Arriva la primavera al Giardino Torre del Real Bosco di Capodimonte a Napoli e con essa il tempo di concedersi una passeggiata nello storico giardino di delizie dei Borbone alla scoperta di alberi monumentali, secolari boschetti di camelie, antiche cultivar e serre di ananas.
A Napoli il Giardino Torre del Real Bosco di Capodimonte, ex fruttiera reale, giardino di delizie e vivaio all'interno della riserva di caccia voluta da Carlo di Borbone (1716-1788), è tappa ambita per chi desidera visitare uno scrigno prezioso di biodiversità mediterranee ed esotiche. Posto al margine nord orientale del Bosco di Capodimonte - il polmone verde più grande della città con i suoi 130 ettari di prati, alberi monumentali e oltre 400 specie botaniche - il Giardino Torre ha riaperto al pubblico nel luglio 2023 - dopo un lungo restauro botanico e architettonico sotto la direzione della società Delizie Reali Scarl - e oggi si presenta nella sua originaria vocazione di azienda agricola e giardino produttivo, museo vivo e laboratorio permanente di cucina mediterranea basata su principi di biodiversità e sostenibilità. Una tenuta storica di circa 20mila mq luogo ideale per tutti i gardening-enthusiast che desiderano riconnettersi alla natura, immergersi in spettacolari fioriture e passeggiare tra frutti esotici e antiche cultivar.
Varcando il cancello d'ingresso del Giardino Torre ci si ritrova immersi nell'Agrumeto Storico dei Borbone, dal 2021 nell'elenco degli Alberi Monumentali d'Italia: un filare di mandarini e aranci, bordato da siepi di mirto e disposto lungo il perimetro delle aree a frutteto e da un boschetto di mandarini e cultivar a spalliera di Sfusato amalfitano e limoni di Sorrento. Qui nel 1816, in via sperimentale, fu introdotto il mandarino che nel 1840 venne descritto da Michele Tenore, direttore dell'Orto Botanico di Napoli, con il nome di Citrus deliciosa. Addentrandosi lungo i viali della Fruttiera Reale, un tempo dispensa personale del Re, è inoltre possibile ammirare un impianto organizzato in filari di diverse specie frutticole: antiche cultivar di pere come la “Mastantuono”, La “Pera Coscia” e la “Spadona”, susine “Regina Claudia” e le ciliegie “O Monte” e “Giulia” e, ancora, filari di nespoli (giapponesi ed europei), alberi di albicocche, pesche nettarine, percoche e cachi. Dal mese di maggio fino a luglio, inoltre, il giardino è un'esplosione di susine e corbezzoli, fragole e gelsi. Arricchiscono la collezione anche varietà di agrumi e cultivar eccezionali come il cedro “Mano di Buddha” e il “Kaffir lime”. Al centro della Fruttiera si erge inoltre un maestoso esemplare di Canforo (Cinnammonum camphora), prezioso per le dimensioni e il valore storico, nonché per il suo valore ambientale di albero habitat. Arrivato dalla Cina intorno al 1825, questo esemplare è uno dei canfori più grandi d'Italia e dal 2021 rientra nella lista degli alberi monumentali. La sua chioma di 450 mq domina tutta la Fruttiera e ricopre nella sua interezza la fontana marmorea che si trova ai suoi piedi.
