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29 Marzo 2019
Il "Serraglio", un luogo incontaminato ai piedi dei Colli Berici
Monica Lamberti intervista Francesca Piovene, Serraglio di Villa Fracanzan Piovene (Orgiano, VI)
ML: Quali sono i suoi primi ricordi di Villa Fracanzan Piovene?
FP: I miei primi ricordi di Villa Fracanzan Piovene sono lontanissimi. Andavo a Orgiano a trovare spessissimo la nonna che era già molto malata e con il nonno mi divertivo a correre lungo il viale e spesso mi arrampicavo sui carpini che erano alti e folti.
ML: Oggi il giardino si presenta secondo l'impianto originario o ha subito dei cambiamenti? Se sì, quali?
FP: Il giardino era meno simmetrico di oggi, più romantico, più selvaggio.
Attorno alla villa c'era un groviglio di fiori: canne indiche, zinnie, astri e agli angoli delle rose canine e delle lagestroemie, tipiche delle ville venete. Il giardino sottostante, detto dei tassi, aveva ancora le stradine con ghiaia rossastra, ma non c'erano le siepi di bosso che abbiamo ripiantato nel periodo del restauro del giardino, sulla base dei disegni del Muttoni.
ML: Rispetto al passato, quanti giardinieri lavorano oggi nella Sua proprietà?
FP: Rispetto al passato, in cui più che da giardinieri, il giardino era tenuto spartanamente dai contadini che lavoravano anche nell'azienda agricola. Oggi la manutenzione quotidiana del giardino viene fatta da una giovane donna con un trattorino e un decespugliatore. Nei lavori più pesanti e sofisticati ci facciamo aiutare da ditte esterne specializzate.
ML: Nella sua infanzia Villa Piovene era utilizzata come residenza principale o estiva?
FP: Dai miei ricordi, la villa, durante il periodo della guerra è stata vissuta dai nonni durante tutto l'anno. Nei tardi anni cinquanta la famiglia è tornata ad abitare a Vicenza, ma “Orgiano” era la residenza estiva ed autunnale, da maggio a novembre, come per quasi tutte le ville venete.
ML: Durante gli anni della guerra l'orto produceva a sufficienza per soddisfare i fabbisogni familiari?
FP: Durante l'ultima guerra mondiale chi viveva in campagna era privilegiato: il nostro orto dava da mangiare a più famiglie e i ragazzini del paese saltavano nel brolo per rubare la frutta.
ML: Oggi è ancora attiva l'azienda agricola?
FP: L'azienda agricola è ancora attiva anche se in parte è stato ripristinato il bellissimo “serraglio” con lunghi filari di alberi, peschiere e laghetto. Sono tornate le anatre selvatiche, le lepri e anche i caprioli che spesso troviamo nascosti sotto la carpinata. Gli animali del serraglio sono la gioia dei nostri nipoti e di tutti i bambini che vengono a visitare il luogo.
ML: La super collezione di vecchi trattori a chi si deve?
FP: La super collezione di vecchi trattori, tutti funzionanti, è dovuta alla fantasia di mio marito per far vedere a chi arriva che anche un vecchio trattore può soddisfare la curiosità dei turisti. Non è comune avere quarantadue trattori esposti che coprono quasi un secolo di meccanizzazione agricola e che illustrano la storia delle nostre campagne.
ML: Qual è stato il momento più difficile nella gestione di Villa Piovene? Le sue figlie collaborano con lei nell'amministrazione del bene?
FP: Il momento più difficile, come spesso succede, è stato il passaggio di generazione dopo la morte del nonno e di mio padre. A quel punto dovevamo decidere, dopo dodici anni di abbandono, se mollare o andare avanti. Non è stata una decisione facile, ma penso ne sia valsa la pena e spero che le nostre figlie e i nostri nipoti in futuro si rimbocchino le maniche e ci possano dare una mano. Le figlie sono abbastanza presenti e già questo è un successo, perché hanno già le loro attività professionali.
ML: Ci racconta la storia del Serraglio?
FP: Il “Serraglio” di Villa Fracanzan Piovene nasce prima del 1700 perché già allora la proprietà includeva un fondo chiuso di cinquanta ettari dove si cacciava e si pescava nelle grandi peschiere. I Fracanzan, al momento della costruzione della Villa l'hanno abbellita, creando un vasto parco alla francese con viali, boschi, peschiere e manufatti in pietra, tutto questo è opera dell'architetto Francesco Muttoni che molto ha lavorato nel vicentino e che si è ispirato alle costruzioni barocche di Roma.
