
22 Marzo 2019
Il semplicemente sofisticato Giardino Giusti
Monica Lamberti intervista Nicolò Giusti, Giardino Giusti di Verona
ML: Il Palazzo e il suo monumentale giardino fanno parte della sua vita da sempre. Quali ricordi ha del giardino nella sua infanzia?
NG: Ricordo i primi anni del dopoguerra, quando il giardino presentava ancora i segni dei bombardamenti. Io andavo con una biciclettina verde tra i cipressi spelacchiati dalle esplosioni. Il giardino era nudo e spoglio, anche perché il giardiniere usava i rami dei tassi e le foglie dei lauri per fare corone mortuarie.
ML: Quale parte del giardino preferisce e perché?
NG: Mi piace la parte ombrosa, romantica col sottobosco di edera, felci, acanti, ceratostygma. Il Giardino Giusti é un giardino semplice, ma nella concezione, sofisticato. I sottoboschi più belli li ho visti negli Stati Uniti ed ho cercato di imitarli.
ML: Il Cipresso di Goethe può considerarsi l'albero simbolo del suo giardino. Può raccontarci la sua storia?
NG: Credo che il Cipresso di Goethe sia uno degli alberi più vecchi del Veneto e deve essere diventato così grande perché le sue radici affondano in una vena d'acqua già nota al tempo dei romani. Goethe naturalista ne rimase estasiato così come dalle piante di cappero che crescevano tra i sassi delle mura comunali.
Nel 1800 il cipresso fu colpito da un fulmine che lo scapitozzò. Oggi gli diamo da mangiare e da bere come fosse un bambino.
ML: Essere proprietario del Giardino Giusti di Verona comporta più oneri o più onori?
NG: Da ottocento anni gli oneri sono costanti e sicuri, gli “onori” capitano ogni tanto: visita della Regina madre d'Inghilterra, G7 Ecofin, etc.
ML: Qual è stata la sfida più difficile da affrontare nel gestire uno dei giardini storici più importanti nella storia dell'Arte?
NG: Il problema è non fare errori irreversibili e non cambiare troppo il frutto della storia che anima un giardino così vecchio.
La sfida è fare le cose gradualmente, senza spendere troppi soldi, tenendo presente che le cose sono più forti degli uomini.
ML: Qual è il suo rapporto con le Sovrintendenze?
NG: Ottimissimo, anche perché alla Sovrintendenza vi sono tante persone simpatiche e disponibili.
Dall'altro lato la Sovrintendenza sa che non facciamo disastri, e se ci dimentichiamo di chiedere il permesso per il cambio di una maniglia, ci perdonano!
ML: Secondo Lei, curare un bene culturale in Italia è più semplice o più complesso rispetto al resto d'Europa?
NG: È tuttora più difficile operare in Italia perché fino a poco tempo fa molti italiani consideravano l'arte, l'architettura, il paesaggio e la storia un bene superfluo da nullafacenti. Oggi il clima è cambiato e l'atteggiamento verso il paesaggio e verso i giardini si è internazionalizzato e l'Italia ha il vantaggio di avere manodopera specialistica che consente restauri meravigliosi. Quando abitavo in America ho conosciuto una signora che ogni anno mandava i suoi mobili del ‘700 in Italia per la manutenzione!
ML: Com'è maturata la scelta di rendere fruibile al pubblico il Giardino Giusti? Chi l'ha deciso e perché?
NG: Il Giardino Giusti è aperto al pubblico dalla sua fondazione1580. È nato anche per farvi suonare i “filarmonici”, e per essere percorso passando da una sensazione all'altra, cosa che colpiva molto gli ospiti.
Oggi il Giardino è visitato prevalentemente da turisti stranieri che seguono le orme di Goethe, Mozart, De Brosses e di tanti regnanti incluso lo Tzar Alessandro I°.
ML: Il suo giardino sorge nel centro storico di Verona e immagino, dunque, che la sua storia sia inevitabilmente legata a quella della città. Ha qualche ricordo degli anni della guerra?
