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4 Febbraio 2021
Brandino Brandolini: il motore di Vistorta
Monica Lamberti intervista Brandino Brandolini d'Adda, Vistorta – Villa Brandolini d'Adda (Sacile, PN)
ML: Quando ha inizio la storia di Vistorta?
BB: La storia di Vistorta affonda le sue origini nel 1870 con l'acquisizione dell'area sulla quale sorge ora la Villa ottocentesca da parte della famiglia Brandolini tramite unione con la casata Rota. Fu il mio prozio, Guido Brandolini Rota che, nel XIX secolo, iniziò a realizzare a Vistorta una moderna ed efficiente azienda agricola dedita alla coltivazione di cereali, del baco da seta ed alla produzione di vini già allora molto rinomati. Nel 1872 termina la costruzione della Villa, della grande barchessa e delle scuderie, che fanno da cornice al parco, delimitato da un quadrilatero di mura in pietra con le originarie quattro torrette di ispirazione romantica. Da qui inizia la storia di Vistorta che prosegue negli anni e che il prossimo anno ci vedrà festeggiare i 150 anni.
ML: Vistorta è stata una tra le prime aziende in Friuli Venezia Giulia ad applicare un sistema di coltivazione biologico. Questa scelta ha comportato maggiori costi di produzione? Quali invece i vantaggi per la salute del consumatore e per la sua azienda?
BB: L'agricoltura biologica è una scelta, quella di fare un'agricoltura che sia in armonia con la natura e che elimini la chimica, che pur è stato un enorme punto avanti nella produttività dell'agricoltura negli ultimi 50 anni, ma che di contro è un'agricoltura molto invasiva, poco rispettosa dei suoli e della sua fertilità.
Dunque l'agricoltura biologica è proprio una scelta di rispetto per la natura, per la terra e per quello che si produce. Sicuramente quello che viene prodotto in agricoltura biologica, sia l'uva sia i grani, sono prodotti più sani e si salvaguardia la salute della terra.
Fare agricoltura biologica è più difficile, richiede molto più tempo, più attenzione, più conoscenza, più presenza. I costi non sono più alti, mentre l'utilizzo della terra è meno intensivo, le rotazioni permettono di tenere la terra sempre coperta e in attività, producendo effetti benefici, anche se c'è il rischio di perdere raccolti. In un sistema agricolo biologico ben avviato, si può entrare in una fase virtuosa e diventare, in senso generale, economicamente molto più produttivi. Però il passaggio è impegnativo, ci vogliono diversi anni di esperienza e di messa appunto del sistema ed è per questo che poche aziende si convertono al biologico, almeno qui da noi.
ML: Quando furono piantati gli esemplari di tigli, querce e cedri che oggi troneggiano nel Parco? Qual è il suo albero preferito?
BB: La storia del giardino inizia tra fine dell'Ottocento gli inizi del Novecento con le prime piantumazioni di tigli, querce, magnolie, faggi, olmi, taxodio, abeti, cedri, per opera di un fratello di mio prozio Guido Brandolini Rota, sullo stile dei giardini delle Ville venete che ancora oggi si possono ammirare.
Il mio albero preferito è difficile dirlo. Direi che a prima vista qui a Vistorta i Taxodium sono magnifici e i Tigli sono bellissimi specialmente in fioritura, poi ci sono le sequoie una coppia ginkgo biloba molto affascinanti, i liquidambar in autunno e le magnolie centenarie……
ML: Il giardino di VISTORTA, disegnato da Russell Page, è uno tra i pochissimi giardini visitabili in Italia del grande architetto del paesaggio inglese. Ci racconta di quando i suoi genitori lo conobbero?
