“Voi che per il mondo andate errando,
vahgi di veder meraviglie alte et stupende,
venite qua, dove son faccende horrende,
elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi”.
Alla metà del millecinquecento Vicino Orsini, signore di Bomarzo, creò nella sua tenuta un labirinto di simboli dove si potesse vagare sino a smarrirsi, tra statue gigantesche e creature mostruose. Dopo la morte del Principe Orsini il Parco fu abbandonato e, a partire dal 1960, restaurato dalla famiglia Bettini.
La guida ''Bomarzo. Il Parco dei mostri'' ti porta alla scoperta di un giardino che, pur inserendosi a pieno titolo nella composita ed erudita cultura architettonico-naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un ''unicum'' nel suo genere, in quanto si differenzia dai raffinati giardini all'italiana rinascimentali. Il Giardino del Principe Orsini ha infatti la fame di essere un luogo particolare, non scandito da prospettive di viali ortogonali e simmetrici, presentandosi come avventurosa sequenza di apparizioni, ora spaventevoli, ora amene, che il visitatore scopre l'una dopo l'altra nel verde della selva.
vahgi di veder meraviglie alte et stupende,
venite qua, dove son faccende horrende,
elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi”.
Alla metà del millecinquecento Vicino Orsini, signore di Bomarzo, creò nella sua tenuta un labirinto di simboli dove si potesse vagare sino a smarrirsi, tra statue gigantesche e creature mostruose. Dopo la morte del Principe Orsini il Parco fu abbandonato e, a partire dal 1960, restaurato dalla famiglia Bettini.
La guida ''Bomarzo. Il Parco dei mostri'' ti porta alla scoperta di un giardino che, pur inserendosi a pieno titolo nella composita ed erudita cultura architettonico-naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un ''unicum'' nel suo genere, in quanto si differenzia dai raffinati giardini all'italiana rinascimentali. Il Giardino del Principe Orsini ha infatti la fame di essere un luogo particolare, non scandito da prospettive di viali ortogonali e simmetrici, presentandosi come avventurosa sequenza di apparizioni, ora spaventevoli, ora amene, che il visitatore scopre l'una dopo l'altra nel verde della selva.