Grandi Giardini Italiani Srl

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Italy

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26 Gennaio 2018

Il primo Grande Giardino Italiano in Abruzzo

Monica Lamberti intervista Alberto Colazilli, curatore del Parco del Giardino dei Ligustri (Loreto Aprutino, PE)

M. L.: Il giardino dei Ligustri, il primo nella Regione Abruzzo del network Grandi Giardini Italiani, vanta una storia importante. Potrebbe raccontarla?
A. C.: Quando si parla del Parco dei Ligustri a Loreto Aprutino viene subito in mente il grande lavoro di riqualificazione e di restauro che è stato eseguito nel giardino. Una storia di rinascita, di vittorie ma anche di tanto sacrificio e di importanti risultati raggiunti. Il giardino risale agli anni Trenta del Novecento, in quell'epoca inglobato in un più grande parco che circondava il Palazzo Valentini, ancora oggi esistente e di proprietà privata. Questo parco signorile col passare dei decenni è stato smembrato in più proprietà e completamente snaturato.
Il parco dei Ligustri comprende oggi una cospicua parte dell'antico giardino novecentesco di cui si conserva integro il viale dei cipressi, probabilmente piantati in quegli stessi anni. Inoltre, come testimoni dell'epoca, in giardino sono conservati esemplari di Buxus sempervirens arborei di grande valore naturalistico. Gran parte del patrimonio arboreo è andata perduta nel degrado e nell'abbandono che è durato decenni.
Solo dal 1998 il giardino è tornato a risplendere con una nuova impostazione e con l'inserimento di tante varietà arboree e arbustive e la realizzazione di vedute, scorci, viali, sentieri, siepi e pergolati.
Nel 2018 festeggiamo venti anni di attività, con il recupero e la valorizzazione di una delle aree più belle e antiche di Loreto Aprutino. Ma soprattutto la storia di questo giardino sta nella bonifica di un terreno che era completamente ricoperto di rovi, piante infestanti e rifiuti. È stato un lavoro duro di conservazione, ripristino, riqualificazione delle piante ornamentali pregiate. Una storia di sacrificio, di dedizione, di passione e di lotta al degrado.

M. L.: Oggi è di proprietà pubblica o privata?
A. C.: Oggi il giardino è di proprietà privata ed è Centro di Educazione Ambientale di interesse regionale riconosciuto dalla Regione Abruzzo. All'interno della villa ci sono una biblioteca ambientale e una sala per conferenze ed eventi, oltre ad un teatro all'aperto immerso nel giardino.

M. L.: Dal 1998 il Giardino è stato oggetto di un importante opera di riqualificazione botanica che è durata circa quindici anni. Quali sono stati gli interventi di recupero più rilevanti, e tutt'oggi quali sono le opere di manutenzione più impegnative?
A. C. : Quando iniziarono i lavori il più grande e complesso intervento di recupero è stato quello della riqualificazione e miglioramento degli alberi del viale storico simbolo del parco. Un lavoro che ha eliminato l'edera, la vitalba e i rovi che avevano coperto i tronchi e le chiome dei cipressi e che è stato svolto negli anni tra il 1998 e il 2000. Sono stati eseguiti anche lavori di rimonda del secco e miglioramento prospettico e prolungamento del viale stesso che ha raggiunto il suo massimo splendore nel 2010.
Tutto il parco è stato completamente ricostruito, valorizzando sempre tutte le emergenze botaniche dell'antico giardino di inizio Novecento. Un altro lavoro molto importante ed impegnativo è stato quello della salvaguardia e conservazione dei nostri Buxus sempervirens secolari, i più antichi di Loreto Aprutino e tra i più importanti d'Abruzzo.
Le opere di manutenzione più impegnative rimangono quelle per il miglioramento delle vedute nel giardino. Tutto il parco è progettato per godere di vedute che spaziano sul centro storico di Loreto e sulla campagna circostante. E' un lavoro di manutenzione costante che nell'ottobre 2017 ha portato a una totale modifica del giardino, ripensando un nuovo assetto della sentieristica e predisponendo nuove vedute e prospettive.
Il giardino è pensato come se fosse un quadro naturalistico che si anima a seconda delle stagioni. In Primavera ed Estate abbiamo un trionfo di fioriture tra alberature e siepi sempreverdi. In Autunno invece il giardino si trasforma in una tavolozza di colori caldi, dal giallo oro al rosso infuocato che si alternano nella vegetazione delle siepi e delle alberature sempreverdi, un mondo tutto particolare che acquista fascino nel tardo pomeriggio e nelle ore crepuscolari.
Particolarità di questo giardino è che ogni cosa è nata dal caos. Nel 1998 sembrava quasi impossibile progettare un giardino paesaggistico e al tempo stesso pittorico. Vederlo oggi, con la sua straordinaria vitalità e bellezza, assistiamo a un miracolo della Natura.