BB: Mio padre e mia madre lo conobbero a cavallo tra il 1963-1964. Non ricordo esattamente la storia. All'epoca Russell Page, già conosciuto in Italia, fu chiamato dai miei genitori per la riorganizzazione e l'ampliamento del parco. Il suo intervento si tradusse in un allargamento a sinistra del giardino in una zona un tempo destinata a campi e nell'abbattimento di una parte del vecchio muro di cinta intervento che portò la Villa al centro del giardino. I lavori durarono per circa tre anni, fino al 1968, nei quali Russell Page trasformò il giardino creando «un grande parco romantico e naturalistico nella tradizione del giardino russo dell'Ottocento». Un parco elegante ma sobrio, romantico ma senza affettazioni, con i suoi specchi d'acqua originati da acque risorgive, boschetti di conifere, latifoglie e la ritrovata centralità della Villa.
ML: Ora che Il giardino ha raggiunto la sua maturità, quali sono i problemi di manutenzione che si trova quotidianamente a dover affrontare?
BB: La manutenzione è perenne e negli ultimi dieci anni sono stati effettuati diversi interventi di potature e lavori di riordino e piantumazioni. L'invecchiamento del giardino è legato soprattutto alle piante che cominciano ad avere dei problemi. Recentemente abbiamo perso gli ultimi olmi e due querce centenarie. La manutenzione è seguire l'evoluzione degli alberi, che hanno più di cento anni. Il problema principale è dunque la salute degli alberi e iniziare concepire come un giardino di questo tipo può evolvere negli anni futuri.
ML: A VISTORTA è custodita un'importante collezione di orchidee, se ne contano circa un migliaio. Può raccontarci come è nata e chi se ne prende cura?
BB: Silvia Richter che lavora in azienda da tanti anni, con tanta passione è l'artefice della ristrutturazione di questa collezione. Di fatto nasce non come collezione, ma con il grande amore per i fiori dei miei genitori alla fine degli anni sessanta. Mio padre costruì la Serra nel 1957 per le orchidee, un fiore raro all'epoca, e ne affidò la cura al nostro giardiniere Egidio che ha lavorato qui a Vistorta per circa cinquant'anni o forse anche di più. Le orchidee provenivano per lo più dal famoso vivaista francese Lecoufle che all'epoca era il maggior intenditore di orchidee. Dunque la collezione di orchidee di Vistorta cresce negli anni arricchendosi sempre di nuove specie che in tutte le stagioni adornavano con le loro fioriture la villa.
ML: Lo scorso settembre VISTORTA ha ospitato la Conferenza ''Russell Page a Vistorta: uno dei principali paesaggisti del ‘900 a Villa Brandolini d'Adda'' a cura della garden design Elisa Tomat. Per chi non avesse potuto partecipare all'incontro è disponibile una registrazione o una pubblicazione degli atti del convegno?
BB: Al momento abbiamo la registrazione degli atti che non abbiamo ancora messo a disposizione del pubblico. Prossimamente vorremmo realizzare insieme a Elisa Tomat un piccolo testo da poter pubblicare che racconti la storia del giardino di Vistorta e con l'arrivo di Russell Page e la sua grande rivoluzione.
ML: Durante il periodo dell'isolamento ha potuto godere del suo magnifico giardino? Ha avuto possibilità di trascorrere più tempo a VISTORTA?
BB: Vivo Il Parco costantemente in tutte le sue stagioni osservando la continua evoluzione ed approfondendo la conoscenza di tutte le sue piante. E' una presenza costante essenziale per vivere e capire i lavori da farsi. L'isolamento mi ha permesso di seguirlo con più tranquillità in una calma un po surreale in una splendida primavera.
ML: In termini produttivi la Vendemmia 2020 può essere considerata come una buona annata?
BB: La potrei definire un'ottima annata non molto abbondante.
ML: Quale proprietà del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
BB: Diversi. Grandi Giardini Italiani è una bellissima collezione di storia di giardini e di proprietà che fa onore a Voi e fa vedere una pagina dell'Italia che non tutti conoscono e di cui siamo felici di essere parte.
INFORMAZIONI
Vistorta – Villa Brandolini d'Adda
Via Vistorta, 82 - 33077 Sacile (PN) - T. +39 0434 71135
VISITE: su prenotazione
ML: Quando ha inizio la storia di Vistorta?
