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10 Dicembre 2020
Libris satiari nequeo
Monica Lamberti intervista Giovanna Nocivelli, Direttore della Fondazione Ugo Da Como – Rocca di Lonato del Garda (Lonato del Garda, BS)
ML: Diventare Direttore della Fondazione Ugo Da Como è un deciso impegno a favore del territorio, in quanto all'interno del complesso monumentale cui appartiene la Rocca di Lonato del Garda si conserva un'importante raccolta dedicata alla Storia di Brescia e del Garda.
Quali sono i motivi che l'hanno portata ad accettare l'incarico?
GN: Ho avuto l'occasione di conoscere questa Istituzione in seguito alle frequentazioni di mio zio Luigi Nocivelli, imprenditore bresciano con la passione per il libro antico, e di Sua moglie Barbara.
A Lonato si custodisce un tesoro immenso che merita di cure costanti, quando si è prospettata l'opportunità di occuparmene direttamente ho accettato l'incarico.
Credo che le mie esperienze in campo imprenditoriale possano contribuire a reperire gli strumenti per rilanciare questo incredibile polo culturale. Naturalmente è stato determinante l'affetto che mi lega allo zio Luigi: mi piace credere che nel mio impegno prosegua la sua determinazione e la sua sensibilità per il Bello e per la Cultura.
ML: La Fondazione Ugo Da Como ha sede nella Rocca viscontea veneta di Lonato del Garda, monumento nazionale che il Senatore Ugo Da Como (1869-1941) volle salvare dal degrado in cui riversava sin dalla fine dell'Ottocento. La Fondazione è una sorta di forziere che custodisce diverse collezioni. Ci può illustrare quella più importante?
GN: Il nome di Ugo Da Como è legato alla straordinaria passione bibliofila che gli ha permesso di istituire, in questo bellissimo borgo dell'entroterra del Lago di Garda, quella che è considerata una delle biblioteche private più importanti in Italia settentrionale. La quattrocentesca Casa del Podestà, incastonata nel complesso monumentale che la Fondazione gestisce, è una vera e propria “casa biblioteca”: ci sono libri preziosi ovunque.
Il sogno liberale di Ugo Da Como ambiva a rendere disponibile questo prezioso patrimonio a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni.La Biblioteca è certamente la Collezione più importante che il Senatore ha voluto regalare a tutti noi.
ML: Visitare la “Casa del Podestà” significa inoltrarsi tra le stanze di una Casa Museo, e scoprirne gli innumerevoli tesori che ciascuna di essa conserva gelosamente. Ad esempio nella Sala della Vittoria si trova il libro più piccolo al mondo stampato a Padova nel 1897, mentre il soffitto della Sala Cerutti è impreziosito dal famoso motto di Francesco Petrarca LIBRIS SATIARI NEQUEO (Non riesco a saziarmi di libri). Personalmente, qual è la stanza che preferisce e perché?
GN: In questo momento la mia attenzione è rivolta alla stanza maggiore della Casa Museo: il grande vestibolo di ingresso chiamato da Ugo Da Como “Galleria”.
Qualche mese fa ho avuto modo di conoscere una persona veramente speciale, il Dottor Flavio Raimondo, Amministratore delegato della Green Up. Da un colloquio è emersa la possibilità di ottenere da questa Società un finanziamento per restaurare completamente la Galleria.
In questo periodo i lavori stanno per essere ultimati e potremo presentare nella Primavera del prossimo anno la conclusione di una grande avventura che ha confermato il binomio impresa-cultura. Il restauro, attentamente seguito dalla Soprintendenza, ha permesso di attribuire tre affreschi al giovane Girolamo Romanino, uno dei maggiori artisti bresciani del Cinquecento.
Queste sono le gratificazioni più importanti del mio lavoro!
ML: Suo zio Luigi Nocivelli, noto imprenditore bresciano originario di Verolanuova, aveva collezionato nella sua vita preziosissimi e rari volumi di diverse epoche, si va dal ‘400 al ‘900, e di vari argomenti, che spaziano dall'archeologia all'architettura. Quando fu donata l'intera collezione, inclusa la raccolta di Giovanni Battista Piranesi, alla Fondazione Ugo Da Como? Ha qualche ricordo a riguardo?
