Cenni storici
La spianata antistante il Castello di Montegalda, ove si presume nel 1387 si posizionassero i mangani del celebre assedio descritto da Conforto da Costoza, conserva l'immagine veneta di “luogo di delizie” con le sue decorazioni scultoree di Orazio Marinali e la bella loggetta di stile ed epoca palladiane.
Appunto su questa spianata tra il Sei e Settecento fu costruito il giardino all'italiana come la moda prevedeva.
Il giardino di Montegalda segue quella che fu l'evoluzione del giardino in Italia, dal momento in cui, superati i secoli del medioevo, in cui i giardini erano confinati nei conventi o nel cortile chiuso di qualche palazzo e a cui era legata più che una funzione ornamentale, una funzione utilitaria; si coltivavano per lo più erbe commestibili o medicinali ed erano di dimensioni piuttosto ridotte dati gli spazi disponibili. È nel Rinascimento che essi divengono via via luoghi di espressione del potere e della magnificenza della famiglia proprietaria. Ed è la Toscana centro di questa rinascita attraversi i Medici e via via questa moda si diffonde per tutta l'Italia.
Le aiuole divise secondo uno schema geometrico preciso, disegnavano percorsi ideologici e simbolici. Efssi avevano un senso politico nella promozione del successo della famiglia o del casato e contribuivano a circondare dimore di grande valore architettonico con un giardino ricco di piante fiori, cascate d'acqua, fontane, boschetti e labirinti. Grandi architetti parteciparono alla realizzazione di questi parchi.
Il giardino di Montegalda è un classico esempio di giardino Italiano che si può collocare come ideazione sul finire del Seicento, ma che conserva gli stilemi propri del giardino di delizia cui si aggiungono, sempre presi da una tradizione toscana, grandi vasi di limoni posti agli incroci delle aiuole o lungo i sentieri. La coltivazione dei limoni in vaso ebbe un grande successo sia per la nota altamente decorativa che donavano all'insieme della veduta, ma perché frutti preziosi quindi non per tutti, a cui venivano attribuite grandi doti salutari come del resto ancora oggi. Nel Veneto sarà Vincenzo Scamozzi che nei suoi scritti codificherà il disegno del giardino veneto, cui quello di Montegalda perfettamente si inserisce, con le sue aiuole squadrate, le statue che punteggiano di personaggi mitologici gli spazi ricordando all'ospite le virtù romane, con la fontana il pergolato in fondo al viale e la loggia sul lato opposto.
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