BB: La storia di Vistorta affonda le sue origini nel 1870 con l'acquisizione dell'area sulla quale sorge ora la Villa ottocentesca da parte della famiglia Brandolini tramite unione con la casata Rota. Fu il mio prozio, Guido Brandolini Rota che, nel XIX secolo, iniziò a realizzare a Vistorta una moderna ed efficiente azienda agricola dedita alla coltivazione di cereali, del baco da seta ed alla produzione di vini già allora molto rinomati. Nel 1872 termina la costruzione della Villa, della grande barchessa e delle scuderie, che fanno da cornice al parco, delimitato da un quadrilatero di mura in pietra con le originarie quattro torrette di ispirazione romantica. Da qui inizia la storia di Vistorta che prosegue negli anni e che il prossimo anno ci vedrà festeggiare i 150 anni.
ML: Vistorta è stata una tra le prime aziende in Friuli Venezia Giulia ad applicare un sistema di coltivazione biologico. Questa scelta ha comportato maggiori costi di produzione? Quali invece i vantaggi per la salute del consumatore e per la sua azienda?
BB: L'agricoltura biologica è una scelta, quella di fare un'agricoltura che sia in armonia con la natura e che elimini la chimica, che pur è stato un enorme punto avanti nella produttività dell'agricoltura negli ultimi 50 anni, ma che di contro è un'agricoltura molto invasiva, poco rispettosa dei suoli e della sua fertilità.
Dunque l'agricoltura biologica è proprio una scelta di rispetto per la natura, per la terra e per quello che si produce. Sicuramente quello che viene prodotto in agricoltura biologica, sia l'uva sia i grani, sono prodotti più sani e si salvaguardia la salute della terra.
Fare agricoltura biologica è più difficile, richiede molto più tempo, più attenzione, più conoscenza, più presenza. I costi non sono più alti, mentre l'utilizzo della terra è meno intensivo, le rotazioni permettono di tenere la terra sempre coperta e in attività, producendo effetti benefici, anche se c'è il rischio di perdere raccolti. In un sistema agricolo biologico ben avviato, si può entrare in una fase virtuosa e diventare, in senso generale, economicamente molto più produttivi. Però il passaggio è impegnativo, ci vogliono diversi anni di esperienza e di messa appunto del sistema ed è per questo che poche aziende si convertono al biologico, almeno qui da noi.
ML: Quando furono piantati gli esemplari di tigli, querce e cedri che oggi troneggiano nel Parco? Qual è il suo albero preferito?
BB: La storia del giardino inizia tra fine dell'Ottocento gli inizi del Novecento con le prime piantumazioni di tigli, querce, magnolie, faggi, olmi, taxodio, abeti, cedri, per opera di un fratello di mio prozio Guido Brandolini Rota, sullo stile dei giardini delle Ville venete che ancora oggi si possono ammirare.
Il mio albero preferito è difficile dirlo. Direi che a prima vista qui a Vistorta i Taxodium sono magnifici e i Tigli sono bellissimi specialmente in fioritura, poi ci sono le sequoie una coppia ginkgo biloba molto affascinanti, i liquidambar in autunno e le magnolie centenarie……
ML: Il giardino di VISTORTA, disegnato da Russell Page, è uno tra i pochissimi giardini visitabili in Italia del grande architetto del paesaggio inglese. Ci racconta di quando i suoi genitori lo conobbero?
BB: Mio padre e mia madre lo conobbero a cavallo tra il 1963-1964. Non ricordo esattamente la storia. All'epoca Russell Page, già conosciuto in Italia, fu chiamato dai miei genitori per la riorganizzazione e l'ampliamento del parco. Il suo intervento si tradusse in un allargamento a sinistra del giardino in una zona un tempo destinata a campi e nell'abbattimento di una parte del vecchio muro di cinta intervento che portò la Villa al centro del giardino. I lavori durarono per circa tre anni, fino al 1968, nei quali Russell Page trasformò il giardino creando «un grande parco romantico e naturalistico nella tradizione del giardino russo dell'Ottocento». Un parco elegante ma sobrio, romantico ma senza affettazioni, con i suoi specchi d'acqua originati da acque risorgive, boschetti di conifere, latifoglie e la ritrovata centralità della Villa.
