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2 Maggio 2018
Profumo di rose
Monica Lamberti intervista Anna Chiara Cimatti e Giorgio Mece del Roseto Vacunae Rosae (Roccantica, RI)
M.L.: Quando è nata la sua passione per le rose?
A.C.C.: Non c'è un momento particolare. Sono sempre stata un'amante della natura e delle piante. L'incontro determinante è stato però quello con Gian Paolo Bonani che mi ha fatto conoscere prima il suo roseto a Otricoli e poi mi ha introdotto in questo modo meraviglioso delle rose.
M.L.: Dietro la nascita del suo giardino di rose, uno tra i primi in Europa per varietà e grandezza, c'è una storia molto romantica. Vuole raccontarla?
A.C.C.: La scintilla che ha fatto scattare l'amore per la rosa ha origine antica. Ho conosciuto mio marito, Giorgio, sui banchi della Scuola Interpreti di Roma agli inizi degli anni 60. Ci siamo fidanzati nel 1965 e da quel momento quando ci vedevamo,in genere il sabato pomeriggio, allorché veniva nel quartiere Prati con la sua lambretta,si fermava presso un fioraio boutique, La Piccola Bordighera, nella nota Piazza Giuseppe Mazzini, ed acquistava una rosa dal gambo lungo, avvolto in una carta stagnola;s i una sola rosa,perché le sue povere finanze non gli permettevano di fare di più.
Ovviamente ricevere questo pensiero floreale, particolarmente profumato ed elegante, mi faceva un immenso piacere,anche perché dietro c'era un grande sentimento nei miei confronti, ovviamente ricambiato,che culminò il 10 maggio del 1969 allorché ci siamo sposati. Ricevere questa rosa ogni sabato era diventato una specie di rito sacro,un momento di attesa particolarmente eccitante che da allora mi ha accompagnato, insieme a Giorgio,per oltre mezzo secolo.
M.L.: Quanti anni ci sono voluti per realizzare la sua collezione di rose?
A.C.C.: Abbiamo incominciato a parlare del roseto nel 2002, e nel 2009 circa era compiuto.
M.L: Chi è la mente che ha progettato il Roseto così come noi oggi lo conosciamo?
A.C.C.: Giampaolo Bonanni.
M.L: Qual è la rosa che preferisce tra tutte? C'è una rosa che manca alla sua collezione?
A.C.C.: La mia preferita è Pierre de Ronsard”, mi piace perche quando è in boccio è di colore bianco-verdino, ma quando si schiude ha un cuore rosa intenso.
M.L: Qual è la varietà che ha la fioritura più generosa?
A.C.C.: Una rosa molto rifiorente è “Knock out”, fiorisce da fine aprile a gennaio (i primi freddi).
M.L: Qual è, invece, l'esemplare che ha avuto più difficoltà a reperire?
A.C.C.: Rispondere alla domanda qual è stata più difficile da reperire è un'opera ardua. Come lei sicuramente sa le rose in circolazione sono tra 30.000 e 35.000 con circa 100 nuove varietà l'anno. Vero è che Gian Paolo Bonani ci aveva detto che avrebbe realizzato proprio un roseto, nel senso classico del termine, bensì un giardino di rose che sarebbe stato tra i più importanti del mondo ed infatti, quando acquistammo le 5.500 varietà presso 42 vivaisti sparsi nei vari continenti, ce ne fu uno in particolare che ci chiese chi avesse scelto queste rose in quanto erano rarissime che aveva lei e un collega neozelandese. Ci siamo rimessi per la scelta delle varietà esclusivamente nella grande conoscenza di Gian Paolo Bonani e siamo stati fortunati, in quanto il giardino ha suscitato la curiosità della Federazione Mondiale. L'allora presidente Gerald Meylan venne di persona accompagnato da due collaboratori esperti e al termine della giornata ci disse che Vacunae Rosae era il primo giardino al mondo dal punto di vista concettuale e il secondo al mondo dal punto di vista varietale dopo quello di Sangerhausen in Germania.
M.L: La sua tenuta è immersa in una posizione strategica, nelle vicinanze di Rieti, a ridosso dell'uscita autostradale di Ponzano Soratte, in una zona nota anche per i percorsi dell'antica via francigena. Quale pubblico riuscite ad attrarre e quale, invece, vorreste coinvolgere maggiormente?
A.C.C.: Gli appassionati di rose sono sicuramente i frequentatori più numerosi.
M.L: Il ''Roseto Vacunae Rosae'' ha ospitato diversi concorsi internazionali di rose. Qual è stata l'edizione più entusiasmante?
G.M.: Il Concorso che più mi ha colpito è stato senz'altro il primo perché c'è stata un'emozione indescrivibile ad accogliere tanti personaggi famosi nel mondo delle rose, le bandiere che sventolavano e soprattutto al momento della premiazione quando si è scoperto il bouquet della rosa vincitrice!
M.L.: Qui in maggio gli amanti delle rose si danno appuntamento per scoprire la vostra collezione. Qual è il complimento più bello che ha ricevuto fino ad ora?