M. L.: Qual è la sua formazione personale e come ha influenzato la “rinascita” del Giardino?
A. C.: La mia formazione è quella del paesaggista e dello storico dell'arte specializzato in arte dei giardini e tutela dei beni culturali e ambientali. Grazie al lavoro di riqualificazione del giardino ho intrapreso studi sul restauro del paesaggio, sui beni paesaggistici e sulla conservazione dei giardini storici. Nella “rinascita” del giardino dei Ligustri un ruolo importantissimo ha avuto la mia attività di disegnatore e pittore paesaggista. Già agli inizi degli anni Novanta, all'inizio della mia attività di disegnatore, immaginavo giardini fantastici con un'importante ricerca botanica. Da qui ho iniziato uno studio accurato delle specie botaniche e dei grandi alberi che comparivano nelle opere. Dal 1998 l'arte pittorica ha cominciato ad ispirarsi a ciò che nasceva dai progetti in giardino. Nel parco dei Ligustri ho creato il laboratorio per trasportare nella realtà quello che intendevo realizzare sulla tela e su carta.
Questo giardino potrebbe essere definito come la completa realizzazione di un mio personale quadro animato, che si trasforma in ogni stagione, che si modifica e cambia di anno in anno, in cui arte e del giardino e arte pittorica si fondono e realizzano meraviglia, veduta, sogno. Il giardino si trasforma in luogo dell'arte ed è locus amoenus di studio e contemplazione.
Attraverso l'arte del giardino ho sempre ritrovato pace, serenità e conoscenza. Ricostruire dal niente un giardino è un lavoro non solo fisico ma anche mentale e filosofico, fatto di studio e di ricerca. E' un viaggio nei segreti della Natura e dell'arte che si possono apprezzare solo lavorando assiduamente e sporcandosi le mani. Questo è il significato più profondo del parco dei Ligustri di Loreto Aprutino.

M. L.: La caratteristica principale del Giardino dei Ligustri è appunto la presenza dell'albero del Ligustro, da cui il parco prende il nome. Quali sono le caratteristiche di questo elegante arbusto sempreverde?
A. C. : Il simbolo del giardino è il Ligustrum, questo elegante arbusto sempreverde che produce profumatissime fioriture nei mesi di maggio e giugno. In giardino abbiamo il Ligustrum vulgare, arbusto nostrano, antico e molto amato da api e farfalle, presente nei boschi mediterranei. Poi c'è l'esotico Ligustrum lucidum nelle sue tonalità sempreverdi e variegate, il Ligustrum texanum con fiori molto profumati e il Ligustrum ovalifolium.
Questo alberello ornamentale lo utilizziamo molto per il profumo dei fiori e per la sua rusticità e resistenza nella creazione di tunnel verdi e siepi compatte. Lo possiamo gestire come vogliamo, sopporta potature continue e lavori di ars topiaria. Un vero spettacolo visitare il parco da maggio a giugno con il profumo dei ligustri in fiore che si spande nell'aria o muoversi all'ombra dei tunnel di Ligustri intrecciati che pian piano diventano un'unica architettura arborea. In giardino utilizziamo il Ligustro in associazione con il Laurus nobilis, albero antico e nobile, nonché simbolo storico della nostra Loreto.

