, all'ombra del pergolato, degustando piatti di alta cucina. Parlando di cucina qual è il suo “cavallo di battaglia”?
RPdG: Non ho un vero e proprio ''cavallo di battaglia''. I miei piatti sono realizzati con l'utilizzo di prodotti del mio orto biologico e quindi variano a seconda della stagione. La mia è una cucina fusion, in cui le ricette tradizionali tramandate dai miei antenati sono arricchite con ingredienti provenienti da culture differenti. Amo molto ricevere amici ed è con loro che testo le creazioni di Cettina, la mia fantastica cuoca, con la quale condividiamo la passione per la sperimentazione di nuovi piatti.
ML: Nel libro “Le Ricette dei Grandi Giardini Italiani” ha condiviso con gli amici del Network la ricetta dei suoi “Timballetti”. Può raccontarci qualche curiosità su questo piatto ?
RPdG: I “Timballetti” fanno parte della mia infanzia. Mio nonno, da esperto gourmet, li offriva ai suoi ospiti durante le colazioni che amava organizzare per 100 persone, tutte sedute a tavola. A me piaceva l'effetto sorpresa che suscitavano, come se al loro interno racchiudessero un tesoro nascosto, una vera meraviglia che mi faceva sognare ad occhi aperti.
ML: Il suo è un giardino immaginifico: ad ogni curva si entra in una nuova stanza vegetale, magari totalmente diversa dalla precedente. Qual è il fil rouge che unisce le diverse anime del suo progetto?
RPdG: Il fil rouge è senza dubbio il mio percorso di rinascita. La mia vita: un percorso arduo ed in salita, che dall'ombra risale piano piano verso la luce.
ML: Quali soluzioni ha adottato per irrigare il suo giardino?
RPdG: Un pozzo in collina che attraverso lunghe tubazioni alimenta diverse vasche di raccolta che si trovano in basso. L'acqua presente nelle vasche, grazie ad appositi motori di risalita, viene distribuita su tutto il giardino con impianti a goccia e a pioggia.
ML: Qual è l'età media dei suoi alberi e qual è l'albero più longevo?
RPdG: La progettazione del giardino è iniziata nel 2000 e quindi l'età media degli alberi è di circa 20 anni. Quando sono arrivata erano già presenti alcune palme ed un bellissimo carrubo. Un albero con un tronco dalla circonferenza di circa due metri e mezzo, che a causa di un fulmine era completamente bruciato. Dopo diversi anni il carrubo ha ripreso vita dal suo centro ed oggi è un albero con una fronda meravigliosa. Quest'albero è per me speciale perché evoca ed incarna il mio concetto di morte e rinascita, che è molto presente nel mio giardino e nel mio modo di concepire la vita: sono un'ottimista.
ML: Quale angolo del suo giardino preferisce e perché?
RPdG: Il giardino dell'altrove, della rinascita e dei 4 elementi. Un giardino simbolico ed immaginifico che si apre con un corso d'acqua da attraversare bagnandosi i piedi, per purificarsi, e posto al centro di una nuvola bianca e nera, lo yin e lo yang, ovvero gli opposti tra luce e buio, giorno e notte, bene e male.
A sinistra, adagiata per terra, una mia scultura in ferro che rappresenta una farfalla: simbolo per eccellenza del concetto di evoluzione e trasformazione e dell' immortalità dell'anima. A destra un'altra mia opera che vuole essere un tributo alla natura dalla quale traggo linfa vitale: una scultura in ferro colorato, una grande margherita che simboleggia il concetto di verità, purezza e semplicità. Uno spunto di riflessione per noi uomini che invece ci complichiamo dissennatamente la vita. Al centro un'altra mia grande scultura circolare da attraversare che raffigura l'oroburo, il serpente che si morde la coda: simbolo di morte e rinascita. Oltre il serpente ad attenderci il giardino dell'eden ricco di colori e frutti esotici e con al centro il principio della vita: un uovo di bronzo dentro una teca di vetro. Davanti a noi un morbido ma agitato oceano verde con in cima piantine di alisso a simulare la bianca spuma del mare. Oltre il mare un nuovo mondo dove svettano protagoniste assolute due lune di bronzo ad evocare il futuro, una nuova vita. Infine, ad accoglierci, una intricata, fitta ed invalicabile foresta primordiale. Innumerevoli bambù rizomatosi corrono e si susseguono senza sosta mentre svariate dracene spuntano all'improvviso come antichi candelabri insieme a grandi ciuffi di Noline dal rugoso tronco a bottiglia e nodose ed esperte radici di ulivi centenari. Diverse palme irrimediabilmente piegate dai venti e variopinte liane rampicanti che scendono da alti fusti di alberi del paradiso segnano infine un percorso che evoca l'inizio e non già la fine.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani le piacerebbe visitare e perché?
RPdG: Mi piacerebbe visitare il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, in primo luogo perché mi piacciono molto i bambù, ma soprattutto perché si tratta di un parco culturale che evoca il percorso difficile pieno di biforcazioni ed enigmi che vivono gli uomini, e perché amo le sfide e sono abituata a perdermi per poi ritrovarmi. La vita è vita e per quanto difficile sia, vale sempre la pena di viverla fino in fondo con il progetto ben chiaro in mente che alla morte bisogna arrivarci vivi.
INFORMAZIONI
Le Stanze in Fiore di Canalicchio - Via Pietra dell'Ova, 181
95125 Catania - Mob. +39 348 9794746
Apertura: tutto l'anno, su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone
Non è facile avere un bel giardino: è difficile come governare un regno.- Hermann Hesse - |