Dalla Real Fruttiera si accede al Giardino dei Fiori che, per gli aspetti architettonici, rappresenta la parte più preziosa dell'intero complesso, riabilitata e riaperta al pubblico grazie ad un progetto botanico realizzato sulla base di precise ricerche storiche e all'utilizzo di elenchi floristici e fotografie d'archivio. L'intervento, mirato al ripristino dell'area, ha permesso di ricreare un ambiente ricco di piante, esempio del migliore collezionismo botanico. Verso la fine dell'Ottocento, con il diffondersi della moda dell'esotismo, quest'area accoglieva infatti curiosità botaniche come banani rosa, magnolie tripetale, orchidee “scarpette di venere” e una ricca collezione di camelie antiche (ibridi di Camellia japonica) che ancora oggi si può ammirare. Oggi, durante il periodo primaverile ed estivo, il giardino diventa un'esplosione di colori e fiori provenienti da ogni parte del mondo: ci sono il geranio malvarosa (pelargonium graveolens), il glicine (wisteria chinensis), l'elegante Iris Germanica e ancora la Rosa bracteata, la bougainvillea californiana e la tulbaghia violacea originaria del Sudafrica. Tra le curiosità botaniche anche la Aristolochia Gigantea una rampicante tropicale che presenta grandi foglie cuoriformi e spettacolari fiori profumati, la Eremophilia Nivea pianta della seta tipica delle regioni ad Ovest dell'Australia, la Akebia Quinata caratterizzata da grandi foglie cerose e fiori profumati e ancora pennacchi rossi di Callistemone, siepi di L'Argyranthemum Frutescens e di Lentisco. Ai lati della fontana a nicchione posta al centro del Giardino si trovano le settecentesche “ananassiere” volute dai Borbone, piccole serre semi-interrate, realizzate in muratura e riscaldate generalmente con la semplice fermentazione del letame. Il margine destro è caratterizzato dall'Esedra con peri a spalliera e una vasca con ninfee ed altre specie vegetali acquatiche. Da qui, attraverso una sorta di “stanza” di passaggio si accede al Giardino della Purpignera dove anticamente si coltivavano piante ornamentali in vaso e dove ancora oggi si conservano un gelso e una spalliera di limoni varietà sfusato di Amalfi e Calabresella. Ma in primavera a colpire lo sguardo sono soprattutto i fiori che crescono nei due semenzai-bulberie dove è possibile ammirare calle e calendule, giacinti, dalie e agapanti ma anche varietà di fiori meno note come la emerocallide, la pontederia e il Cyperus Papirus pianta tropicale di grandi dimensioni, utilizzata dagli antichi egizi per produrre carta di papiro.
Storia, Orti, Cucina è la vocazione del sito che recupera la propria destinazione originaria di azienda agricola e giardino produttivo, ma anche di luogo di delizie, museo vivo, laboratorio permanente di cucina mediterranea basata sui principi di biodiversità e sostenibilità, centro didattico di educazione alimentare e botanica che vede la partecipazione di una comunità attiva costituita da associazioni culturali, cooperative sociali e piccole imprese virtuose del territorio. LaCaffetteria-Bistrot e la Pizzeria allestiti negli ambienti del Casamento storico, propongono un'offerta gastronomica che trae ispirazione dal luogo. La filosofia è quella della filiera corta e della stagionalità: dagli orti alla tavola. Gran parte dei prodotti usati in cucina provengono dagli orti della tenuta e da altri piccoli artigiani del territorio.
A Napoli il Giardino Torre del Real Bosco di Capodimonte, ex fruttiera reale, giardino di delizie e vivaio all'interno della riserva di caccia voluta da Carlo di Borbone (1716-1788), è tappa ambita per chi desidera visitare uno scrigno prezioso di biodiversità mediterranee ed esotiche. Posto al margine nord orientale del Bosco di Capodimonte - il polmone verde più grande della città con i suoi 130 ettari di prati, alberi monumentali e oltre 400 specie botaniche - il Giardino Torre ha riaperto al pubblico nel luglio 2023 - dopo un lungo restauro botanico e architettonico sotto la direzione della società Delizie Reali Scarl - e oggi si presenta nella sua originaria vocazione di azienda agricola e giardino produttivo, museo vivo e laboratorio permanente di cucina mediterranea basata su principi di biodiversità e sostenibilità. Una tenuta storica di circa 20mila mq luogo ideale per tutti i gardening-enthusiast che desiderano riconnettersi alla natura, immergersi in spettacolari fioriture e passeggiare tra frutti esotici e antiche cultivar.
Varcando il cancello d'ingresso del Giardino Torre ci si ritrova immersi nell'Agrumeto Storico dei Borbone, dal 2021 nell'elenco degli Alberi Monumentali d'Italia: un filare di mandarini e aranci, bordato da siepi di mirto e disposto lungo il perimetro delle aree a frutteto e da un boschetto di mandarini e cultivar a spalliera di Sfusato amalfitano e limoni di Sorrento. Qui nel 1816, in via sperimentale, fu introdotto il mandarino che nel 1840 venne descritto da Michele Tenore, direttore dell'Orto Botanico di Napoli, con il nome di Citrus deliciosa. Addentrandosi lungo i viali della Fruttiera Reale, un tempo dispensa personale del Re, è inoltre possibile ammirare un impianto organizzato in filari di diverse specie frutticole: antiche cultivar di pere come la “Mastantuono”, La “Pera Coscia” e la “Spadona”, susine “Regina Claudia” e le ciliegie “O Monte” e “Giulia” e, ancora, filari di nespoli (giapponesi ed europei), alberi di albicocche, pesche nettarine, percoche e cachi. Dal mese di maggio fino a luglio, inoltre, il giardino è un'esplosione di susine e corbezzoli, fragole e gelsi. Arricchiscono la collezione anche varietà di agrumi e cultivar eccezionali come il cedro “Mano di Buddha” e il “Kaffir lime”. Al centro della Fruttiera si erge inoltre un maestoso esemplare di Canforo (Cinnammonum camphora), prezioso per le dimensioni e il valore storico, nonché per il suo valore ambientale di albero habitat. Arrivato dalla Cina intorno al 1825, questo esemplare è uno dei canfori più grandi d'Italia e dal 2021 rientra nella lista degli alberi monumentali. La sua chioma di 450 mq domina tutta la Fruttiera e ricopre nella sua interezza la fontana marmorea che si trova ai suoi piedi.