GN: La Collezione di mio zio è stata depositata alla Fondazione Ugo Da Como nel 2011 per poter essere disponibile agli studiosi, esattamente come accade per il Fondo di Ugo Da Como.
Dello zio ricordo una grande sensibilità per il libro antico, per le provenienze importanti, per lo stato di conservazione e per le belle legature. Negli ultimi anni egli ebbe l'occasione di frequentare la Biblioteca del Senatore perché confrontava gli esemplari custoditi dalla Fondazione con quelli che avrebbe desiderato acquistare. Le conoscenze nel campo del libro antico e la sua esperienza imprenditoriale vennero messe al servizio del Consiglio di Amministrazione di cui fu consulente dal 2004 al 2006. La scelta operata dalla moglie Barbara mi è parsa del tutto naturale a conferma della generosità di un imprenditore-bibliofilo del tutto sui generis e della sua famiglia.
Tutti gli imprenditori collezionano, arrivare alla decisione di restituire qualcosa alla comunità mi sembra un gesto di sensibilità non scontato e degno di essere ricordato. Anche per questo sono particolarmente fiera di dedicare il mio tempo alla Fondazione Ugo Da Como.
ML: Educare i giovani alla ricerca e all'amore per i libri aiuta a costruire una società più equa portando il sapere oltre i salotti dell'élite. Si può affermare che questo spirito anima i progetti che la Fondazione porta avanti con le scuole? Qual è invece il ruolo in che la Fondazione svolge nello scenario culturale bresciano in generale?
GN: La Fondazione Ugo Da Como è stata istituita dal Senatore proprio nella certezza che la Biblioteca potesse costituire uno stimolo alle conoscenze delle nuove generazioni.
Tutti i nostri progetti sono rivolti alla conservazione e valorizzazione dell'ingente patrimonio immobiliare, delle collezioni artistiche, bibliografiche e documentarie, oltre che alla realizzazione di progetti didattici rivolti alle scuole di ogni ordine e grado.
Vedo la Fondazione Ugo Da Como come un presidio per la tutela della memoria bresciana e del Bello in generale.
La Biblioteca costituisce un bacino importante per la storia dell'intera regione benacense cui tutti gli interessati possono trovare accoglienza.
Non possiamo tralasciare l'attenzione rispetto al Paese di Lonato del Garda, ai cittadini e agli studenti della cittadina. Sempre contando sulla consolidata partnership istituita ormai da tempo con l'Amministrazione comunale sono certa che i progetti aumenteranno dimostrando la benefica ricaduta che un museo può avere all'interno della Comunità che lo ospita.
ML: In questo “annus horribilis” la Fondazione ha ricevuto un'importante donazione, una gipsoteca, alla quale si dedicheranno nuovi spazi espositivi. Ci può parlare della nuova donazione? Chi ha seguito il progetto di ampliamento? Quali sono stati gli investimenti necessari per renderla fruibile al largo pubblico?
GN: Negli ultimi anni la Fondazione Ugo Da Como è stata riconosciuta come una Istituzione di riferimento e in grado di garantire la tutela di importanti testimonianze storiche e artistiche. Nel 2010 abbiamo ricevuto la donazione dell'Archivio Tagliaferri: Antonio e Giovanni Tagliaferri furono due protagonisti della scena architettonica bresciana a cavallo tra Ottocento e Novecento. La Fondazione garantisce la consultabilità di questo fondo archivistico a chiunque ne sia interessato.
Nel 2011 è giunto il deposito Nocivelli.
Nel novembre di questo anno, molto difficile per tutti, ho firmato con il Presidente un atto notarile che ha permesso alla Fondazione un ulteriore arricchimento. Si tratta di circa 400 sculture in gesso che costituiscono la “Gipsoteca Lombardi”. Davide Lombardi fu l'imprenditore bresciano che fornì i marmi per la costruzione del Vittoriano a Roma, fortemente voluto dall'allora ministro dei lavori pubblici Giuseppe Zanardelli, il padre spirituale di Ugo Da Como. La scelta delle sorelle Virginia e Iole Lombardi è la conferma dello spirito che ancora connota l'imprenditoria bresciana: un gesto di grande liberalità che da un lato ci inorgoglisce e dall'altro ci sprona a fare ancora meglio per salvaguardare la Storia bresciana, confermando il ruolo di questa Istituzione, esattamente come delineato dal nostro Fondatore.
