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6 Luglio 2018
Il castello del "folle volo" di D'Annunzio
Monica Lamberti intervista Ricciarda Avesani del Castello di San Pelagio (Due Carrare, PD)
ML: Da quando si occupa in prima persona del “Castello di San Pelagio”?
RA: Mi occupo del giardino dal 1977 prima che il castello diventasse museo del volo.
ML: Ha dei ricordi di infanzia legati ad esso?
RA: Ho molti i ricordi d'infanzia perché nel periodo estivo tutta la famiglia si trasferiva a San Pelagio: i giochi lungo i viali, le marachelle dei bambini, i bagni nelle tinozze (i bagni erano molto diversi da ora),
ML: Quando ha scelto di aprirlo ai visitatori e perché?
RA: Nel 1978 è nata l'idea di un museo del volo per l'ampiezza dell'edificio che non permetteva più di essere abitato e per il legame del 1918 con il Poeta-Soldato.
ML: Dove ha acquistato le rose per la sua collezione? Ne ha una in particolare che voglia consigliare per la sua bellezza?
RA: Le rose provengono quasi tutte dall'Inghilterra. Per me la più bella è una David Austin, la rosa antica ''Cuisse de Nimphe''.
ML: Nelle stanze interne del Castello è stato adibito il “Museo dell'aria”, oggi “Museo del Volo 2.0”. Com'è nata l'idea e com'è evoluta nel tempo l'offerta per il pubblico?
RA: L'idea è dovuta all'evento del Volo di Gabriele d'Annunzio alla fine del primo conflitto mondiale; in questi 40 anni ci sono stati i cambiamenti necessari per un pubblico che cambiava.
ML: La storia del volo domina le sale del Museo, ma rivive anche nel giardino in cui è possibile ammirare splendidi e autentici aeroplani che hanno segnato la storia dell'aviazione! Quanti sono e dove li ha trovati?
RA: Il giardino si è evoluto sia come impianti floreali sia come racconti, attraverso piccole targhe con le principali frasi del Poeta D'Annunzio. Si sono creati due percorsi: quello Dannunziano Letterario e quello Botanico Paesaggistico. Gli aerei, invece, sono arrivati nel parco fin dall'apertura, acquistati alle aste militari.
ML: Da qui, il 9 agosto 1918, partì il poeta Gabriele d´Annunzio per il ''folle'' Volo su Vienna. Lei sa perché scelse proprio San Pelagio come base di partenza per il suo atto eroico?
RA: I Comandi militari di allora scelsero San Pelagio per la posizione strategica rispetto alle linee nemiche.
ML: Il suo è un giardino magnifico in continua evoluzione, cui è stato aggiunto negli ultimi anni un labirinto e impreziosito di recente con un bersò di glicini. C'è un angolo in cui le piace ritirarsi d'estate?
RA: Il labirinto del Minotauro ha ormai più di vent'anni ed è stato realizzato per legare il tema del volo anche al giardino (il volo mitologico di Icaro ...).
Difficile trovare un angolo in cui io possa ritirarmi durante l'estate in quanto è tutto a disposizione del pubblico, e di questo sono felice.
ML: Negli ultimi anni ha notato un cambiamento nell'approccio dei turisti alla visita al giardino?
RA: C'è stato un cambiamento nell'approccio al giardino, c'è più rispetto e maggiore conoscenza del mondo vegetale.
ML: Quali sono i punti di forza del percorso didattico da lei ideato per le scuole?
RA: Il maggior punto di forza per l'attività didattica è sicuramente la caccia al tesoro, dato che si svolge prevalentemente nel labirinto.
ML: Il Castello di San Pelagio fa parte da diversi anni di Grandi Giardini Italiani. Di quale giardino del Network consiglierebbe la visita?
RA: Senza alcun dubbio il Giardino di Ischia - I Giardini La Mortella - per l'intensità dell'impegno dei proprietari, la memoria del grande musicista che vi è contenuta, e non ultimo per la cura di ogni dettaglio.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato alla sua proprietà?
RA: La cosa più curiosa e difficile è stata la ricerca della statua del minotauro da collocare al centro labirinto, agli amici era parso che fossi improvvisamente impazzita, in realtà poi è stato addirittura reperita in centro della città di Padova.