Dalla Real Fruttiera si accede al Giardino dei Fiori che, per gli aspetti architettonici, rappresenta la parte più preziosa dell'intero complesso, riabilitata e riaperta al pubblico grazie ad un progetto botanico realizzato sulla base di precise ricerche storiche e all'utilizzo di elenchi floristici e fotografie d'archivio. L'intervento, mirato al ripristino dell'area, ha permesso di ricreare un ambiente ricco di piante, esempio del migliore collezionismo botanico. Verso la fine dell'Ottocento, con il diffondersi della moda dell'esotismo, quest'area accoglieva infatti curiosità botaniche come banani rosa, magnolie tripetale, orchidee “scarpette di venere” e una ricca collezione di camelie antiche (ibridi di Camellia japonica) che ancora oggi si può ammirare. Oggi, durante il periodo primaverile ed estivo, il giardino diventa un'esplosione di colori e fiori provenienti da ogni parte del mondo: ci sono il geranio malvarosa (pelargonium graveolens), il glicine (wisteria chinensis), l'elegante Iris Germanica e ancora la Rosa bracteata, la bougainvillea californiana e la tulbaghia violacea originaria del Sudafrica. Tra le curiosità botaniche anche la Aristolochia Gigantea una rampicante tropicale che presenta grandi foglie cuoriformi e spettacolari fiori profumati, la Eremophilia Nivea pianta della seta tipica delle regioni ad Ovest dell'Australia, la Akebia Quinata caratterizzata da grandi foglie cerose e fiori profumati e ancora pennacchi rossi di Callistemone, siepi di L'Argyranthemum Frutescens e di Lentisco. Ai lati della fontana a nicchione posta al centro del Giardino si trovano le settecentesche “ananassiere” volute dai Borbone, piccole serre semi-interrate, realizzate in muratura e riscaldate generalmente con la semplice fermentazione del letame. Il margine destro è caratterizzato dall'Esedra con peri a spalliera e una vasca con ninfee ed altre specie vegetali acquatiche. Da qui, attraverso una sorta di “stanza” di passaggio si accede al Giardino della Purpignera dove anticamente si coltivavano piante ornamentali in vaso e dove ancora oggi si conservano un gelso e una spalliera di limoni varietà sfusato di Amalfi e Calabresella. Ma in primavera a colpire lo sguardo sono soprattutto i fiori che crescono nei due semenzai-bulberie dove è possibile ammirare calle e calendule, giacinti, dalie e agapanti ma anche varietà di fiori meno note come la emerocallide, la pontederia e il Cyperus Papirus pianta tropicale di grandi dimensioni, utilizzata dagli antichi egizi per produrre carta di papiro.
Storia, Orti, Cucina è la vocazione del sito che recupera la propria destinazione originaria di azienda agricola e giardino produttivo, ma anche di luogo di delizie, museo vivo, laboratorio permanente di cucina mediterranea basata sui principi di biodiversità e sostenibilità, centro didattico di educazione alimentare e botanica che vede la partecipazione di una comunità attiva costituita da associazioni culturali, cooperative sociali e piccole imprese virtuose del territorio. LaCaffetteria-Bistrot e la Pizzeria allestiti negli ambienti del Casamento storico, propongono un'offerta gastronomica che trae ispirazione dal luogo. La filosofia è quella della filiera corta e della stagionalità: dagli orti alla tavola. Gran parte dei prodotti usati in cucina provengono dagli orti della tenuta e da altri piccoli artigiani del territorio.