Grandi Giardini Italiani Srl

c/o Villa Erba
Largo Luchino Visconti, 4
22012 Cernobbio (COMO)
Italy

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

© Grandi Giardini Italiani

© Dario Fusaro, Grandi Giardini Italiani

Friuli-Venezia Giulia

Vistorta – Villa Brandolini d’Adda

Sacile, Pordenone

Giardino paesaggistico
Accessibile ai disabili
Orchidee
Parcheggio
Pet Friendly
Ville di Delizia

Storia

Vistorta è un antico borgo rurale di origini medievali, testimoniate da una colombaia del XII secolo e una piccola cappella adiacente del XIV secolo. L'area sulla quale sorge ora la Villa ottocentesca fu acquisita attorno al 1780 dalla famiglia Brandolini tramite unione con la casata Rota. Fu Guido Brandolini Rota che, nel XIX secolo, iniziò a realizzare a Vistorta una moderna ed efficiente azienda agricola dedita alla coltivazione di cereali, del baco da seta ed alla produzione di vini già allora molto rinomati.
Nel 1872 termina la costruzione della Villa, della grande barchessa e delle scuderie, che fanno da cornice al parco, delimitato da un quadrilatero di mura in pietra con le originarie quattro torrette di ispirazione romantica.
Il parco inizia la sua vita a inizio Novecento con le prime piantumazioni. Tigli, querce, magnolie, faggi, olmi, taxodio, abeti, cedri, vengono piantati con una configurazione ricorrente nei giardini veneti e friulani a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento.

A partire dal secondo dopoguerra il Conte Brando Brandolini d'Adda inizia un'importante ristrutturazione della Villa di ispirazione neoclassica affiancato dall'architetto scenografo e grande amico, Renzo Mongiardino.
Nel 1965 il conte Brando e la contessa Cristiana affidarono al paesaggista inglese Russell Page la riorganizzazione e l'ampliamento del parco: gli alberi centenari vennero affiancati da rare essenze.
In tre anni lo trasformò creando «un grande parco romantico e naturalistico nella tradizione del giardino russo dell'Ottocento». Un parco elegante ma sobrio, romantico ma senza affettazioni, con i suoi specchi d'acqua originati da acque risorgive, boschetti di conifere, latifoglie e la ritrovata centralità della Villa. Gli splendidi esemplari di rose e orchidee rare, coltivati nel parco e nella serra, accompagnano la bellezza della Villa anche al suo interno, proprio come si usava un tempo.

Attualmente l'azienda agricola coltiva, a conduzione biologica, 200 ettari e produce vino e cereali con grande attenzione alla conservazione della biodiversità.

Come arrivare

In macchina
Da Nord: Autostrada A4 Torino-Trieste direzione Trieste. Proseguire su A27 direzione Belluno, uscire a Conegliano per A28 verso Portogruaro. Continua su A28 Portogruaro - Conegliano/A28. Prendi l'uscita Sacile Ovest verso Sacile Ovest. Svolta a sinistra allo svincolo e prosegui in direzione di Strada Vistorta per circa 2,6 km. Alla rotonda prendi la 1ª uscita e prendi Strada Vistorta fino all'arrivo.

In Treno
Dalla Stazione di Venezia Centrale treno regionale per Udine, fermata Conegliano. Proseguire su Bus n.153 Sacile - ITC fermata Cornadella (29 fermate, 45 minuti circa). Poi a piedi per circa 2km fino all'arrivo
Info biglietti e orari: Trenitalia e Mobilità di Marca

In Aereo
Aeroporto di Venezia Marco Polo: 66 km

Grandi Giardini Grandi Vini

Testo di Egle Pagano

C'è un vino che mette quasi sempre d'accordo tutte le principali guide enologiche italiane, conquistando i punteggi più alti. È il San Leonardo, l'etichetta di punta dell'omonima tenuta che i marchesi Guerrieri Gonzaga possiedono ad Avio, in Trentino. Rosso di grande corpo ed eleganza, taglio bordolese nato dall'assemblaggio di Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot, il San Leonardo è il frutto degli studi enologici e della passione del marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, ma anche della sua collaborazione con il grande enologo Giacomo Tachis, fra gli artefici del Rinascimento del vino italiano, autore di best seller che hanno proiettato la Toscana al vertice del mercato internazionale, come il Tignanello di Antinori o il Sassicaia della Tenuta San Guido dei Marchesi Incisa della Rocchetta.
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A "caccia" di orchidee

Testo a cura di Giusi Galimberti

Tutti pazzi per le orchidee: da sempre uno dei fiori più amati e preziosi, da donare a chi si ama o da coltivare con impegno e passione.
C'è stato un momento però, in Europa e in particolare nell'Inghilterra vittoriana, in cui la passione per le orchidee si trasformò tra gli aristocratici in un'autentica mania, quella che gli inglesi definirono appunto la orchidomania o orchidelirium: una folle caccia alle specie più esotiche e rare. Per possederle ed esibirle nella propria collezione, i nobili erano disposti a pagare cifre da capogiro. Una passione persino più smodata di quella per i tulipani, che in Olanda aveva provocato, meno di due secoli prima, una bolla economica sui mercati.
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Russell Page

(1906 – 1985)
Paesaggista inglese; dopo aver studiato presso la School of Art di Londra, a Parigi si dedicò alla pittura, ritraendo soggetti botanici dai quali si sentiva particolarmente attratto. I suoi primi lavori, presso lo studio di un paesaggista, riguardarono infatti l'arredo verde di alcuni quartieri londinesi; poco dopo riuscì a lavorare per il famoso Geoffrey Jellicoe. Con lui progettò, fra l'altro, il Royal Lodge a Windsor e i giardini di Ditchley. Dopo la seconda Guerra mondiale, prese a lavorare a livello internazionale, ispirandosi però a Gertrude Jekyll, con un senso pittorico del paesaggio del tutto personale. Fra i suoi lavori, oltre all'allestimento temporaneo delle celebri ‘Floralies' di Parigi del 1957, vanno ricordati: il Parco dei daini di Longleat, i Patino Gardens, William S. Paley Gardens di New York e, in Italia, Palazzo Colonna di Roma, S. Liberato, La Mortella e La Landriana. Il suo libro The Education of a Gardener (1962) è diventato un classico della letteratura del giardinaggio.
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Vistorta – Villa Brandolini d’Adda
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Essenza del Paradiso

Nasce la fragranza Grandi Giardini Italiani by CULTI Milano

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Adelmo Barlesi racconta il Parco Villa Trecci

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Guida Grandi Giardini Italiani 2024

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