A.C.C.: È difficile da dire però quando facevo io le visite guidate, iniziavo con un gruppo e finivo da sola perché le persone si perdevano in questa meraviglia, ognuno alla ricerca della sua “rosa” e questo mi riempiva di gioia.
M.L.: Quando il roseto è entrato a far parte di Grandi Giardini Italiani? C'è un giardino del Network che preferisce e perché?
A.C.C.: Siamo entrati a far parte dei ''Grandi Giardini Italiani'' nel 2010. Il giardino che amo di più è quello di Giuseppe Sigurtà sia per lo splendore e la grandiosità sia perché è un nostro amico. Parlando con Judith Wade mi sono resa conto dell'importanza di far parte di questo gruppo e poi la “carica” che ti dà Judith è impagabile!
M.L.: Oggi il ''Roseto Vacunae Rosae'' è la cornice ideale per suggellare il SI. Che cosa offrite agli sposi che scelgono questa meta per il loro giorno più importante?
G.M.: Agli sposi, oltre alla prestigiosa cornice con le sue varie accoglienze e la possibilità di celebrare i riti civili, offriamo un servizio fotografico senza uguali e per la notte di nozze un delizioso chalet che affaccia sul roseto che li inebrierà con i suoi profumi.
M.L.: Per chiudere, mi racconta un aneddoto legato alla sua proprietà?
G.M.: Nella nostra tenuta oltre al roseto abbiamo piantato 26 mila alberi di grossa taglia tra cui 200 Sequoia Semprevirens, 2160 ciliegi da legno, 1200 pioppi, 303 cipressi clonati e tanti altri. Non mancano gli animali tra i quali i preferiti sono 20 bambidi daino, gli scoiattoli dalla coda nera e poi le upupe.
L'episodio che vorrei raccontare è molto tenero. Eravamo appena arrivati da Roma, quando vediamo la moglie del guardiano chinato sullo stradone indaffarato a trafficare con qualcosa. Ci siamo avvicinati e aveva tra le mani due agnellini gemelli, appena nati prematuramente. Purtroppo uno è morto quasi subito e l'altro, ci disse, ohimè, morirà stanotte a causa delle temperature rigide del periodo. L'indomani siamo andati a vedere col batticuore come stava l'agnellino e con molta sorpresa abbiamo visto che la guardiana lo aveva alloggiato nella casetta di legno dei conigli, i quali, evidentemente animati da grande spirito materno, avevano fatto un cerchio attorno all'agnellino e con il loro calore lo avevano salvato.
M.L.: Quando è nata la sua passione per le rose?
A.C.C.: Non c'è un momento particolare. Sono sempre stata un'amante della natura e delle piante. L'incontro determinante è stato però quello con Gian Paolo Bonani che mi ha fatto conoscere prima il suo roseto a Otricoli e poi mi ha introdotto in questo modo meraviglioso delle rose.
M.L.: Dietro la nascita del suo giardino di rose, uno tra i primi in Europa per varietà e grandezza, c'è una storia molto romantica. Vuole raccontarla?
A.C.C.: La scintilla che ha fatto scattare l'amore per la rosa ha origine antica. Ho conosciuto mio marito, Giorgio, sui banchi della Scuola Interpreti di Roma agli inizi degli anni 60. Ci siamo fidanzati nel 1965 e da quel momento quando ci vedevamo,in genere il sabato pomeriggio, allorché veniva nel quartiere Prati con la sua lambretta,si fermava presso un fioraio boutique, La Piccola Bordighera, nella nota Piazza Giuseppe Mazzini, ed acquistava una rosa dal gambo lungo, avvolto in una carta stagnola;s i una sola rosa,perché le sue povere finanze non gli permettevano di fare di più.
Ovviamente ricevere questo pensiero floreale, particolarmente profumato ed elegante, mi faceva un immenso piacere,anche perché dietro c'era un grande sentimento nei miei confronti, ovviamente ricambiato,che culminò il 10 maggio del 1969 allorché ci siamo sposati. Ricevere questa rosa ogni sabato era diventato una specie di rito sacro,un momento di attesa particolarmente eccitante che da allora mi ha accompagnato, insieme a Giorgio,per oltre mezzo secolo.
M.L.: Quanti anni ci sono voluti per realizzare la sua collezione di rose?
A.C.C.: Abbiamo incominciato a parlare del roseto nel 2002, e nel 2009 circa era compiuto.
M.L: Chi è la mente che ha progettato il Roseto così come noi oggi lo conosciamo?
A.C.C.: Giampaolo Bonanni.
M.L: Qual è la rosa che preferisce tra tutte? C'è una rosa che manca alla sua collezione?
A.C.C.: La mia preferita è Pierre de Ronsard”, mi piace perche quando è in boccio è di colore bianco-verdino, ma quando si schiude ha un cuore rosa intenso.
M.L: Qual è la varietà che ha la fioritura più generosa?
A.C.C.: Una rosa molto rifiorente è “Knock out”, fiorisce da fine aprile a gennaio (i primi freddi).