Il nuovo progetto espositivo è seguito dai nostri validissimi collaboratori Stefano Lusardi e Roberta Valbusa, mentre gli spazi saranno definiti dall'Architetto Corrado Tagliabue. Gli investimenti necessari saranno ingenti ma sono certa che, con l'aiuto delle Istituzioni pubbliche e private, potremo presentare la Gipsoteca Lombardi nel 2023, anno in cui Bergamo e Brescia saranno Capitali italiane della Cultura.
ML: Può condividere con noi la sua visione per lo sviluppo della Fondazione Ugo Da Como nei prossimi anni?
GN: La Fondazione Ugo Da Como è a capo di un complesso monumentale molto articolato ma non del tutto visibile. Vorrei restituire ai visitatori, al pubblico e ai cittadini italiani tutto ciò che inorgogliva il Senatore, tutto ciò che ci ha affidato affinchè fosse conosciuto, valorizzato e tutelato. La grande Rocca visconteo veneta, la Casa Museo e la Biblioteca sono poste all'interno di giardini e di un grande parco concesso in uso pubblico. Ebbene vorrei che riaffiorasse l'idea di un percorso in grado di coniugare gli spazi museali alle aree rurali, ai vigneti, al bosco, alle aree coltivate che ancora rendono del tutto speciale il lascito di Ugo Da Como. Contestualmente vorrei consolidare il “Club della Rocca”, un sodalizio di sensibili imprenditori bresciani che condividano e contribuiscano alla rinascita del progetto umanistico, culturale e, perché no, turistico di Ugo Da Como. Mi piace avere la consapevolezza che accanto alla Fondazione siano presenti volontari straordinari, costituiti sin dal 1994 nell'Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como; senza di loro il nostro lavoro non sarebbe così bello.
ML: Visitando i Grandi Giardini Italiani mi accorgo che non esiste, salvo in pochissimi casi come il Vaticano o Le Isole Borromee, un archivio dedicato al giardino e che i disegni e la documentazione relativa alla loro creazione sono andati spesso persi nei secoli. Quale importanza ha per Lei, nell'ottica della valorizzazione del bene culturale, la conservazione dei documenti relativi alla sua storia?
GN: Gli archivi sono Luoghi importantissimi per la tutela della memoria.
La Fondazione Ugo Da Como è una Istituzione in cui i Beni culturali vengono valorizzati e in cui i documenti vengono custoditi. L'importanza del documento e la sua conservazione ha una importanza imprescindibile.
ML: Il sogno di Judith Wade sarebbe di creare insieme a Lei, presso La Fondazione Ugo Da Como, un archivio dedicato ai Grandi Giardini Italiani, per raccogliere in un unico luogo preziosi documenti dedicati alla storia dell'arte dei giardini italiani e favorirne l'accessibilità al pubblico. Cosa ne pensa?
GN: Sono molto favorevole a valutare con Grandi Giardini Italiani ogni opportunità di collaborazione perché da tempo conosco questo eccellente network e sono certa che potremo realizzare qualcosa di molto importante anche per la storia dell'arte dei giardini italiani.
ML: Quando penso alla Rocca di Lonato del Garda mi viene in mente il capolavoro di Umberto Eco, Il Nome della Rosa. Così come il Castello si faceva custode dell'immensa biblioteca labirintica, il complesso monumentale di Lonato conserva, negli eleganti saloni della sua Casa Museo in cui si respira l'atmosfera tipica delle case ottocentesche, preziosi libri, testimoni di un tempo in cui la lettura faceva parte dell'“otium litteratum”. Oggi riscontra nei suoi visitatori la stessa passione? E se sì in che percentuale?
