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15 Marzo 2019
Gli scrigni botanici di Collodi
Monica Lamberti intervista Pier Francesco Bernacchi, Presidente della Fondazione Collodi
ML: Quando è stata creata la Fondazione Collodi e con quale scopo?
PFB: La Fondazione nazionale C. Collodi nasce nel 1962, riconosciuta con decreto ministeriale come ente no profit. Operiamo in tutto il mondo - abbiamo anche una sede a Bruxelles - e le nostre iniziative ruotano attorno a un libro: Le avventure di Pinocchio di Carlo Lorenzini “Collodi”. Se inizialmente il principale scopo della Fondazione fu quello di contrastare l'analfabetismo di ritorno, negli anni le attività si sono moltiplicate e, pur spaziando in vari campi e discipline, resta costante il nostro impegno verso la formazione dei più piccoli.
Attraverso Pinocchio, amato e conosciuto in tutto il mondo, la Fondazione promuove la cultura dei bambini e per i bambini attraverso iniziative molteplici e varie: continuiamo la raccolta delle edizioni collodiane e a promuovere lo studio della vita e delle opere di Carlo Lorenzini/Collodi. Organizziamo concorsi per le scuole come il Compleanno di Pinocchio, giunto alla sua 32^ edizione quest'anno, che si concluderà con una grande manifestazione al Parco di Pinocchio il prossimo 25 maggio alla quale parteciperanno scuole da tutta Italia. Sosteniamo lo sport giovanile, l'arte e la letteratura promuovendo o patrocinando mostre e libri.”
ML: Pinocchio di Carlo Collodi è forse uno tra i personaggi più conosciuti al mondo. Quando è nata l'idea di creare un Parco a lui dedicato e a chi si deve?
PFB: Nella seconda metà degli anni '50 del Novecento, su iniziativa del professor Rolando Anzilotti, accademico e deputato della Repubblica fu costituito il Comitato per un Monumento a Pinocchio, da realizzare a Collodi. In questo borgo medievale, che si trova nel comune di Pescia, la madre di Carlo Lorenzini aveva lavorato per Villa Garzoni. Un luogo, Collodi, a cui lo scrittore ha quindi legato i suoi ricordi dell'infanzia. Al bando per il monumento a Pinocchio parteciparono alcuni degli artisti più in vista del Novecento e alla fine i vincitori furono due: Pinocchio e la Fata di Emilio Greco e la Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi, collocate in uno spazio verde progettato da Renato Baldi e Lionello De Luigi.
ML: Da un punto di vista turistico com'è stata accolta l'idea di un Parco dedicato al burattino più famoso al mondo?
PFB: L'idea fu accolta con entusiasmo in tutto il mondo, e donazioni per finanziare il progetto arrivarono da vari paesi. Moltissime quelle delle scuole italiane. Semmai, inizialmente, i più restii furono i collodesi che temevano per lo Storico Giardino Garzoni; oggi anche il giardino è gestito dalla Fondazione Collodi.
ML: I suoi precedenti incarichi nel settore del turismo le sono stati utili nella gestione del Parco? Se sì, in che modo?
PFB: Certamente sì! Ho imparato a lavorare su una progettualità a breve e, soprattutto, a lungo termine. Ad immaginare il futuro. Così è nato il progetto del Parco Policentrico di Pinocchio-Collodi.
ML: Come immagina lo sviluppo del Parco di Pinocchio nei prossimi anni?
PFB: Il Parco Policentrico di Pinocchio-Collodi permetterà di riqualificare Collodi e il suo territorio meritano, con nuovi strumenti ed acquisizioni e in rapporto costante con gli Enti del territorio.
Le prospettive che ci siamo posti sono: massima vivibilità per residenti e visitatori; la più armonica caratterizzazione di Collodi come luogo dedicato ai bambini attraverso Pinocchio e le sue avventure; e realizzare la fondata ambizione che Collodi diventi la capitale europea dell'infanzia, prima tappa ideale e centro di irraggiamento per la Via Europea della Fiaba, sulle tracce di Pinocchio e degli altri protagonisti delle narrazioni per i bambini che fanno parte del patrimonio culturale dei Paesi europei.