M. L.: Il Giardino dei Ligustri porta avanti un bellissimo progetto di educazione ambientale: cosa può raccontarci a riguardo?
A. C.: Il giardino è stato progettato come un grande laboratorio per l'educazione ambientale. E' diventato nel tempo un presidio contro la cementificazione e un esempio importante di miglioramento del paesaggio. Recentemente è stato inserito tra i Centri di Educazione Ambientale di interesse regionale in Abruzzo. Facciamo attività didattiche con le scolaresche che vengono a visitare il parco per vedere dal vivo e toccare con mano un giardino che si evolve continuamente. Vengono svolti progetti dedicati alla conoscenza dell'arte dei giardini, della botanica e dei grandi alberi. Trattiamo argomenti molto importanti come l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici con particolare riferimento alla siccità e ai fenomeni atmosferici estremi, parliamo di consumo di suolo. In giardino organizziamo anche mostre d'arte e eventi culturali come conferenze tematiche sull'arte dei giardini e agli alberi monumentali.

M. L.: Cosa l'ha spinto ad entrare a far parte del network Grandi Giardini Italiani?
A. C.: Conosco il vostro Network da molti anni e ho sempre ammirato la vostra professionalità e competenza nell'aver creato una bellissima rete dei grandi giardini in Italia. Entrare a far parte dei Grandi Giardini Italiani significa appartenere a una rete di eccellenza che valorizza e promuove lo straordinario patrimonio artistico e naturalistico di questi luoghi.
Il Giardino dei Ligustri, dopo venti anni di attività e di sacrifici, ha finalmente raggiunto il suo scopo dimostrando che anche un luogo ridotto a discarica può trasformarsi in un presidio della bellezza e in centro di educazione ambientale. La riqualificazione di un giardino degradato è un viaggio attraverso sacrifici, gioie, dolori, sconfitte e tante vittorie. Essere parte di un Network prestigioso come il vostro è un coronamento per l'immane lavoro svolto in tutti questi anni.
Il giardino deve essere un luogo aperto e non chiuso, un'entità viva che opera a stretto contatto con il territorio. Un luogo che va aperto e spiegato alle nuove generazioni insegnando loro il valore alto dell'arte dei giardini e la sua capacità di migliorare le persone.

M. L.: Qual è il giardino del Network più vicino a Lei?
A. C.: Il giardino del Network più vicino al nostro è il Parco Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama nelle Marche. Una realtà bellissima che ho avuto modo di visitare nel 2017 e con cui speriamo di poter instaurare un bel rapporto di collaborazione.

M. L.: Per chiudere, può raccontarci un aneddoto legato al Giardino?
A. C.: Una storia a lieto fine che mi piace raccontare a scolaresche e visitatori è quella della salvaguardia dei due Buxus sempervirens storici presenti nel parco. Secondo fonti orali, questi straordinari alberi potrebbero addirittura risalire all'Ottocento e probabilmente erano parte integrante di un vero e proprio boschetto formato da altri alberi della stessa specie.
Non abbiamo al momento documentazione fotografica che mostri il giardino agli inizi del Novecento, tuttavia questo sito del boschetto dei Buxus viene raccontato e descritto come una vera e propria attrazione paesaggistica nel giardino di quell'epoca, qualcosa di affascinante e di molto particolare. Oggi sono rimasti solo due esemplari che hanno una circonferenza di oltre 46 centimetri e un'altezza che supera i 4 metri. Conosciamo benissimo la crescita lentissima del Bosso e il valore del suo legno, molto pregiato e utilizzato per lavori artistici.
Questi esemplari in giardino sono tra i più antichi d'Abruzzo. Nel 1998, quando iniziarono i lavori di riqualificazione e bonifica, mi presi l'impegno, assai difficile e complesso, di liberare gli ultimi due alberi di Bosso sopravvissuti, totalmente soffocati da una consistente massa di rovi e vitalbe. Durante i lavori rintracciai anche i tronchi, completamente marci e secchi, di altri esemplari considerevoli di bosso, deperiti nell'abbandono e nell'incuria, che testimoniavano effettivamente la presenza di un antico boschetto.
Questo episodio, che ormai fa parte degli episodi salienti del giardino, ha salvato due monumenti della storia loretese, due alberi rari che io personalmente ho curato per intere giornate, risistemando il terreno, eliminando il secco, bonificando i rifiuti intorno. Ad oggi sono costantemente curati e valorizzati, trattati con il massimo rispetto e sono tra le attrazioni più visitate del giardino.

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Qual è l’insegnamento degli alberi se non quello di farci amare la vita e promuovere la pace…

- Alberto Colazilli -

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