Grandi Giardini Italiani Srl

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Italy

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29 Ottobre 2020

Verso il giardino planetario

Monica Lamberti intervista Rosi Sgaravatti, Il Giardino degli Hibiscus (Capoterra, CA)

ML: Oggi si festeggiano i 200 anni della Sgaravatti, un'azienda florovivaistica vanto dell'imprenditoria italiana. Potrebbe condividerne la storia con gli amici dei Grandi Giardini Italiani?
RS: È una lunga storia caratterizzata da vari momenti cruciali che è raccontata e documentata nel libro “La bellezza e il tempo” che ho scritto a quattro mani con Santi Romano ed edito da Edizioni LSWR proprio in occasione del bicentenario della Sgaravatti Group. Una storia che inizia prima del 1820 con la produzione di piante e sementi e che prosegue fino ai giorni nostri e in cui si ripercorrono le tappe fondamentali che ne hanno determinato la crescita quali l'innovazione, la promozione e la ricerca anche scientifica.

ML: La sede originaria della Sgaravatti era a Saonara nel Veneto, oggi dove ha sede la sua azienda?
RS: L'azienda ha sede a Capoterra vicino Cagliari. Siamo arrivati in Sardegna sul finire degli anni Cinquanta per la costruzione dei giardini in Costa Smeralda, quando qui non c'era nulla. Abbiamo iniziato a lavorare dapprima per il Principe Karim Aga Khan, e poi con Luigi Donà dalle Rose per costruire Porto Rotondo. In quel periodo c'erano pochi vivaisti. Abbiamo cominciato da qui: vicino Olbia non c'era né porto né aeroporto, l'unico aeroporto era quello di Cagliari così ci siamo insediati vicino, a Capoterra. Tutto è iniziato con un piccolo deposito di piante che in poco tempo si è trasformato in un'azienda di 32 ettari con 3 ettari di serre. Abbiamo scelto questo posto anche per le favorevoli condizioni climatiche che consentivano la buona crescita delle piante.

ML: La ditta Sgaravatti era famosa già nel 1800 per la fornitura di piante e semi in tutta l'Italia. Quando avete cominciato a fornire servizi per la progettazione e realizzazione di giardini?
RS: La progettazione di giardini è andata di pari passo con la produzione di piante. Gli architetti che realizzavano i giardini però non conoscevano la parte botanica delle piante, per cui in un primo tempo li abbiamo affiancati e poi ci siamo mossi in autonomia. Le prime progettazioni di giardini documentate sono del 1910.
La progettazione all'epoca era fatta esclusivamente con disegno a mano, modalità che si è protratta fino agli anni Trenta/Quaranta del secolo scorso. Ma il vero volano dell'azienda è stata la vendita per corrispondenza. La vendita per corrispondenza è stata inventata dall'azienda nel 1861 ed è del 1873 il primo catalogo che abbiamo trovato, il numero 9. Inizialmente veniva redatto una volta l'anno, successivamente ogni 6 mesi per seguire l'andamento delle stagioni. La distribuzione dei cataloghi copriva capillarmente tutta l'Italia e i cataloghi erano molto apprezzati anche per le copertine alle quali collaboravano grandi artisti del tempo, come Marcello Dudovich e Plinio Codognato, contribuendo così a dare più lustro alla pubblicazione e rendendola famosa al largo pubblico.

ML La Sardegna è diventata così la sua casa e sede della sua azienda. Come nasce l'idea di fondare nel 1986 il Garden Club di Cagliari di cui è tutt'oggi presidente?
RS: Mia suocera Marisa Sgaravatti, presidente e fondatrice del Garden Club “Amici del giardinaggio” di Padova”, mi suggerì di istituire un Garden Club a Cagliari. All'epoca io già frequentavo le riunioni dei Garden Club e, seguendo l'intuizione di mia suocera, assieme ad un gruppo di amiche, abbiamo fondato nel marzo del 1986 il Garden Club “Amici del giardino di Sardegna” a Cagliari. Ricordo ancora la prima visita che organizzammo: fu nel maggio 1986 a Padova. Poi a giugno di quello stesso anno mio marito Leone venne a mancare, ma la mia attività continuò e continua tutt'ora. Ad oggi abbiamo una cinquantina di iscritti. In tante città i Garden Club hanno un seguito un po' più numeroso ma confidiamo che questo numero cresca.

