Storia
La Villa e il giardino sono uno straordinario esempio del gusto e della cultura toscana del Settecento, nel quale è stata inserita recentemente una serra in cristallo con piante e fiori tropicali che, da marzo a novembre, si popola di splendidi esemplari di farfalle equatoriali e tropicali.
I Garzoni erano una potente famiglia di Pescia, di parte ghibellina, che aveva subito la confisca dei beni, il bando e l'esilio. Riparata a Lucca, dove era assurta alle più alte cariche dello stato, al momento di costruire una villa l'antico gusto della provocazione e della sfida l'aveva ricondotta
a questo luogo, sull'antico confine fra il Granducato e la Repubblica di Lucca.
La prima notizia della Villa risale al 1633 e al marchese Romano di Alessandro Garzoni, che probabilmente fu anche il primo architetto del giardino, nel 1652 già delineato nelle forme attuali. L'imponente opera richiese per il suo completamento l'arco di 170 anni e l'impegno di molte generazioni. L'ultimo assetto e il miracolo della Palazzina d'estate si devono al genio e al capriccio di Ottavino Diodati, traduttore dell'Encyclopédie ed esponente dell'illuminismo toscano. Il giardino, che si apre come un teatro, con giochi e trionfi d'acqua e vasche stellate, ha suscitato l'invidia di principi e re e può competere non solo con i grandi giardini italiani (Villa d'Este, Boboli, il Parco della Reggia di Caserta), ma anche con quelli europei come Versailles, Fontainbleau, Saint-Cloud, Postdam, Wichelmhohe e Schönbrunn di Vienna, con i quali esprime i grandi ideali post-rinascimentali, le rigorose strutture geometriche stemperate dal verde, dalla grazia dei fiori, dagli elementi comici, epici e fantastici di statue, mascheroni e fontane.
La Villa, detta delle cento finestre, è di una bellezza favolosa e assorta; ai piani nobili si trovano la camera che pare abbia ospitato Napoleone e una grande cucina, nella quale Carlo Collodi, nipote del fattore di casa Garzoni e autore del libro
Le Avventure di Pinocchio, visse momenti della sua infanzia.