Il progetto comprende il Parco degli Amici di Pinocchio, presentato nella sua prima ideazione al Parlamento Europeo nel 1995 che resta l'elemento ambientale, architettonico e culturale di maggiore rilievo e che ha già acquisito i contributi di grandi architetti di fama internazionale. Gli effetti del nuovo Parco Policentrico saranno di notevole impatto anche sulle vicine realtà turistiche ed economiche dato che il movimento turistico è stato finora generato a Collodi esclusivamente dalle iniziative della Fondazione Collodi, mentre il progetto del Parco Policentrico Collodi-Pinocchio rappresenta la più concreta possibilità di favorire gli investimenti imprenditoriali privati.
L'intero progetto avrà un costo di € 50.000.000 e la realizzazione è prevista in lotti funzionali, il primo dei quali sarà costituito dal nuovo Paese dei Balocchi.
Particolare attenzione è riservata nel progetto sia all'ambiente naturale, in questa zona pedecollinare della Toscana particolarmente pregevole, sia all'utilizzo dei materiali ecocompatibili e delle energie rinnovabili.
ML: A Collodi, oltre al Parco di Pinocchio, gestisce anche il Giardino Storico Garzoni, uno dei gioielli della storia dell'arte dei giardini. Quali sono le particolarità di questo scrigno botanico?
PFB: Lo Storico Giardino Garzoni, sovrastato da Villa Garzoni, è un grandioso complesso monumentale cominciato nel Cinquecento e completato nel Settecento. Inizialmente, il giardino era composto da un orto e da un boschetto da caccia, affiancati alla residenza dei Conti Garzoni. Con il passare del tempo, esso si è trasformato in un trionfo dello spirito illuministico e settecentesco, capace di conciliare i sensi e il piacere con la conoscenza e una consapevolezza superiore. Le vasche, i giochi d'acqua, le grotte artificiali, il teatro di verzura, le statue raffiguranti satiri, dei, dee, animali, personaggi biblici, storici o folkloristici, i boschetti di bambù, la varietà di piante e di fiori, e infine la Casa delle Farfalle (che abbiamo aggiunto nel 2007) fanno dello Storico Giardino Garzoni un luogo meraviglioso e unico.
ML: Due giardini completamente diversi, dunque, in un medesimo luogo. Quali sinergie ha potuto mettere in atto?
PFB: L'arte, l'architettura e la natura uniscono il giardino e il parco, entrambi monumenti nazionali.
ML: Qual è il giardino del Network che avrebbe il piacere di rivisitare e perché?
PFB: Tutti, nessuno escluso. Si tratta di un patrimonio naturalistico, artistico e culturale tale che fare una scelta sarebbe imprudente. Ognuno ha una sua anima, le sue caratteristiche e le sue peculiarità.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato al Parco di Pinocchio?
PFB: In uno dei miei viaggi in Brasile, dove sono tornato proprio questo febbraio, ho visitato l'Amazzonia. In quel viaggio mi fu posticipato di tre giorni un appuntamento e mi ritrovai con tre giorni liberi che mi permisero di visitare il più grande polmone verde del mondo. Visitando una delle tante cittadine di Rio, lungo una strada vedo un cartello dove si leggeva: “Centro Dumantionao Pinocho” che, incuriosito, decisi di visitare. Quando mi presentai fui accolto con entusiasmo dalla direttrice Anna Maria Falcao che mi raccontò di aver visitato il Parco di Pinocchio a Collodi e che quel luogo, intitolato al burattino, era un centro di istruzione privata per alunni e studenti. Durante quella visita mi fu presentato anche un piccolo bambino, un indio rimasto orfano accolto dall'istituto. Questo bimbo mi si avvicinò e mi fece cenno si seguirlo: mi portò a vedere un albero. Quello dove hanno impiccato Pinocchio, secondo il piccolo.
E in questo aneddoto sta tutta la grandezza del romanzo di Carlo Collodi, dove mai si dice dove sia ambientato e quindi può essere ovunque, nel mondo”.