GN: Anche durante il delicato momento del contingentamento cui abbiamo dovuto far fronte in questo anno, abbiamo incontrato gli sguardi stupiti e ammirati dei nostri visitatori. Credo che la passione giunga attraverso la conoscenza. Abbiamo il dovere di porgere esempi concreti e azioni in grado di confermare il nostro ruolo. Abbiamo un compito importante, quello di impedire che la Bellezza si impoverisca perché attraverso questi Luoghi, che sono presidi fondamentali per la Cultura e per la Civiltà, si può realmente contribuire al benessere della nostra società. Credo che nessuno dei nostri ospiti rimanga insensibile all'atmosfera che Ugo Da Como ha instillato in ogni parte del complesso monumentale di Lonato del Garda, permettendo alla sua passione di essere colta da chiunque, anche non esperto, desideri volgere lo sguardo su questo strepitoso lascito.
ML: Mi fa piacere ricordare agli amici dei Grandi Giardini Italiani che la sua famiglia ha donato ai cittadini di Verolanuova uno splendido giardino: il Parco Angelo e Lina Nocivelli. Ha ricordi legati ad esso che vuole condividere con noi?
GN: Lo zio Luigi ha sempre avuto moltissima passione per il verde, tanto che la sua casa di Verolanuova è arricchita di un bellissimo giardino, estremamente curato. In seguito, l'idea di un vero e proprio parco pubblico da donare alla comunità, genera dall'intento di restituire qualcosa di durevole ai cittadini del paese in cui la principale attività imprenditoriale Nocivelli è nata e si è sviluppata. Questo parco, accolto nel network Grandi Giardini Italiani, permette di rinnovare il ricordo di Luigi Nocivelli e naturalmente dei genitori Angelo e Lina ai quali è stato espressamente dedicato.
ML: Per concludere, quale giardino del Network vorrebbe visitare e perché?
GN: Vorrei visitare e conoscere meglio tutti i giardini bresciani perché credo che tutti gli attori attivi all'interno di un medesimo territorio dovrebbero lavorare insieme per unire le forze nel raggiungimento di uno scopo condiviso. Anche la realizzazione di un itinerario comune potrebbe concretamente aiutarci a rendere ancora più visibili i Luoghi meravigliosi che siamo chiamati a custodire.
INFORMAZIONI
Complesso Monumentale della Fondazione Ugo Da Como
Via Rocca, 2 - 25017 Lonato del Garda (BS)
T. +39 030 9130060 - E. info@fondazioneugodacomo.it - www.fondazioneugodacomo.it
ML: Diventare Direttore della Fondazione Ugo Da Como è un deciso impegno a favore del territorio, in quanto all'interno del complesso monumentale cui appartiene la Rocca di Lonato del Garda si conserva un'importante raccolta dedicata alla Storia di Brescia e del Garda.
Quali sono i motivi che l'hanno portata ad accettare l'incarico?
GN: Ho avuto l'occasione di conoscere questa Istituzione in seguito alle frequentazioni di mio zio Luigi Nocivelli, imprenditore bresciano con la passione per il libro antico, e di Sua moglie Barbara.
A Lonato si custodisce un tesoro immenso che merita di cure costanti, quando si è prospettata l'opportunità di occuparmene direttamente ho accettato l'incarico.
Credo che le mie esperienze in campo imprenditoriale possano contribuire a reperire gli strumenti per rilanciare questo incredibile polo culturale. Naturalmente è stato determinante l'affetto che mi lega allo zio Luigi: mi piace credere che nel mio impegno prosegua la sua determinazione e la sua sensibilità per il Bello e per la Cultura.
ML: La Fondazione Ugo Da Como ha sede nella Rocca viscontea veneta di Lonato del Garda, monumento nazionale che il Senatore Ugo Da Como (1869-1941) volle salvare dal degrado in cui riversava sin dalla fine dell'Ottocento. La Fondazione è una sorta di forziere che custodisce diverse collezioni. Ci può illustrare quella più importante?
GN: Il nome di Ugo Da Como è legato alla straordinaria passione bibliofila che gli ha permesso di istituire, in questo bellissimo borgo dell'entroterra del Lago di Garda, quella che è considerata una delle biblioteche private più importanti in Italia settentrionale. La quattrocentesca Casa del Podestà, incastonata nel complesso monumentale che la Fondazione gestisce, è una vera e propria “casa biblioteca”: ci sono libri preziosi ovunque.
