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16 Marzo 2018

I tulipani della contessa

Monica Lamberti intervista Consolota Beraudo di Pralormo, proprietaria del Castello di Pralormo (Pralormo, TO)

M.L.: È giusto affermare che il Castello di Pralormo deve la sua rinascita e attuale destinazione d'uso al suo amore per le piante?
C.P.: Sì è giusto perché la mostra Messer Tulipano è l'evento di maggior dimensione, anche se il castello di Pralormo è stato fra i primi in Italia ad ospitare matrimoni e convegni, e campagne pubblicitarie legate al lancio di automobili, sin dagli anni '70 del novecento.

M.L: Com'è nata l'idea di piantare così tanti tulipani nel suo parco? A quando risale la prima edizione di Messer Tulipano? In che modo ha contribuito l'evento a richiamare turismo sul territorio?
C.P.: Prima di inventare Messer Tulipano avevamo provato a produrre delle mostre di vari argomenti: tavole imbandite, l'arte del vetro, la scoperta di Paesi lontani come l'India e la Cina, ma avevamo capito che la botanica attirava di più. La scelta delle bulbose è scaturita durante un viaggio in Olanda per turismo, poiché mi resi conto che gli italiani non conoscevano per nulla le bulbose. Inoltre l'inserimento nel nostro parco del tulipano, non ha stravolto l'impianto originario del giardino, ma lo ha valorizzato. La prima edizione di Messer Tulipano risale all'anno 2000.

M.L.: A quali difficoltà è andata incontro nel piantare un numero così considerevole di tulipani?
C.P.: Il nostro parco ha una superficie di 2,5 ettari, con masse di alberi ad alto fusto che si contrappongono alla mole del castello, e vasti prati. Nella concezione dell'architetto Kurten, che disegnò il parco nel periodo 1820-1830, non erano previste aiuole di fiori. Noi abbiamo sempre rispettato questa scelta, ma lo spazio dei prati è ideale per una fioritura temporanea, da godere proprio allo scoppio della primavera.

M.L.: Qual è l'edizione che le è rimasta nel cuore e perché?
C.P: Quella del 2000 che aveva come tema collaterale l'acqua, infatti avevamo appena realizzato il restauro di un suggestivo laghetto ed il giorno in cui vidi i primi fiori che si specchiavano dalle rive nell'acqua è stata una vera sorpresa.

M.L.: Oggi si può anche visitare il Castello e dormire nella proprietà. È stata una scelta o piuttosto un'evoluzione naturale legata alla volontà di fare turismo oltre l'evento Messer Tulipano?
C.P.: Sì, dalla mostra dei tulipani e dalle sollecitazioni dei visitatori siamo stati indotti sia ad aprire al pubblico un percorso nel castello sia a ristrutturare le pertinenze e creare delle “rural suite” per l'ospitalità.

M.L.: Che cosa ha maggiormente influito, secondo lei, nel successo dell'evento Messer Tulipano?
C.P.: La grande cura con cui noi organizziamo la mostra. Il pubblico si sente accolto, coccolato, abbiamo una particolare attenzione verso le famiglie, per le quali organizziamo momenti di gioco che coinvolgono genitori e bambini; teniamo in grande considerazione gli amici a quattro zampe, che trovano nel parco ciotole di acqua fresca, il dog bar e zone a loro dedicate. Le persone con difficoltà motorie hanno la possibilità di muoversi con una macchinina elettrica lungo i viali del parco. Si viene al castello per passare una giornata all'aria aperta in un luogo molto curato, ma anche per vedere le mostre ospitate nell'Orangerie, per mangiare nel ristorante per visitare il castello.

M.L.: Ha preparato i suoi figli al passaggio generazionale?
C.P.: Sì sono preparati, amano questo luogo e poi svilupperanno le loro idee.

M.L.: Qual è il suo sogno nel cassetto?
C. P.: Il mio sogno nel cassetto è di proporre delle visite in notturna del parco, rievocando nel Teatro di verzura settecentesco, fra le statue delle quattro stagioni, gli spettacoli creati dal nostro quadrisnonno Filippo Domenico Beraudo di Pralormo, fondatore di un'Arcadia che radunava i rampolli di alcune importanti famiglie piemontesi, spettacolo di puro intrattenimento e divertimento di cui conserviamo in biblioteca e in archivio i testi e soprattutto le meravigliose scenografie.

M.L.: Da quando fa parte del network Grandi Giardini Italiani? Qual è il giardino del Network che ammira di più e perché?
C. P.: Siamo stati fra i primi ad aderire al network dei Grandi Giardini Italiani. Ammiro in modo particolare la Landriana.

M.L.: Com'è cambiato, secondo Lei, il pubblico che visita i giardini?
C.P.: In questi anni si è affinato il gusto, infatti, ora i visitatori notano anche i dettagli che esprimono lo stile dei proprietari, capiscono la fatica, il grande lavoro, la passione e la dedizione che accomuna tutti i proprietari di dimore e giardini.

M. L.: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato alla sua proprietà?
C.P.: “Pralormo per noi è una grande fonte di energia che ci regala la forza per affrontare la fatica della nostra vita quotidiana”, questa è una frase che ci fu detta da uno dei nostri visitatori e che ci ha molto gratificato. Esprime bene il ruolo, che tutti i giardini dovrebbero avere, nel regalare momenti di riflessione, bellezza, rigenerazione e gioia.


Per la scheda dedicata al Castello di Pralormo visita il sito www.grandigiardini.it

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La febbre del tulipano ha cambiato la mia vita. Ha fatto quella cosa che a volte succede quando un libro decolla: ha aperto le porte a interi mondi.

- Deborah Moggach -

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