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17 Settembre 2020
Ciao Franco Maria Ricci
Franco Maria Ricci, raro caso in Italia di intellettuale-imprenditore, è morto il 10 settembre nel Labirinto della Masone, il luogo dove aveva radunato gli affetti e la sua collezione d'arte.
I fili conduttori del lavoro di Franco Maria furono la passione per l'arte, la riscoperta di Giambattista Bodoni, la predilezione per il colore nero. Si è espresso come grafico, designer, stampatore ed editore. La sua casa era l'editrice FMR, acronimo che diventò un brand riconosciuto in tutto il mondo per l'eleganza e la raffinatezza.
Alla base del suo successo c'era la cura nella ricerca e l'infallibile buon gusto, che si sono rispecchiati nel magazine, nella casa editrice e poi nel progetto onirico del più grande labirinto al mondo. Costruì quest'ultimo a Fontanellato, podere appartenuto ai suoi genitori. I giganteschi bambù sono come adagiati sulla pianura di Parma. Al centro del labirinto ha raccolto la sua collezione di opere d'arte e ha posto la biblioteca, dove ha sede la casa editrice.
Franco Maria era un editore puro, come pochi sono rimasti, amava la lettura, la pittura e non faceva prodotti in cui non credeva. Invitava intellettuali da tutto il mondo, amava le buone conversazioni, era una fabbrica di idee. Lui e la moglie Laura - non ho mai visto l'uno senza l'altra - hanno formato un prezioso sodalizio affettivo e lavorativo, un formidabile team. Mi ricordo alcune edizioni ''sponsorizzate'' da grandi aziende italiane, che hanno portato il termine strenne natalizie ai livelli più alti.
L'idea dei libri come prodotti di lusso fu uno dei suoi grandi contributi all'editoria negli anni '80 e '90. Grazie alla rivista FMR riuscì peraltro a raggiungere un pubblico molto esteso, sfatando il luogo comune sull'arte per pochi.
Mi piacevano la sua indipendenza, la sua inesauribile curiosità e l'energia quasi fanciullesca, che poi avrebbe messo anche nel creare il labirinto, simbolo di tutta una vita. Il labirinto come percorso ludico, come espressione dei meandri della vita dove possiamo smarrirci, soli con i nostri pensieri, e ritrovarci, come in un pellegrinaggio verso una meta, diversa per ciascuno di noi. Laura mi aveva invitata a visitare il ''Labirinto della Masone'' quando era ancora solo un cantiere. Vederlo realizzato, e gestito dall'adorato nipote, Edoardo Pepino, mi riempie di gioia, sono onoratissima che faccia parte di Grandi Giardini Italiani.
Il ''Labirinto della Masone'' ha aggiunto un altro tassello alla storia dell'arte dei giardini, confermando una tradizione lunga 500 anni, una forma d'arte capace di rinnovarsi, di scoprire nuovi modi di dialogare con la natura.
Judith Wade
I fili conduttori del lavoro di Franco Maria furono la passione per l'arte, la riscoperta di Giambattista Bodoni, la predilezione per il colore nero. Si è espresso come grafico, designer, stampatore ed editore. La sua casa era l'editrice FMR, acronimo che diventò un brand riconosciuto in tutto il mondo per l'eleganza e la raffinatezza.
Alla base del suo successo c'era la cura nella ricerca e l'infallibile buon gusto, che si sono rispecchiati nel magazine, nella casa editrice e poi nel progetto onirico del più grande labirinto al mondo. Costruì quest'ultimo a Fontanellato, podere appartenuto ai suoi genitori. I giganteschi bambù sono come adagiati sulla pianura di Parma. Al centro del labirinto ha raccolto la sua collezione di opere d'arte e ha posto la biblioteca, dove ha sede la casa editrice.
Franco Maria era un editore puro, come pochi sono rimasti, amava la lettura, la pittura e non faceva prodotti in cui non credeva. Invitava intellettuali da tutto il mondo, amava le buone conversazioni, era una fabbrica di idee. Lui e la moglie Laura - non ho mai visto l'uno senza l'altra - hanno formato un prezioso sodalizio affettivo e lavorativo, un formidabile team. Mi ricordo alcune edizioni ''sponsorizzate'' da grandi aziende italiane, che hanno portato il termine strenne natalizie ai livelli più alti.
L'idea dei libri come prodotti di lusso fu uno dei suoi grandi contributi all'editoria negli anni '80 e '90. Grazie alla rivista FMR riuscì peraltro a raggiungere un pubblico molto esteso, sfatando il luogo comune sull'arte per pochi.
Mi piacevano la sua indipendenza, la sua inesauribile curiosità e l'energia quasi fanciullesca, che poi avrebbe messo anche nel creare il labirinto, simbolo di tutta una vita. Il labirinto come percorso ludico, come espressione dei meandri della vita dove possiamo smarrirci, soli con i nostri pensieri, e ritrovarci, come in un pellegrinaggio verso una meta, diversa per ciascuno di noi. Laura mi aveva invitata a visitare il ''Labirinto della Masone'' quando era ancora solo un cantiere. Vederlo realizzato, e gestito dall'adorato nipote, Edoardo Pepino, mi riempie di gioia, sono onoratissima che faccia parte di Grandi Giardini Italiani.
Il ''Labirinto della Masone'' ha aggiunto un altro tassello alla storia dell'arte dei giardini, confermando una tradizione lunga 500 anni, una forma d'arte capace di rinnovarsi, di scoprire nuovi modi di dialogare con la natura.
Judith Wade
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Lasciatemi coltivare il mio giardino- Voltaire - |
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