NG: Durante la seconda guerra mondiale il Giardino e il Palazzo hanno ricevuto 23 bombe. Ovviamente io non c'ero anche perché il palazzo ero occupato dalla Luftwaffe.
Nel 1945 – 1946 i veronesi senza tetto, di notte, saltavano nel Giardino per tagliare i rami dei cipressi e per scaldarsi e sulle “torricelle” facevano fuocherelli.
ML: Nel Piano Nobile di Palazzo Giusti è in corso di allestimento un museo. A chi si deve l'idea e quali opere saranno esposte al suo interno?
NG: La parola museo è eccessiva. Diciamo che è un grande appartamento con affreschi che testimonia la vita della famiglia Giusti a cavallo tra il 1880 e il 1900, con foto, quadri e oggetti.
L'idea mi è venuta in Svezia dove i musei sono spesso improntati sulla vita del luogo e non necessariamente sulle opere d'arte. Così pensiamo di fare noi, mettendo in comune tanti ricordi famigliari.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare prossimamente e perché?
NG: Ci sono tantissimi giardini che mi piacerebbe visitare. Ho voglia di vedere il giardino in Val d'Orcia delle figlie di Iris Origo, e quelli siciliani. Sono attirato dal Giardino Origo perché ha elementi che mi ricordano il nostro di Verona (anche se fatto l'altro ieri) e dai giardini siciliani perché li considero “sexy”.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato alla sua proprietà?
NG: I giardinieri del Giardino hanno un “benefit”, vivono in mezzo al verde e ai turisti che spesso sono delle belle ragazze straniere. Una volta vedo un nostro giardiniere contare e gli chiedo: “Cosa conti?”.
Risposta: “Le tedesche.”
INFORMAZIONI
Giardino Giusti - Via Giardino Giusti, 2 - 37129 Verona
Tel. +39 045 8034029 - www.grandigiardini.it
Orari di apertura: tutto l'anno, dalle 9.00 alle 19.00
ML: Il Palazzo e il suo monumentale giardino fanno parte della sua vita da sempre. Quali ricordi ha del giardino nella sua infanzia?
NG: Ricordo i primi anni del dopoguerra, quando il giardino presentava ancora i segni dei bombardamenti. Io andavo con una biciclettina verde tra i cipressi spelacchiati dalle esplosioni. Il giardino era nudo e spoglio, anche perché il giardiniere usava i rami dei tassi e le foglie dei lauri per fare corone mortuarie.
ML: Quale parte del giardino preferisce e perché?
NG: Mi piace la parte ombrosa, romantica col sottobosco di edera, felci, acanti, ceratostygma. Il Giardino Giusti é un giardino semplice, ma nella concezione, sofisticato. I sottoboschi più belli li ho visti negli Stati Uniti ed ho cercato di imitarli.
ML: Il Cipresso di Goethe può considerarsi l'albero simbolo del suo giardino. Può raccontarci la sua storia?
NG: Credo che il Cipresso di Goethe sia uno degli alberi più vecchi del Veneto e deve essere diventato così grande perché le sue radici affondano in una vena d'acqua già nota al tempo dei romani. Goethe naturalista ne rimase estasiato così come dalle piante di cappero che crescevano tra i sassi delle mura comunali.
Nel 1800 il cipresso fu colpito da un fulmine che lo scapitozzò. Oggi gli diamo da mangiare e da bere come fosse un bambino.
ML: Essere proprietario del Giardino Giusti di Verona comporta più oneri o più onori?
NG: Da ottocento anni gli oneri sono costanti e sicuri, gli “onori” capitano ogni tanto: visita della Regina madre d'Inghilterra, G7 Ecofin, etc.
ML: Qual è stata la sfida più difficile da affrontare nel gestire uno dei giardini storici più importanti nella storia dell'Arte?
NG: Il problema è non fare errori irreversibili e non cambiare troppo il frutto della storia che anima un giardino così vecchio.
