Grandi Giardini Italiani Srl

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Italy

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3 Marzo 2017

Villa Reale: il giardino delle soprese

Nella piana di Lucca, a pochi km dal piccolo borgo custodito ancora dall'intatta cinta muraria cinquecentesca, tra il XV e il XIX secolo, le classi più agiate realizzarono preziose opere di borghesia urbane immerse in splendide cornici verdi. Nate come residenze estive, alternative a quelle invernali, le Ville lucchesi ancora oggi mostrano il fascino di un tempo passato. Tramandate per lo più invariate, sono circondate da ampi e arborati giardini, portici, saloni, affreschi e statue, parchi con vasche, pescherie e laghetti. Tra queste spicca per bellezza e maestosità la Villa Reale di Marlia.
Oltrepassato il cancello d'ingresso è il percorso del torrente Fraga ad indicare al visitatore il sentiero che si snoda lungo le rive del fiume costeggiate da eleganti alberi di camelie che regalano fiori dalle colorazioni bianche, rosa e rosse, traccia indelebile del passato napoleonico della Villa. Le prime camelie arrivarono a Marlia nel 1808 dall'ingente spedizione di piante rare che Elisa Bonaparte Baciocchi ottenne dal fratello Giuseppe re di Napoli, dai giardini della Reggia di Caserta, per arricchire il nuovo giardino inglese di Villa Reale. Alle influenze barocche dei Conti Orsetti rintracciabili nel Ninfeo, nelle statue, nei giochi d'acqua e nella Palazzina dell'Orologio, si intrecciano dunque quelle inglesi volute dalla sorella di Napoleone Bonaparte e Principessa di Lucca, proprietaria della Villa dal 1806. L'intervento voluto da Elisa fece perdere al giardino alcune delle sue sfumature barocche per assumere le sembianze di un grande giardino all'inglese, in cui le emozioni sono giocate dall'alternarsi dei contrapposti, in un equilibrio che lega tra di loro tutti gli elementi.
Dai vialetti alberati che segnano il passo del Viale delle Camelie, e chiudono lo sguardo al visitatore, si apre d'improvviso una vista sconfinata sull'intera proprietà una volta giunti al lago. Alimentato dalle acque del torrente che attraversa la Villa, il bacino generosamente le conserva dando vita ad un sistema continuo di accumulo e distribuzione delle stesse, che arriva persino ad alimentare il parterre antistante la Villa. Lasciato il lago dalla magistrale forma a goccia d'acqua, si raggiunge agevolmente Villa del Vescovo, in questo periodo interessata da lavori di restauro che dureranno per circa un anno. La Villa e il suo elegante giardino all'italiana che ne lambisce le mura medievali furono annessi alla proprietà per volontà di Elena Baciocchi nel 1811. Attraverso un sentiero si accede alla Grotta di Pan, importante influenza barocca ancora presente nel giardino, che con i suoi giochi d'acqua sorprende e rinfresca il visitatore. Quello della Villa Reale è il Ninfeo più antico delle ville lucchesi, realizzato tra il 1570 e il 1580, e annesso alla Villa del Vescovo. Negli spazi adiacenti, l'architetto del paesaggio Jacques Greber realizzò nel 1928 la piscina progettata insieme ai campi da tennis, bocce e croquet. La firma dell'architetto francese la ritroviamo ancora nelle suggestioni del Giardino Spagnolo, che con le sue ambientazioni riporta il visitatore nelle opere dei grandi pittori impressionisti di fine ottocento.
Il viaggio nel “giardino delle sorprese” prosegue fino ad arrivare al Giardino dei Limoni dominato al centro dalla seicentesca peschiera sulla quale troneggiano le imponenti statue di Arno e Serchio, rappresentazione dei corsi d'acqua più importanti della zona. Alle loro spalle si può ammirare l'esedra in tufo e pietra grigia con il ninfeo di Leda e il Cigno. Durante la stagione primaverile è incantevole ammirare il perimetro della peschiera circondato da oltre 200 vasi di agrumi e perdersi nei loro profumi.
Da una porticina, disegnata magistralmente dalla natura, si accede al Teatro di Verzura, uno dei primi in Italia, che in passato fece da quinta alle eccellenti interpretazioni sinfoniche di Nicolò Paganini, che qui nell'ottocento era solito esibirsi per la padrona di casa Elisa. Il Teatro è circoscritto da alte siepi di Tasso disposte in modo da formare un semicerchio con finestre ad archetto, con il palco posto su di un prato rialzato che ospita tre statue in cotto rappresentanti le maschere della commedia italiana: Pulcinella, Colombina e Pantalone.
Il viaggio è tutto un susseguirsi di ampi spazi aperti e piccoli giardini segreti, e dopo il bosco di piante secolari percorrendo il viale di siepi di bosso intrecciate con tuie alte oltre quattro metri, si arriva all'elegante Palazzina dell'Orologio, i cui lavori di restauro sono appena terminati. Il palazzo prende il nome dall'imponente orologio che domina la facciata e fu eretto dagli Orsetti tra la fine del XVII e i primi del XVIII secolo, al fine di ospitare le scuderie, le cucine e i servizi.
Ancora pochi passi, immersi nella fitta vegetazione degli alberi secolari, separano il visitatore dalla maestosità della Villa che acquisì l'epiteto di reale con il passaggio della proprietà alla Principessa di Lucca. Il dolce rumoreggiare dell'acqua distoglie lo sguardo dalla vista dell'imponente residenza per ammirare il Teatro d'acqua sul quale si specchia la facciata posteriore della Villa Reale. Formato da un'ampia vasca semicircolare contornata da fragorose cascate che riversano l'acqua da cinque mascheroni di grandi dimensioni, è un retaggio della progettazione seicentesca dei giardini.
Fermandosi ad osservare l'imponenza della Villa Reale, appena restaurata, si possono ancora cogliere le influenze storiche legate alle diverse proprietà. Edificato per opera dei Buonvisi nel XV secolo, il complesso fu profondamente stravolto durante il periodo degli Orsetti che lo ha arricchito e completato in stile neoclassico. Ma è durante la fase Baciocchi Bonaparte, inizio XIX secolo, che ha assunto l'attuale conformazione fino alla fase moderna caratterizzata dal recupero e dal restauro del patrimonio per opera degli attuali proprietari. Forti dell'amore per il luogo e per le ricchezze qui racchiuse, nel percorso di recupero della Villa si è cercato di mantenere inalterate al suo interno le voci che la compongono, in un'interpretazione unitaria frutto della visione di Elisa e della tenacia dei nuovi proprietari.

M.L.

L'artista e' un ricettacolo per le emozioni che vengono da qualsiasi luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzetto di carta, da una forma passante, da una ragnatela.

- Pablo Picasso -

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