M.L: Qual è, invece, l'esemplare che ha avuto più difficoltà a reperire?
A.C.C.: Rispondere alla domanda qual è stata più difficile da reperire è un'opera ardua. Come lei sicuramente sa le rose in circolazione sono tra 30.000 e 35.000 con circa 100 nuove varietà l'anno. Vero è che Gian Paolo Bonani ci aveva detto che avrebbe realizzato proprio un roseto, nel senso classico del termine, bensì un giardino di rose che sarebbe stato tra i più importanti del mondo ed infatti, quando acquistammo le 5.500 varietà presso 42 vivaisti sparsi nei vari continenti, ce ne fu uno in particolare che ci chiese chi avesse scelto queste rose in quanto erano rarissime che aveva lei e un collega neozelandese. Ci siamo rimessi per la scelta delle varietà esclusivamente nella grande conoscenza di Gian Paolo Bonani e siamo stati fortunati, in quanto il giardino ha suscitato la curiosità della Federazione Mondiale. L'allora presidente Gerald Meylan venne di persona accompagnato da due collaboratori esperti e al termine della giornata ci disse che Vacunae Rosae era il primo giardino al mondo dal punto di vista concettuale e il secondo al mondo dal punto di vista varietale dopo quello di Sangerhausen in Germania.
M.L: La sua tenuta è immersa in una posizione strategica, nelle vicinanze di Rieti, a ridosso dell'uscita autostradale di Ponzano Soratte, in una zona nota anche per i percorsi dell'antica via francigena. Quale pubblico riuscite ad attrarre e quale, invece, vorreste coinvolgere maggiormente?
A.C.C.: Gli appassionati di rose sono sicuramente i frequentatori più numerosi.
M.L: Il ''Roseto Vacunae Rosae'' ha ospitato diversi concorsi internazionali di rose. Qual è stata l'edizione più entusiasmante?
G.M.: Il Concorso che più mi ha colpito è stato senz'altro il primo perché c'è stata un'emozione indescrivibile ad accogliere tanti personaggi famosi nel mondo delle rose, le bandiere che sventolavano e soprattutto al momento della premiazione quando si è scoperto il bouquet della rosa vincitrice!
M.L.: Qui in maggio gli amanti delle rose si danno appuntamento per scoprire la vostra collezione. Qual è il complimento più bello che ha ricevuto fino ad ora?
A.C.C.: È difficile da dire però quando facevo io le visite guidate, iniziavo con un gruppo e finivo da sola perché le persone si perdevano in questa meraviglia, ognuno alla ricerca della sua “rosa” e questo mi riempiva di gioia.
M.L.: Quando il roseto è entrato a far parte di Grandi Giardini Italiani? C'è un giardino del Network che preferisce e perché?
A.C.C.: Siamo entrati a far parte dei ''Grandi Giardini Italiani'' nel 2010. Il giardino che amo di più è quello di Giuseppe Sigurtà sia per lo splendore e la grandiosità sia perché è un nostro amico. Parlando con Judith Wade mi sono resa conto dell'importanza di far parte di questo gruppo e poi la “carica” che ti dà Judith è impagabile!
M.L.: Oggi il ''Roseto Vacunae Rosae'' è la cornice ideale per suggellare il SI. Che cosa offrite agli sposi che scelgono questa meta per il loro giorno più importante?
G.M.: Agli sposi, oltre alla prestigiosa cornice con le sue varie accoglienze e la possibilità di celebrare i riti civili, offriamo un servizio fotografico senza uguali e per la notte di nozze un delizioso chalet che affaccia sul roseto che li inebrierà con i suoi profumi.
M.L.: Per chiudere, mi racconta un aneddoto legato alla sua proprietà?
G.M.: Nella nostra tenuta oltre al roseto abbiamo piantato 26 mila alberi di grossa taglia tra cui 200 Sequoia Semprevirens, 2160 ciliegi da legno, 1200 pioppi, 303 cipressi clonati e tanti altri. Non mancano gli animali tra i quali i preferiti sono 20 bambidi daino, gli scoiattoli dalla coda nera e poi le upupe.
L'episodio che vorrei raccontare è molto tenero. Eravamo appena arrivati da Roma, quando vediamo la moglie del guardiano chinato sullo stradone indaffarato a trafficare con qualcosa. Ci siamo avvicinati e aveva tra le mani due agnellini gemelli, appena nati prematuramente. Purtroppo uno è morto quasi subito e l'altro, ci disse, ohimè, morirà stanotte a causa delle temperature rigide del periodo. L'indomani siamo andati a vedere col batticuore come stava l'agnellino e con molta sorpresa abbiamo visto che la guardiana lo aveva alloggiato nella casetta di legno dei conigli, i quali, evidentemente animati da grande spirito materno, avevano fatto un cerchio attorno all'agnellino e con il loro calore lo avevano salvato.
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Se ti piace il profumo di una rosa, devi accettare le spine che porta- Isaac Hayes - |
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