ML: Quando è stata creata la Fondazione Collodi e con quale scopo?
PFB: La Fondazione nazionale C. Collodi nasce nel 1962, riconosciuta con decreto ministeriale come ente no profit. Operiamo in tutto il mondo - abbiamo anche una sede a Bruxelles - e le nostre iniziative ruotano attorno a un libro: Le avventure di Pinocchio di Carlo Lorenzini “Collodi”. Se inizialmente il principale scopo della Fondazione fu quello di contrastare l'analfabetismo di ritorno, negli anni le attività si sono moltiplicate e, pur spaziando in vari campi e discipline, resta costante il nostro impegno verso la formazione dei più piccoli.
Attraverso Pinocchio, amato e conosciuto in tutto il mondo, la Fondazione promuove la cultura dei bambini e per i bambini attraverso iniziative molteplici e varie: continuiamo la raccolta delle edizioni collodiane e a promuovere lo studio della vita e delle opere di Carlo Lorenzini/Collodi. Organizziamo concorsi per le scuole come il Compleanno di Pinocchio, giunto alla sua 32^ edizione quest'anno, che si concluderà con una grande manifestazione al Parco di Pinocchio il prossimo 25 maggio alla quale parteciperanno scuole da tutta Italia. Sosteniamo lo sport giovanile, l'arte e la letteratura promuovendo o patrocinando mostre e libri.”
ML: Pinocchio di Carlo Collodi è forse uno tra i personaggi più conosciuti al mondo. Quando è nata l'idea di creare un Parco a lui dedicato e a chi si deve?
PFB: Nella seconda metà degli anni '50 del Novecento, su iniziativa del professor Rolando Anzilotti, accademico e deputato della Repubblica fu costituito il Comitato per un Monumento a Pinocchio, da realizzare a Collodi. In questo borgo medievale, che si trova nel comune di Pescia, la madre di Carlo Lorenzini aveva lavorato per Villa Garzoni. Un luogo, Collodi, a cui lo scrittore ha quindi legato i suoi ricordi dell'infanzia. Al bando per il monumento a Pinocchio parteciparono alcuni degli artisti più in vista del Novecento e alla fine i vincitori furono due: Pinocchio e la Fata di Emilio Greco e la Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi, collocate in uno spazio verde progettato da Renato Baldi e Lionello De Luigi.
ML: Da un punto di vista turistico com'è stata accolta l'idea di un Parco dedicato al burattino più famoso al mondo?
PFB: L'idea fu accolta con entusiasmo in tutto il mondo, e donazioni per finanziare il progetto arrivarono da vari paesi. Moltissime quelle delle scuole italiane. Semmai, inizialmente, i più restii furono i collodesi che temevano per lo Storico Giardino Garzoni; oggi anche il giardino è gestito dalla Fondazione Collodi.
ML: I suoi precedenti incarichi nel settore del turismo le sono stati utili nella gestione del Parco? Se sì, in che modo?
PFB: Certamente sì! Ho imparato a lavorare su una progettualità a breve e, soprattutto, a lungo termine. Ad immaginare il futuro. Così è nato il progetto del Parco Policentrico di Pinocchio-Collodi.
ML: Come immagina lo sviluppo del Parco di Pinocchio nei prossimi anni?
PFB: Il Parco Policentrico di Pinocchio-Collodi permetterà di riqualificare Collodi e il suo territorio meritano, con nuovi strumenti ed acquisizioni e in rapporto costante con gli Enti del territorio.
Le prospettive che ci siamo posti sono: massima vivibilità per residenti e visitatori; la più armonica caratterizzazione di Collodi come luogo dedicato ai bambini attraverso Pinocchio e le sue avventure; e realizzare la fondata ambizione che Collodi diventi la capitale europea dell'infanzia, prima tappa ideale e centro di irraggiamento per la Via Europea della Fiaba, sulle tracce di Pinocchio e degli altri protagonisti delle narrazioni per i bambini che fanno parte del patrimonio culturale dei Paesi europei.
