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12 Gennaio 2018
Palazzo Fantini si racconta
Monica Lamberti intervista Beatrice Fontaine di Palazzo Fantini
Monica: Palazzo Fantini è stato uno tra i primi Giardini ad aderire al network nel 1997. Cosa vi ha spinto allora a credere nell'idea di rete e cosa vi spinge ancora ad oggi a far parte del circuito?
Beatrice: Palazzo Fantini a differenza di altri giardini che fanno parte del vostro network, si trova situato in una zona che da un punto di vista naturalistico e paesaggistico è molto interessante, ma sicuramente rimane distante da quelli che sono i percorsi turistici più battuti. Questo per alcuni aspetti può essere un limite.
L'essere parte di GRANDI GIARDINI ITALIANI ci ha aiutato e tutt'ora ci aiuta ad uscire da questo “splendido isolamento” grazie al supporto stampa/comunicazione che ci date. Quindi il motivo principale per cui aderiamo a GRANDI GIARDINI ITALIANI è la visibilità che ci assicurate e che per noi è vitale, considerato anche il fatto che tutti in famiglia abbiamo altre attività e non avremmo abbastanza tempo di occuparcene in prima persona.
Oltre a ciò, essere parte di una realtà come la vostra ci permette di imparare, confrontarci, scambiare idee, etc. etc.
Monica: Da quanto tempo Palazzo Fantini è di proprietà della vostra famiglia?
Beatrice: Da sempre, dai primi del ‘500.
Monica: Quale rapporto ha Palazzo Fantini con il paese e la comunità?
Beatrice: Dagli anni ‘90 collaboriamo costantemente con il Comune di Tredozio che spesso patrocina e sponsorizza una parte degli eventi culturali che si svolgono presso la nostra struttura.
Monica: Quando avete creato il museo dedicato alle attrezzature agricole e che cosa vi ha spinto a realizzarlo?
Beatrice: La collezione è stata creata perché il Palazzo fino agli anni 70 era il cuore di una grande azienda agricola, circa 1000 ettari, con 30 poderi, che si sviluppava sulle colline limitrofe al paese. I fabbricati che si trovano sul retro del Palazzo un tempo erano fienili, magazzini del grano, stalle, scuderie, cantina, etc. ed avevano una loro funzione specifica. Venduta l'azienda agricola abbiamo conservato diversi strumenti e creato questa collezione a testimonianza di una vivace attività agricola.
Monica: Tra i vostri collaboratori, se non ricordo male, figura un giardiniere di lungo corso. Cosa avete imparato da lui, e lui da voi?
Beatrice: Nella mia vita ho visto susseguirsi 4 giardinieri: 2 di Tredozio, 1 proveniente dalla Polonia ( per 10 anni ) e ora un bravissimo giardiniere lucano ( Basilicata ). La cosa che accumuna tutte queste persone è l'amore per la nostra casa, per il nostro giardino, la passione e la condivisione dei nostri progetti. Siamo stati molto fortunati.
Monica: Quale futuro vorrebbe per Palazzo Fantini negli anni avvenire?
Beatrice: Vorrei che diventasse un luogo fruibile ad un pubblico sempre più vasto, amante del verde e della cultura.
Monica: Quanto del suo tempo investe nella gestione di Palazzo Fantini e di che cosa si occupa prevalentemente?
Beatrice: Circa 6 mesi l'anno, da Aprile ad Ottobre. Mi occupo della gestione clienti e promozione sia del Palazzo che della Torre Fantini. Mio padre cura invece tutti gli eventi culturali (concerti – mostre).
Monica: Qual è la particolarità del vostro giardino nel contesto agricolo dell'Emilia Romagna?
Beatrice: Il giardino risale all'ottocento, è un giardino di un Palazzo, non di una villa, quindi in centro paese. Il Palazzo come già detto era il centro di una grande azienda agricola e i diversi fabbricati ed annessi agricoli ne sono tutt'oggi la testimonianza.
Monica: Quali sono i motivi per visitare il Giardino di Palazzo Fantini?
Beatrice: Sicuramente il fatto di essere in una zona della Romagna (la Romagna Toscana) diversa da altre parti della nostra regione, perché si respira ancora l'influenza della cultura toscana.
Monica: Qual è la stagione migliore per apprezzare la sua proprietà?
Beatrice: Maggio-Giugno
Monica: Mi racconta, per chiudere, un aneddoto legato alla vostra proprietà?
Beatrice: Nei suoi quattrocento anni di storia, le mura di Palazzo Fantini sono state custodi di importanti avvenimenti che vanno dal risorgimento passando per l'occupazione tedesca fino ai tempi moderni. Ciò che mi piace ricordare con emozione è il giorno in cui Riccardo Muti ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Tredozio - era il 1992 - e per l'occasione ringraziò la cittadinanza con un concerto per pianoforte aperto e gratuito nella corte principale del nostro Palazzo.
Da un punto di vista storico, invece, tutto il nostro territorio, in particolare la cittadina di Modigliana, a 9 km da Tredozio, è legata alla figura di Silvestro Lega, uno dei primi esponenti del movimento dei Macchiaioli. Il Lega veniva spesso a Tredozio e aveva rapporti con le famiglie benestanti del paese e quindi anche la famiglia Fantini. In ricordo di questo legame speciale con il territorio nel 2007, il Museo San Domenico di Forlì dedicò a lui un'importante esposizione e per l'occasione la mia famiglia decise di onorare il ricordo del Lega con una mostra, correlata alla principale, allestita nella biblioteca del Palazzo, inaugurata dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi.