ML: Ora che Il giardino ha raggiunto la sua maturità, quali sono i problemi di manutenzione che si trova quotidianamente a dover affrontare?
BB: La manutenzione è perenne e negli ultimi dieci anni sono stati effettuati diversi interventi di potature e lavori di riordino e piantumazioni. L'invecchiamento del giardino è legato soprattutto alle piante che cominciano ad avere dei problemi. Recentemente abbiamo perso gli ultimi olmi e due querce centenarie. La manutenzione è seguire l'evoluzione degli alberi, che hanno più di cento anni. Il problema principale è dunque la salute degli alberi e iniziare concepire come un giardino di questo tipo può evolvere negli anni futuri.
ML: A VISTORTA è custodita un'importante collezione di orchidee, se ne contano circa un migliaio. Può raccontarci come è nata e chi se ne prende cura?
BB: Silvia Richter che lavora in azienda da tanti anni, con tanta passione è l'artefice della ristrutturazione di questa collezione. Di fatto nasce non come collezione, ma con il grande amore per i fiori dei miei genitori alla fine degli anni sessanta. Mio padre costruì la Serra nel 1957 per le orchidee, un fiore raro all'epoca, e ne affidò la cura al nostro giardiniere Egidio che ha lavorato qui a Vistorta per circa cinquant'anni o forse anche di più. Le orchidee provenivano per lo più dal famoso vivaista francese Lecoufle che all'epoca era il maggior intenditore di orchidee. Dunque la collezione di orchidee di Vistorta cresce negli anni arricchendosi sempre di nuove specie che in tutte le stagioni adornavano con le loro fioriture la villa.
ML: Lo scorso settembre VISTORTA ha ospitato la Conferenza ''Russell Page a Vistorta: uno dei principali paesaggisti del ‘900 a Villa Brandolini d'Adda'' a cura della garden design Elisa Tomat. Per chi non avesse potuto partecipare all'incontro è disponibile una registrazione o una pubblicazione degli atti del convegno?
BB: Al momento abbiamo la registrazione degli atti che non abbiamo ancora messo a disposizione del pubblico. Prossimamente vorremmo realizzare insieme a Elisa Tomat un piccolo testo da poter pubblicare che racconti la storia del giardino di Vistorta e con l'arrivo di Russell Page e la sua grande rivoluzione.
ML: Durante il periodo dell'isolamento ha potuto godere del suo magnifico giardino? Ha avuto possibilità di trascorrere più tempo a VISTORTA?
BB: Vivo Il Parco costantemente in tutte le sue stagioni osservando la continua evoluzione ed approfondendo la conoscenza di tutte le sue piante. E' una presenza costante essenziale per vivere e capire i lavori da farsi. L'isolamento mi ha permesso di seguirlo con più tranquillità in una calma un po surreale in una splendida primavera.
ML: In termini produttivi la Vendemmia 2020 può essere considerata come una buona annata?
BB: La potrei definire un'ottima annata non molto abbondante.
ML: Quale proprietà del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
BB: Diversi. Grandi Giardini Italiani è una bellissima collezione di storia di giardini e di proprietà che fa onore a Voi e fa vedere una pagina dell'Italia che non tutti conoscono e di cui siamo felici di essere parte.
INFORMAZIONI
Vistorta – Villa Brandolini d'Adda
Via Vistorta, 82 - 33077 Sacile (PN) - T. +39 0434 71135
VISITE: su prenotazione
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L’amore per la famiglia e per il luogo che mi ha visto nascere e crescere è il motore della mia esistenza.- Brandino Brandolini - |
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