ML: A Lei si deve un bellissimo giardino al cui interno trova dimora una straordinaria collezione di Hibiscus. Com'è nata in lei la passione per questa pianta?
RS: Agli inizi degli anni Ottanta mi sono innamorata di una serie di varietà di Hibiscus presenti nelle nostre serre. Da quel momento in poi ho studiato e mi sono appassionata cercando varie specie prima in America e poi in Australia. Nel tempo ho piantato circa 2000 piante di Hibiscus per studiarne lo sviluppo: quello che nacque come campo sperimentale nel corso degli anni è divenuto uno splendido giardino che con il tempo, anno dopo anno, si è arricchito di nuovi esemplari e continua tuttora. Per il mio impegno la Società australiana degli Hibiscus mi ha dedicato, tre anni fa, un Hibiscus dal colore giallo che porta il mio nome: Rosi Sgaravatti.

ML: Ha in cantiere qualche progetto speciale che vuole anticipare agli amici dei Grandi Giardini Italiani?
RS: Stiamo lavorando con l'Università di Cagliari per studiare piante idonee per il disinquinamento dei suoli inquinati da petrolio. Abbiamo in cantiere anche un altro progetto, che al momento è ancora TOP SECRET, ma che avremo il piacere di promuovere il prossimo anno, appena potremo, con voi e con gli amici dei Grandi Giardini Italiani.

ML: Quest'anno abbiamo condiviso con gli amici dei Grandi Giardini Italiani la video intervista in occasione del lancio del libro “La bellezza e il tempo”, scritto a quattro mani da Lei e Santi Romano ed edito da Edizioni LSWR: una pubblicazione ricca di aneddoti e di documenti rari sulla storia di una tra le aziende florovivaistiche più prestigiose in Italia. Quanto è stato arduo trovarsi da sola a portare avanti l'azienda dopo la scomparsa di suo marito Leone?
RS: È stato molto arduo perché non avevo esperienza di conduzione di azienda. Ho dovuto imparare a conoscerne tutti i settori. All'inizio è stato molto difficile poi, pian piano, le cose si sono semplificate nonostante le difficoltà dovute a fattori esterni, quali le ricorrenti crisi economiche alle quali, anche la nostra azienda, ha dovuto far fronte e superare con grande tenacia. È un continuo studiare per tenersi aggiornarti, ma la cosa più difficile per me al momento è prevedere come sarà il futuro. Attualmente sembra di lavorare al buio. L'incertezza che regna ti fa sembrare di lavorare sulla sabbia: stai programmando delle cose e poi arriva un'onda e le cancella e tu ti ritrovi a ricominciare tutto daccapo, non si sa in quale direzione puntare la prua della nave. In 200 anni per l'azienda i momenti difficili in realtà sono stati molti, dagli anni della guerra e del dopoguerra la gente ha sempre attraversato periodi negativi dovuti non solo a cause esterne, ma a paure, a stati psicologici. Credo quindi che la vita delle aziende sia così: bisogna andare avanti con coraggio e continuare inventando cose nuove, guardando al futuro. Questa è l'unica cosa da fare.

ML: Cosa apprezza del network Grandi Giardini Italiani?
RS: Quello che apprezzo del network Grandi Giardini Italiani è che dà la possibilità a tutti i giardini presenti in Italia, anche quelli più nascosti, di farsi conoscere al mondo. Nel corso degli anni, grazie anche al numero crescente di persone che amano i giardini e alle tante collaborazioni prestigiose, è diventato un punto di riferimento importante. Questa partecipazione, questo interesse fa si che cresca nelle persone l'amore e la conoscenza del giardino.
Rispetto agli anni Cinquanta quando non si poneva attenzione al grande patrimonio storico dei giardini poiché si pensava erroneamente che non fosse patrimonio di tutti ma proprietà di pochi privilegiati, oggi invece si è riscoperto quanto sia necessario il valore del bello che porta gli uomini alla terra, all'utile, al lavoro e all'etica e a prendersene cura e a rispettarlo.
Oggi c'è un ritorno alla natura dopo l'oblio del periodo industriale nel quale era completamente trascurata dall'uomo che non vi poneva troppa attenzione. Questo crescente amore verso la natura, a cui hanno contribuito i giornali, le riviste e anche società come la vostra, guida la coscienza collettiva alla consapevolezza che la pianta ci porta all'abitare, all'essere e dall'essere alla categoria del sacro e come diceva Gilles Clément al ''giardino planetario''.

INFORMAZIONI
IL GIARDINO DEGLI HIBISCUS
S. 195 Sulcitana, Km 14.200 - 09012 Capoterra (CA) - T. +39 070 728025

INGRESSO: gratuito
ORARI: Da lunedì a sabato: ore 9.00-18.30 - Domenica: ore 9.00-13.00

Il gioco delle trasformazioni sconvolge costantemente il disegno del giardino.

- Gilles Clément -

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