Il sogno liberale di Ugo Da Como ambiva a rendere disponibile questo prezioso patrimonio a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni.La Biblioteca è certamente la Collezione più importante che il Senatore ha voluto regalare a tutti noi.
ML: Visitare la “Casa del Podestà” significa inoltrarsi tra le stanze di una Casa Museo, e scoprirne gli innumerevoli tesori che ciascuna di essa conserva gelosamente. Ad esempio nella Sala della Vittoria si trova il libro più piccolo al mondo stampato a Padova nel 1897, mentre il soffitto della Sala Cerutti è impreziosito dal famoso motto di Francesco Petrarca LIBRIS SATIARI NEQUEO (Non riesco a saziarmi di libri). Personalmente, qual è la stanza che preferisce e perché?
GN: In questo momento la mia attenzione è rivolta alla stanza maggiore della Casa Museo: il grande vestibolo di ingresso chiamato da Ugo Da Como “Galleria”.
Qualche mese fa ho avuto modo di conoscere una persona veramente speciale, il Dottor Flavio Raimondo, Amministratore delegato della Green Up. Da un colloquio è emersa la possibilità di ottenere da questa Società un finanziamento per restaurare completamente la Galleria.
In questo periodo i lavori stanno per essere ultimati e potremo presentare nella Primavera del prossimo anno la conclusione di una grande avventura che ha confermato il binomio impresa-cultura. Il restauro, attentamente seguito dalla Soprintendenza, ha permesso di attribuire tre affreschi al giovane Girolamo Romanino, uno dei maggiori artisti bresciani del Cinquecento.
Queste sono le gratificazioni più importanti del mio lavoro!
ML: Suo zio Luigi Nocivelli, noto imprenditore bresciano originario di Verolanuova, aveva collezionato nella sua vita preziosissimi e rari volumi di diverse epoche, si va dal ‘400 al ‘900, e di vari argomenti, che spaziano dall'archeologia all'architettura. Quando fu donata l'intera collezione, inclusa la raccolta di Giovanni Battista Piranesi, alla Fondazione Ugo Da Como? Ha qualche ricordo a riguardo?
GN: La Collezione di mio zio è stata depositata alla Fondazione Ugo Da Como nel 2011 per poter essere disponibile agli studiosi, esattamente come accade per il Fondo di Ugo Da Como.
Dello zio ricordo una grande sensibilità per il libro antico, per le provenienze importanti, per lo stato di conservazione e per le belle legature. Negli ultimi anni egli ebbe l'occasione di frequentare la Biblioteca del Senatore perché confrontava gli esemplari custoditi dalla Fondazione con quelli che avrebbe desiderato acquistare. Le conoscenze nel campo del libro antico e la sua esperienza imprenditoriale vennero messe al servizio del Consiglio di Amministrazione di cui fu consulente dal 2004 al 2006. La scelta operata dalla moglie Barbara mi è parsa del tutto naturale a conferma della generosità di un imprenditore-bibliofilo del tutto sui generis e della sua famiglia.
Tutti gli imprenditori collezionano, arrivare alla decisione di restituire qualcosa alla comunità mi sembra un gesto di sensibilità non scontato e degno di essere ricordato. Anche per questo sono particolarmente fiera di dedicare il mio tempo alla Fondazione Ugo Da Como.
ML: Educare i giovani alla ricerca e all'amore per i libri aiuta a costruire una società più equa portando il sapere oltre i salotti dell'élite. Si può affermare che questo spirito anima i progetti che la Fondazione porta avanti con le scuole? Qual è invece il ruolo in che la Fondazione svolge nello scenario culturale bresciano in generale?
GN: La Fondazione Ugo Da Como è stata istituita dal Senatore proprio nella certezza che la Biblioteca potesse costituire uno stimolo alle conoscenze delle nuove generazioni.
Tutti i nostri progetti sono rivolti alla conservazione e valorizzazione dell'ingente patrimonio immobiliare, delle collezioni artistiche, bibliografiche e documentarie, oltre che alla realizzazione di progetti didattici rivolti alle scuole di ogni ordine e grado.
Vedo la Fondazione Ugo Da Como come un presidio per la tutela della memoria bresciana e del Bello in generale.
La Biblioteca costituisce un bacino importante per la storia dell'intera regione benacense cui tutti gli interessati possono trovare accoglienza.