Il progetto comprende il Parco degli Amici di Pinocchio, presentato nella sua prima ideazione al Parlamento Europeo nel 1995 che resta l'elemento ambientale, architettonico e culturale di maggiore rilievo e che ha già acquisito i contributi di grandi architetti di fama internazionale. Gli effetti del nuovo Parco Policentrico saranno di notevole impatto anche sulle vicine realtà turistiche ed economiche dato che il movimento turistico è stato finora generato a Collodi esclusivamente dalle iniziative della Fondazione Collodi, mentre il progetto del Parco Policentrico Collodi-Pinocchio rappresenta la più concreta possibilità di favorire gli investimenti imprenditoriali privati.
L'intero progetto avrà un costo di € 50.000.000 e la realizzazione è prevista in lotti funzionali, il primo dei quali sarà costituito dal nuovo Paese dei Balocchi.
Particolare attenzione è riservata nel progetto sia all'ambiente naturale, in questa zona pedecollinare della Toscana particolarmente pregevole, sia all'utilizzo dei materiali ecocompatibili e delle energie rinnovabili.
ML: A Collodi, oltre al Parco di Pinocchio, gestisce anche il Giardino Storico Garzoni, uno dei gioielli della storia dell'arte dei giardini. Quali sono le particolarità di questo scrigno botanico?
PFB: Lo Storico Giardino Garzoni, sovrastato da Villa Garzoni, è un grandioso complesso monumentale cominciato nel Cinquecento e completato nel Settecento. Inizialmente, il giardino era composto da un orto e da un boschetto da caccia, affiancati alla residenza dei Conti Garzoni. Con il passare del tempo, esso si è trasformato in un trionfo dello spirito illuministico e settecentesco, capace di conciliare i sensi e il piacere con la conoscenza e una consapevolezza superiore. Le vasche, i giochi d'acqua, le grotte artificiali, il teatro di verzura, le statue raffiguranti satiri, dei, dee, animali, personaggi biblici, storici o folkloristici, i boschetti di bambù, la varietà di piante e di fiori, e infine la Casa delle Farfalle (che abbiamo aggiunto nel 2007) fanno dello Storico Giardino Garzoni un luogo meraviglioso e unico.
ML: Due giardini completamente diversi, dunque, in un medesimo luogo. Quali sinergie ha potuto mettere in atto?
PFB: L'arte, l'architettura e la natura uniscono il giardino e il parco, entrambi monumenti nazionali.
ML: Qual è il giardino del Network che avrebbe il piacere di rivisitare e perché?
PFB: Tutti, nessuno escluso. Si tratta di un patrimonio naturalistico, artistico e culturale tale che fare una scelta sarebbe imprudente. Ognuno ha una sua anima, le sue caratteristiche e le sue peculiarità.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato al Parco di Pinocchio?
PFB: In uno dei miei viaggi in Brasile, dove sono tornato proprio questo febbraio, ho visitato l'Amazzonia. In quel viaggio mi fu posticipato di tre giorni un appuntamento e mi ritrovai con tre giorni liberi che mi permisero di visitare il più grande polmone verde del mondo. Visitando una delle tante cittadine di Rio, lungo una strada vedo un cartello dove si leggeva: “Centro Dumantionao Pinocho” che, incuriosito, decisi di visitare. Quando mi presentai fui accolto con entusiasmo dalla direttrice Anna Maria Falcao che mi raccontò di aver visitato il Parco di Pinocchio a Collodi e che quel luogo, intitolato al burattino, era un centro di istruzione privata per alunni e studenti. Durante quella visita mi fu presentato anche un piccolo bambino, un indio rimasto orfano accolto dall'istituto. Questo bimbo mi si avvicinò e mi fece cenno si seguirlo: mi portò a vedere un albero. Quello dove hanno impiccato Pinocchio, secondo il piccolo.
E in questo aneddoto sta tutta la grandezza del romanzo di Carlo Collodi, dove mai si dice dove sia ambientato e quindi può essere ovunque, nel mondo”.
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Un giardino deve combinare la poetica e il misterioso con una sensazione di serenità e gioia.- Luis Barragan - |
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