Castello di San Pelagio
Via San Pelagio, 34 - 35020 Due Carrare (PD)
Tel. +39 049 9125008 - Mobile +39 346 8074078
per ulteriori informazioni www.grandigiardini.it
ML: Da quando si occupa in prima persona del “Castello di San Pelagio”?
RA: Mi occupo del giardino dal 1977 prima che il castello diventasse museo del volo.
ML: Ha dei ricordi di infanzia legati ad esso?
RA: Ho molti i ricordi d'infanzia perché nel periodo estivo tutta la famiglia si trasferiva a San Pelagio: i giochi lungo i viali, le marachelle dei bambini, i bagni nelle tinozze (i bagni erano molto diversi da ora),
ML: Quando ha scelto di aprirlo ai visitatori e perché?
RA: Nel 1978 è nata l'idea di un museo del volo per l'ampiezza dell'edificio che non permetteva più di essere abitato e per il legame del 1918 con il Poeta-Soldato.
ML: Dove ha acquistato le rose per la sua collezione? Ne ha una in particolare che voglia consigliare per la sua bellezza?
RA: Le rose provengono quasi tutte dall'Inghilterra. Per me la più bella è una David Austin, la rosa antica ''Cuisse de Nimphe''.
ML: Nelle stanze interne del Castello è stato adibito il “Museo dell'aria”, oggi “Museo del Volo 2.0”. Com'è nata l'idea e com'è evoluta nel tempo l'offerta per il pubblico?
RA: L'idea è dovuta all'evento del Volo di Gabriele d'Annunzio alla fine del primo conflitto mondiale; in questi 40 anni ci sono stati i cambiamenti necessari per un pubblico che cambiava.
ML: La storia del volo domina le sale del Museo, ma rivive anche nel giardino in cui è possibile ammirare splendidi e autentici aeroplani che hanno segnato la storia dell'aviazione! Quanti sono e dove li ha trovati?
RA: Il giardino si è evoluto sia come impianti floreali sia come racconti, attraverso piccole targhe con le principali frasi del Poeta D'Annunzio. Si sono creati due percorsi: quello Dannunziano Letterario e quello Botanico Paesaggistico. Gli aerei, invece, sono arrivati nel parco fin dall'apertura, acquistati alle aste militari.
ML: Da qui, il 9 agosto 1918, partì il poeta Gabriele d´Annunzio per il ''folle'' Volo su Vienna. Lei sa perché scelse proprio San Pelagio come base di partenza per il suo atto eroico?
RA: I Comandi militari di allora scelsero San Pelagio per la posizione strategica rispetto alle linee nemiche.
ML: Il suo è un giardino magnifico in continua evoluzione, cui è stato aggiunto negli ultimi anni un labirinto e impreziosito di recente con un bersò di glicini. C'è un angolo in cui le piace ritirarsi d'estate?
RA: Il labirinto del Minotauro ha ormai più di vent'anni ed è stato realizzato per legare il tema del volo anche al giardino (il volo mitologico di Icaro ...).
Difficile trovare un angolo in cui io possa ritirarmi durante l'estate in quanto è tutto a disposizione del pubblico, e di questo sono felice.
ML: Negli ultimi anni ha notato un cambiamento nell'approccio dei turisti alla visita al giardino?
RA: C'è stato un cambiamento nell'approccio al giardino, c'è più rispetto e maggiore conoscenza del mondo vegetale.
ML: Quali sono i punti di forza del percorso didattico da lei ideato per le scuole?
RA: Il maggior punto di forza per l'attività didattica è sicuramente la caccia al tesoro, dato che si svolge prevalentemente nel labirinto.
ML: Il Castello di San Pelagio fa parte da diversi anni di Grandi Giardini Italiani. Di quale giardino del Network consiglierebbe la visita?
RA: Senza alcun dubbio il Giardino di Ischia - I Giardini La Mortella - per l'intensità dell'impegno dei proprietari, la memoria del grande musicista che vi è contenuta, e non ultimo per la cura di ogni dettaglio.
ML: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato alla sua proprietà?
RA: La cosa più curiosa e difficile è stata la ricerca della statua del minotauro da collocare al centro labirinto, agli amici era parso che fossi improvvisamente impazzita, in realtà poi è stato addirittura reperita in centro della città di Padova.
Castello di San Pelagio
Via San Pelagio, 34 - 35020 Due Carrare (PD)
Tel. +39 049 9125008 - Mobile +39 346 8074078
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La natura indossa sempre i colori dello spirito- Ralph Waldo Emerson - |
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