ML: In che cosa si differenziano Villa Piovene e il suo Parco dalle altre Ville venete?
FP: Credo che Villa Fracanzan Piovene e il suo parco siano ancora un luogo incontaminato dall'industria e dal degrado ambientale, preservato nella sua immagine originale. Tutto ciò perché la zona in cui si trova, ai piedi dei Colli Berici, non è una delle più industrializzate e costruite del Veneto e ha mantenuto il contesto ambientale allora voluto dai committenti.
ML: Qual è la stagione che consiglia per visitare il suo giardino?
FP: La stagione più bella per la visita del giardino è da aprile a fine giugno e da fine agosto a novembre. In questi periodi i colori della natura e del cielo sono bellissimi.
ML: Quale giardino del circuito Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
FP: Anche se vado spesso nel Lazio non ho mai visto i ''Giardini della Landriana'', mi piacciono i giardini selvaggi dove passeggiando si può sempre scoprire qualcosa.
ML: Per chiudere, ci racconta un aneddoto legato alla sua proprietà?
FP: Durante la guerra la villa è stata occupata dalle truppe tedesche che avevano requisito tutti gli immobili, inventariando tutto. Mi è stato raccontato dai vecchi del luogo che anche la legna usata per le stufe, i camini e la cucina faceva parte dell'inventario. Quando i tedeschi si sono ritirati hanno avuto il tempo di dire che al loro arrivo in casa c'erano tanti quintali di legna, non so quanti, ma scappando hanno restituito lo stesso quintalato di legna: PRECISIONE TEDESCA!
Informazioni
Il ''SERRAGLIO'' di VILLA FRACANZAN PIOVENE - Via San Francesco, 6 - 36040 Orgiano (VI) - Tel. +39 0444 874589
Apertura: dal 1 Aprile al 31 ottobre, domeniche e festivi, dalle 15.00 alle 19.00
Scopri la scheda dedicata sul sito www.grandigiardini.it
ML: Quali sono i suoi primi ricordi di Villa Fracanzan Piovene?
FP: I miei primi ricordi di Villa Fracanzan Piovene sono lontanissimi. Andavo a Orgiano a trovare spessissimo la nonna che era già molto malata e con il nonno mi divertivo a correre lungo il viale e spesso mi arrampicavo sui carpini che erano alti e folti.
ML: Oggi il giardino si presenta secondo l'impianto originario o ha subito dei cambiamenti? Se sì, quali?
FP: Il giardino era meno simmetrico di oggi, più romantico, più selvaggio.
Attorno alla villa c'era un groviglio di fiori: canne indiche, zinnie, astri e agli angoli delle rose canine e delle lagestroemie, tipiche delle ville venete. Il giardino sottostante, detto dei tassi, aveva ancora le stradine con ghiaia rossastra, ma non c'erano le siepi di bosso che abbiamo ripiantato nel periodo del restauro del giardino, sulla base dei disegni del Muttoni.
ML: Rispetto al passato, quanti giardinieri lavorano oggi nella Sua proprietà?
FP: Rispetto al passato, in cui più che da giardinieri, il giardino era tenuto spartanamente dai contadini che lavoravano anche nell'azienda agricola. Oggi la manutenzione quotidiana del giardino viene fatta da una giovane donna con un trattorino e un decespugliatore. Nei lavori più pesanti e sofisticati ci facciamo aiutare da ditte esterne specializzate.
ML: Nella sua infanzia Villa Piovene era utilizzata come residenza principale o estiva?
FP: Dai miei ricordi, la villa, durante il periodo della guerra è stata vissuta dai nonni durante tutto l'anno. Nei tardi anni cinquanta la famiglia è tornata ad abitare a Vicenza, ma “Orgiano” era la residenza estiva ed autunnale, da maggio a novembre, come per quasi tutte le ville venete.
ML: Durante gli anni della guerra l'orto produceva a sufficienza per soddisfare i fabbisogni familiari?
FP: Durante l'ultima guerra mondiale chi viveva in campagna era privilegiato: il nostro orto dava da mangiare a più famiglie e i ragazzini del paese saltavano nel brolo per rubare la frutta.