Monica: Palazzo Fantini è stato uno tra i primi Giardini ad aderire al network nel 1997. Cosa vi ha spinto allora a credere nell'idea di rete e cosa vi spinge ancora ad oggi a far parte del circuito?
Beatrice: Palazzo Fantini a differenza di altri giardini che fanno parte del vostro network, si trova situato in una zona che da un punto di vista naturalistico e paesaggistico è molto interessante, ma sicuramente rimane distante da quelli che sono i percorsi turistici più battuti. Questo per alcuni aspetti può essere un limite.
L'essere parte di GRANDI GIARDINI ITALIANI ci ha aiutato e tutt'ora ci aiuta ad uscire da questo “splendido isolamento” grazie al supporto stampa/comunicazione che ci date. Quindi il motivo principale per cui aderiamo a GRANDI GIARDINI ITALIANI è la visibilità che ci assicurate e che per noi è vitale, considerato anche il fatto che tutti in famiglia abbiamo altre attività e non avremmo abbastanza tempo di occuparcene in prima persona.
Oltre a ciò, essere parte di una realtà come la vostra ci permette di imparare, confrontarci, scambiare idee, etc. etc.
Monica: Da quanto tempo Palazzo Fantini è di proprietà della vostra famiglia?
Beatrice: Da sempre, dai primi del ‘500.
Monica: Quale rapporto ha Palazzo Fantini con il paese e la comunità?
Beatrice: Dagli anni ‘90 collaboriamo costantemente con il Comune di Tredozio che spesso patrocina e sponsorizza una parte degli eventi culturali che si svolgono presso la nostra struttura.
Monica: Quando avete creato il museo dedicato alle attrezzature agricole e che cosa vi ha spinto a realizzarlo?
Beatrice: La collezione è stata creata perché il Palazzo fino agli anni 70 era il cuore di una grande azienda agricola, circa 1000 ettari, con 30 poderi, che si sviluppava sulle colline limitrofe al paese. I fabbricati che si trovano sul retro del Palazzo un tempo erano fienili, magazzini del grano, stalle, scuderie, cantina, etc. ed avevano una loro funzione specifica. Venduta l'azienda agricola abbiamo conservato diversi strumenti e creato questa collezione a testimonianza di una vivace attività agricola.
Monica: Tra i vostri collaboratori, se non ricordo male, figura un giardiniere di lungo corso. Cosa avete imparato da lui, e lui da voi?
Beatrice: Nella mia vita ho visto susseguirsi 4 giardinieri: 2 di Tredozio, 1 proveniente dalla Polonia ( per 10 anni ) e ora un bravissimo giardiniere lucano ( Basilicata ). La cosa che accumuna tutte queste persone è l'amore per la nostra casa, per il nostro giardino, la passione e la condivisione dei nostri progetti. Siamo stati molto fortunati.
Monica: Quale futuro vorrebbe per Palazzo Fantini negli anni avvenire?
Beatrice: Vorrei che diventasse un luogo fruibile ad un pubblico sempre più vasto, amante del verde e della cultura.
Monica: Quanto del suo tempo investe nella gestione di Palazzo Fantini e di che cosa si occupa prevalentemente?
Beatrice: Circa 6 mesi l'anno, da Aprile ad Ottobre. Mi occupo della gestione clienti e promozione sia del Palazzo che della Torre Fantini. Mio padre cura invece tutti gli eventi culturali (concerti – mostre).
Monica: Qual è la particolarità del vostro giardino nel contesto agricolo dell'Emilia Romagna?
Beatrice: Il giardino risale all'ottocento, è un giardino di un Palazzo, non di una villa, quindi in centro paese. Il Palazzo come già detto era il centro di una grande azienda agricola e i diversi fabbricati ed annessi agricoli ne sono tutt'oggi la testimonianza.
Monica: Quali sono i motivi per visitare il Giardino di Palazzo Fantini?
Beatrice: Sicuramente il fatto di essere in una zona della Romagna (la Romagna Toscana) diversa da altre parti della nostra regione, perché si respira ancora l'influenza della cultura toscana.
Monica: Qual è la stagione migliore per apprezzare la sua proprietà?
Beatrice: Maggio-Giugno
Monica: Mi racconta, per chiudere, un aneddoto legato alla vostra proprietà?
Beatrice: Nei suoi quattrocento anni di storia, le mura di Palazzo Fantini sono state custodi di importanti avvenimenti che vanno dal risorgimento passando per l'occupazione tedesca fino ai tempi moderni. Ciò che mi piace ricordare con emozione è il giorno in cui Riccardo Muti ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Tredozio - era il 1992 - e per l'occasione ringraziò la cittadinanza con un concerto per pianoforte aperto e gratuito nella corte principale del nostro Palazzo.
Da un punto di vista storico, invece, tutto il nostro territorio, in particolare la cittadina di Modigliana, a 9 km da Tredozio, è legata alla figura di Silvestro Lega, uno dei primi esponenti del movimento dei Macchiaioli. Il Lega veniva spesso a Tredozio e aveva rapporti con le famiglie benestanti del paese e quindi anche la famiglia Fantini. In ricordo di questo legame speciale con il territorio nel 2007, il Museo San Domenico di Forlì dedicò a lui un'importante esposizione e per l'occasione la mia famiglia decise di onorare il ricordo del Lega con una mostra, correlata alla principale, allestita nella biblioteca del Palazzo, inaugurata dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi.
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Colui che si meraviglia della bellezza del mondo in estate troverà uguali motivi di meraviglia e ammirazione in inverno.- John Burroughs - |
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