Non possiamo tralasciare l'attenzione rispetto al Paese di Lonato del Garda, ai cittadini e agli studenti della cittadina. Sempre contando sulla consolidata partnership istituita ormai da tempo con l'Amministrazione comunale sono certa che i progetti aumenteranno dimostrando la benefica ricaduta che un museo può avere all'interno della Comunità che lo ospita.
ML: In questo “annus horribilis” la Fondazione ha ricevuto un'importante donazione, una gipsoteca, alla quale si dedicheranno nuovi spazi espositivi. Ci può parlare della nuova donazione? Chi ha seguito il progetto di ampliamento? Quali sono stati gli investimenti necessari per renderla fruibile al largo pubblico?
GN: Negli ultimi anni la Fondazione Ugo Da Como è stata riconosciuta come una Istituzione di riferimento e in grado di garantire la tutela di importanti testimonianze storiche e artistiche. Nel 2010 abbiamo ricevuto la donazione dell'Archivio Tagliaferri: Antonio e Giovanni Tagliaferri furono due protagonisti della scena architettonica bresciana a cavallo tra Ottocento e Novecento. La Fondazione garantisce la consultabilità di questo fondo archivistico a chiunque ne sia interessato.
Nel 2011 è giunto il deposito Nocivelli.
Nel novembre di questo anno, molto difficile per tutti, ho firmato con il Presidente un atto notarile che ha permesso alla Fondazione un ulteriore arricchimento. Si tratta di circa 400 sculture in gesso che costituiscono la “Gipsoteca Lombardi”. Davide Lombardi fu l'imprenditore bresciano che fornì i marmi per la costruzione del Vittoriano a Roma, fortemente voluto dall'allora ministro dei lavori pubblici Giuseppe Zanardelli, il padre spirituale di Ugo Da Como. La scelta delle sorelle Virginia e Iole Lombardi è la conferma dello spirito che ancora connota l'imprenditoria bresciana: un gesto di grande liberalità che da un lato ci inorgoglisce e dall'altro ci sprona a fare ancora meglio per salvaguardare la Storia bresciana, confermando il ruolo di questa Istituzione, esattamente come delineato dal nostro Fondatore.
Il nuovo progetto espositivo è seguito dai nostri validissimi collaboratori Stefano Lusardi e Roberta Valbusa, mentre gli spazi saranno definiti dall'Architetto Corrado Tagliabue. Gli investimenti necessari saranno ingenti ma sono certa che, con l'aiuto delle Istituzioni pubbliche e private, potremo presentare la Gipsoteca Lombardi nel 2023, anno in cui Bergamo e Brescia saranno Capitali italiane della Cultura.
ML: Può condividere con noi la sua visione per lo sviluppo della Fondazione Ugo Da Como nei prossimi anni?
GN: La Fondazione Ugo Da Como è a capo di un complesso monumentale molto articolato ma non del tutto visibile. Vorrei restituire ai visitatori, al pubblico e ai cittadini italiani tutto ciò che inorgogliva il Senatore, tutto ciò che ci ha affidato affinchè fosse conosciuto, valorizzato e tutelato. La grande Rocca visconteo veneta, la Casa Museo e la Biblioteca sono poste all'interno di giardini e di un grande parco concesso in uso pubblico. Ebbene vorrei che riaffiorasse l'idea di un percorso in grado di coniugare gli spazi museali alle aree rurali, ai vigneti, al bosco, alle aree coltivate che ancora rendono del tutto speciale il lascito di Ugo Da Como. Contestualmente vorrei consolidare il “Club della Rocca”, un sodalizio di sensibili imprenditori bresciani che condividano e contribuiscano alla rinascita del progetto umanistico, culturale e, perché no, turistico di Ugo Da Como. Mi piace avere la consapevolezza che accanto alla Fondazione siano presenti volontari straordinari, costituiti sin dal 1994 nell'Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como; senza di loro il nostro lavoro non sarebbe così bello.
ML: Visitando i Grandi Giardini Italiani mi accorgo che non esiste, salvo in pochissimi casi come il Vaticano o Le Isole Borromee, un archivio dedicato al giardino e che i disegni e la documentazione relativa alla loro creazione sono andati spesso persi nei secoli. Quale importanza ha per Lei, nell'ottica della valorizzazione del bene culturale, la conservazione dei documenti relativi alla sua storia?