ML: Oggi è ancora attiva l'azienda agricola?
FP: L'azienda agricola è ancora attiva anche se in parte è stato ripristinato il bellissimo “serraglio” con lunghi filari di alberi, peschiere e laghetto. Sono tornate le anatre selvatiche, le lepri e anche i caprioli che spesso troviamo nascosti sotto la carpinata. Gli animali del serraglio sono la gioia dei nostri nipoti e di tutti i bambini che vengono a visitare il luogo.
ML: La super collezione di vecchi trattori a chi si deve?
FP: La super collezione di vecchi trattori, tutti funzionanti, è dovuta alla fantasia di mio marito per far vedere a chi arriva che anche un vecchio trattore può soddisfare la curiosità dei turisti. Non è comune avere quarantadue trattori esposti che coprono quasi un secolo di meccanizzazione agricola e che illustrano la storia delle nostre campagne.
ML: Qual è stato il momento più difficile nella gestione di Villa Piovene? Le sue figlie collaborano con lei nell'amministrazione del bene?
FP: Il momento più difficile, come spesso succede, è stato il passaggio di generazione dopo la morte del nonno e di mio padre. A quel punto dovevamo decidere, dopo dodici anni di abbandono, se mollare o andare avanti. Non è stata una decisione facile, ma penso ne sia valsa la pena e spero che le nostre figlie e i nostri nipoti in futuro si rimbocchino le maniche e ci possano dare una mano. Le figlie sono abbastanza presenti e già questo è un successo, perché hanno già le loro attività professionali.
ML: Ci racconta la storia del Serraglio?
FP: Il “Serraglio” di Villa Fracanzan Piovene nasce prima del 1700 perché già allora la proprietà includeva un fondo chiuso di cinquanta ettari dove si cacciava e si pescava nelle grandi peschiere. I Fracanzan, al momento della costruzione della Villa l'hanno abbellita, creando un vasto parco alla francese con viali, boschi, peschiere e manufatti in pietra, tutto questo è opera dell'architetto Francesco Muttoni che molto ha lavorato nel vicentino e che si è ispirato alle costruzioni barocche di Roma.
ML: In che cosa si differenziano Villa Piovene e il suo Parco dalle altre Ville venete?
FP: Credo che Villa Fracanzan Piovene e il suo parco siano ancora un luogo incontaminato dall'industria e dal degrado ambientale, preservato nella sua immagine originale. Tutto ciò perché la zona in cui si trova, ai piedi dei Colli Berici, non è una delle più industrializzate e costruite del Veneto e ha mantenuto il contesto ambientale allora voluto dai committenti.
ML: Qual è la stagione che consiglia per visitare il suo giardino?
FP: La stagione più bella per la visita del giardino è da aprile a fine giugno e da fine agosto a novembre. In questi periodi i colori della natura e del cielo sono bellissimi.
ML: Quale giardino del circuito Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
FP: Anche se vado spesso nel Lazio non ho mai visto i ''Giardini della Landriana'', mi piacciono i giardini selvaggi dove passeggiando si può sempre scoprire qualcosa.
ML: Per chiudere, ci racconta un aneddoto legato alla sua proprietà?
FP: Durante la guerra la villa è stata occupata dalle truppe tedesche che avevano requisito tutti gli immobili, inventariando tutto. Mi è stato raccontato dai vecchi del luogo che anche la legna usata per le stufe, i camini e la cucina faceva parte dell'inventario. Quando i tedeschi si sono ritirati hanno avuto il tempo di dire che al loro arrivo in casa c'erano tanti quintali di legna, non so quanti, ma scappando hanno restituito lo stesso quintalato di legna: PRECISIONE TEDESCA!
Informazioni
Il ''SERRAGLIO'' di VILLA FRACANZAN PIOVENE - Via San Francesco, 6 - 36040 Orgiano (VI) - Tel. +39 0444 874589
Apertura: dal 1 Aprile al 31 ottobre, domeniche e festivi, dalle 15.00 alle 19.00
Scopri la scheda dedicata sul sito www.grandigiardini.it
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Il giardino suggerisce che potrebbe esserci un luogo in cui possiamo incontrare la natura a metà strada- Michael Pollan - |
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