La sfida è fare le cose gradualmente, senza spendere troppi soldi, tenendo presente che le cose sono più forti degli uomini.
ML: Qual è il suo rapporto con le Sovrintendenze?
NG: Ottimissimo, anche perché alla Sovrintendenza vi sono tante persone simpatiche e disponibili.
Dall'altro lato la Sovrintendenza sa che non facciamo disastri, e se ci dimentichiamo di chiedere il permesso per il cambio di una maniglia, ci perdonano!
ML: Secondo Lei, curare un bene culturale in Italia è più semplice o più complesso rispetto al resto d'Europa?
NG: È tuttora più difficile operare in Italia perché fino a poco tempo fa molti italiani consideravano l'arte, l'architettura, il paesaggio e la storia un bene superfluo da nullafacenti. Oggi il clima è cambiato e l'atteggiamento verso il paesaggio e verso i giardini si è internazionalizzato e l'Italia ha il vantaggio di avere manodopera specialistica che consente restauri meravigliosi. Quando abitavo in America ho conosciuto una signora che ogni anno mandava i suoi mobili del ‘700 in Italia per la manutenzione!
ML: Com'è maturata la scelta di rendere fruibile al pubblico il Giardino Giusti? Chi l'ha deciso e perché?
NG: Il Giardino Giusti è aperto al pubblico dalla sua fondazione1580. È nato anche per farvi suonare i “filarmonici”, e per essere percorso passando da una sensazione all'altra, cosa che colpiva molto gli ospiti.
Oggi il Giardino è visitato prevalentemente da turisti stranieri che seguono le orme di Goethe, Mozart, De Brosses e di tanti regnanti incluso lo Tzar Alessandro I°.
ML: Il suo giardino sorge nel centro storico di Verona e immagino, dunque, che la sua storia sia inevitabilmente legata a quella della città. Ha qualche ricordo degli anni della guerra?
NG: Durante la seconda guerra mondiale il Giardino e il Palazzo hanno ricevuto 23 bombe. Ovviamente io non c'ero anche perché il palazzo ero occupato dalla Luftwaffe.
Nel 1945 – 1946 i veronesi senza tetto, di notte, saltavano nel Giardino per tagliare i rami dei cipressi e per scaldarsi e sulle “torricelle” facevano fuocherelli.
ML: Nel Piano Nobile di Palazzo Giusti è in corso di allestimento un museo. A chi si deve l'idea e quali opere saranno esposte al suo interno?
NG: La parola museo è eccessiva. Diciamo che è un grande appartamento con affreschi che testimonia la vita della famiglia Giusti a cavallo tra il 1880 e il 1900, con foto, quadri e oggetti.
L'idea mi è venuta in Svezia dove i musei sono spesso improntati sulla vita del luogo e non necessariamente sulle opere d'arte. Così pensiamo di fare noi, mettendo in comune tanti ricordi famigliari.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare prossimamente e perché?
NG: Ci sono tantissimi giardini che mi piacerebbe visitare. Ho voglia di vedere il giardino in Val d'Orcia delle figlie di Iris Origo, e quelli siciliani. Sono attirato dal Giardino Origo perché ha elementi che mi ricordano il nostro di Verona (anche se fatto l'altro ieri) e dai giardini siciliani perché li considero “sexy”.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato alla sua proprietà?
NG: I giardinieri del Giardino hanno un “benefit”, vivono in mezzo al verde e ai turisti che spesso sono delle belle ragazze straniere. Una volta vedo un nostro giardiniere contare e gli chiedo: “Cosa conti?”.
Risposta: “Le tedesche.”
INFORMAZIONI
Giardino Giusti - Via Giardino Giusti, 2 - 37129 Verona
Tel. +39 045 8034029 - www.grandigiardini.it
Orari di apertura: tutto l'anno, dalle 9.00 alle 19.00
![]() |
La bellezza ci circonda, ma di solito abbiamo bisogno di camminare in un giardino per saperlo.- Rumi - |
![]() |