GN: Gli archivi sono Luoghi importantissimi per la tutela della memoria.
La Fondazione Ugo Da Como è una Istituzione in cui i Beni culturali vengono valorizzati e in cui i documenti vengono custoditi. L'importanza del documento e la sua conservazione ha una importanza imprescindibile.
ML: Il sogno di Judith Wade sarebbe di creare insieme a Lei, presso La Fondazione Ugo Da Como, un archivio dedicato ai Grandi Giardini Italiani, per raccogliere in un unico luogo preziosi documenti dedicati alla storia dell'arte dei giardini italiani e favorirne l'accessibilità al pubblico. Cosa ne pensa?
GN: Sono molto favorevole a valutare con Grandi Giardini Italiani ogni opportunità di collaborazione perché da tempo conosco questo eccellente network e sono certa che potremo realizzare qualcosa di molto importante anche per la storia dell'arte dei giardini italiani.
ML: Quando penso alla Rocca di Lonato del Garda mi viene in mente il capolavoro di Umberto Eco, Il Nome della Rosa. Così come il Castello si faceva custode dell'immensa biblioteca labirintica, il complesso monumentale di Lonato conserva, negli eleganti saloni della sua Casa Museo in cui si respira l'atmosfera tipica delle case ottocentesche, preziosi libri, testimoni di un tempo in cui la lettura faceva parte dell'“otium litteratum”. Oggi riscontra nei suoi visitatori la stessa passione? E se sì in che percentuale?
GN: Anche durante il delicato momento del contingentamento cui abbiamo dovuto far fronte in questo anno, abbiamo incontrato gli sguardi stupiti e ammirati dei nostri visitatori. Credo che la passione giunga attraverso la conoscenza. Abbiamo il dovere di porgere esempi concreti e azioni in grado di confermare il nostro ruolo. Abbiamo un compito importante, quello di impedire che la Bellezza si impoverisca perché attraverso questi Luoghi, che sono presidi fondamentali per la Cultura e per la Civiltà, si può realmente contribuire al benessere della nostra società. Credo che nessuno dei nostri ospiti rimanga insensibile all'atmosfera che Ugo Da Como ha instillato in ogni parte del complesso monumentale di Lonato del Garda, permettendo alla sua passione di essere colta da chiunque, anche non esperto, desideri volgere lo sguardo su questo strepitoso lascito.
ML: Mi fa piacere ricordare agli amici dei Grandi Giardini Italiani che la sua famiglia ha donato ai cittadini di Verolanuova uno splendido giardino: il Parco Angelo e Lina Nocivelli. Ha ricordi legati ad esso che vuole condividere con noi?
GN: Lo zio Luigi ha sempre avuto moltissima passione per il verde, tanto che la sua casa di Verolanuova è arricchita di un bellissimo giardino, estremamente curato. In seguito, l'idea di un vero e proprio parco pubblico da donare alla comunità, genera dall'intento di restituire qualcosa di durevole ai cittadini del paese in cui la principale attività imprenditoriale Nocivelli è nata e si è sviluppata. Questo parco, accolto nel network Grandi Giardini Italiani, permette di rinnovare il ricordo di Luigi Nocivelli e naturalmente dei genitori Angelo e Lina ai quali è stato espressamente dedicato.
ML: Per concludere, quale giardino del Network vorrebbe visitare e perché?
GN: Vorrei visitare e conoscere meglio tutti i giardini bresciani perché credo che tutti gli attori attivi all'interno di un medesimo territorio dovrebbero lavorare insieme per unire le forze nel raggiungimento di uno scopo condiviso. Anche la realizzazione di un itinerario comune potrebbe concretamente aiutarci a rendere ancora più visibili i Luoghi meravigliosi che siamo chiamati a custodire.
INFORMAZIONI
Complesso Monumentale della Fondazione Ugo Da Como
Via Rocca, 2 - 25017 Lonato del Garda (BS)
T. +39 030 9130060 - E. info@fondazioneugodacomo.it - www.fondazioneugodacomo.it
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