Cenni storici
Villa Pizzo prende il nome dallo sperone roccioso su cui sorge: Piz in dialetto significa punta, sporgenza. A metà strada tra Moltrasio e Cernobbio, la villa e tutti gli edifici ad essa annessi sono pienamente visibili solo dal lago. L'architettura semplice e geometrica, che perfettamente
si interseca con l'irregolarità e la varietà di stili e colori del giardino, rendono il Pizzo un luogo particolarmente suggestivo.
I terreni dove in seguito sorgerà la villa furono acquistati nel XV secolo dai Mugiasca, che custodirono Il Pizzo per quattro secoli. Tra i momenti cruciali della proprietà dei Mugiasca si ricorda la peste manzoniana del 1629 che vide il Pizzo divenire rifugio di molte persone in fuga dalle città infettate. In quest'occasione, sfruttando la manodopera dei tanti presenti, vennero eseguiti i terrazzamenti su cui oggi si estende il grande parco.
Tra gli illustri personaggi che frequentarono la Villa vi fu anche Alessandro Volta, ricordato da un monumento di commemorazione che i proprietari fecero costruire dopo la sua morte. Fu poi il vicerè del Lombardo-Veneto Ranieri d'Asburgo ad acquistare la proprietà. Al Pizzo egli arrivò accompagnato dal noto architetto paesaggistico Villoresi, già progettista della Villa Reale di Monza, che diede un assetto definitivo al parco. Con lo scoppio dei Moti del 1848 il viceré lasciò la
Villa che venne acquistata dalla madame parigina Elise Musard, che diede un tocco femminile alla Villa tingendola di rosa. Successivamente la Villa fu acquistata dai Volpi Bassani, che rispettarono le scelte architettoniche e stilistiche del passato aggiungendo però elementi di pregio che ancora si possono ammirare: il Mausoleo di famiglia, opera del noto architetto Luca Beltrami e la grande darsena, che si affaccia sul lago regalando una meravigliosa veduta panoramica.