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27 Gennaio 2017
Giardino d'inverno
Dal blog della scrittrice Simonetta Chiarugi, un'anteprima esclusiva per gli Amici di Grandi Giardini Italiani:
Il giardino segreto di Villa Arvedi
Avete mai visitato un giardino in inverno? Alcuni giardini non hanno bisogno delle eclatanti fioriture, anzi questa stagione ne esalta le forme e la struttura specialmente se sono luoghi storici dove le piante sono spesso lo strumento che ne definisce gli spazi e le prospettive.
Come testimone di Grandi Giardini Italiani, il network d'eccellenza che contra oltre 120 tra i giardini più belli in Italia, ho visitato Villa Arvedi e il suo giardino, una maestosa dimora seicentesca situata lungo il declivio di un colle della provincia di Verona, a Grezzana, una proprietà gestita ancora dalla famiglia che la abita dall'800.
Arrivando in auto si percorre un viale delimitato da siepi sapientemente topiate create dall'alternanza di piante di tasso e di bosso che invitano l'occhio a raggiungere la Villa e il prospiciente giardino.
La Villa ha origine nel 1200 e dopo varie vicissitudini e modifiche attorno al 1650 viene costruita nelle forme attuali su disegno dell'architetto e scultore Giovanni Battista Bianchi. Fa parte del complesso anche la cappella barocca dedicata a S. Carlo Borromeo che la tradizione vuole ospite durante il viaggio verso Trento per il concilio del 1485.
Lo stesso architetto che ha progettato l'edificio si è occupato anche della realizzazione del giardino all'italiana che pur rispecchiando i dettami stilistici dell'epoca rivela influssi francesi leggibili dal disegno a duplice ventaglio simile ad ali di farfalla del parterre di bosso centenario. La gestione delle piante è curata da uno dei proprietari, un grande lavoro che prevede principalmente la potatura dei chilometri di bosso e dura più di un mese a partire da inizio inverno, affiancata al trattamento contro l'attacco della piralide effettuato durante la stagione vegetativa.
Sono stata particolarmente attratta dalla visita del ninfeo collocato nel terrazzamento a prato a destra della villa, vi si accede attraverso la grande porta a vetri incorniciata visivamente da due maestose piante di caco. Mi affascinano i ninfei, in origine erano edifici sacri dedicati ad una ninfa, in genere realizzati presso una sorgente d'acqua. Nelle ville rinascimentali e barocche, furono create particolari fontane, spesso scavate nella roccia o dotate di grotte artificiali, colonne, nicchie e altri elementi decorativi, scenograficamente realizzate per intrattenere e stupire gli ospiti con giochi d'acqua. A Villa Arvedi ho ammirato il bellissimo ninfeo in stile barocco, decorato con conchiglie, mosaici e statue di figure che durante l'ultima guerra ha subito forti danneggiamenti e attualmente funge da ricovero delle piante di agrumi. All'interno del ninfeo una porta conduce ad una stanza adibita un tempo a voliera, affreschi raffiguranti cieli azzurri e un volo di beccaccia ne ricordano l'origine.
Tutta la proprietà era cinta da mura risalenti al 1500, il classico brolo Veronese che costituisce l'insediamento originale della villa, su alcune parti sopravvissute nel tempo, circa 50 anni fa la padrona di casa ebbe l'idea di piantare tra gli interstizi delle pietre delle piante di cappero che durante la bella stagione allietano la vista prima con i fiori e poi con i frutti. Per sopravvivere al freddo le piante all'arrivo dell'inverno vengono potate a pochi centimetri dal muro.
Con le spalle alla Villa, a vista d'occhio completano il possedimento gli ordinati filari di uva corvina e rondinella che si estendono per 6 ettari e in prossimità del giardino all'italiana lungo le mura di cinta, sono stati messi a dimora dal padre degli attuali proprietari 200 alberi di ciliegie di cui era ghiotto e poco distanti alcuni alberi di una vecchia varietà di fichi chiamati segalini neri, che producono frutti piccoli, sodi e molto dolci.
Prima di andare via un ultimo sguardo alla collina, da ligure sono rimasta impressionata dalla coltivazione di 3.500 piante di olivo che circondano e proteggono dai venti la proprietà e permettono la produzione di un olio di grandissimo pregio prodotto nel frantoio del 1400 annesso alla Villa.
Se state programmando un tour alla scoperta di luoghi magici includete la visita di questa magnifica dimora e del suo giardino, sono certa che ringrazierete per il suggerimento!
Il giardino segreto di Villa Arvedi
Avete mai visitato un giardino in inverno? Alcuni giardini non hanno bisogno delle eclatanti fioriture, anzi questa stagione ne esalta le forme e la struttura specialmente se sono luoghi storici dove le piante sono spesso lo strumento che ne definisce gli spazi e le prospettive.
Come testimone di Grandi Giardini Italiani, il network d'eccellenza che contra oltre 120 tra i giardini più belli in Italia, ho visitato Villa Arvedi e il suo giardino, una maestosa dimora seicentesca situata lungo il declivio di un colle della provincia di Verona, a Grezzana, una proprietà gestita ancora dalla famiglia che la abita dall'800.
Arrivando in auto si percorre un viale delimitato da siepi sapientemente topiate create dall'alternanza di piante di tasso e di bosso che invitano l'occhio a raggiungere la Villa e il prospiciente giardino.
La Villa ha origine nel 1200 e dopo varie vicissitudini e modifiche attorno al 1650 viene costruita nelle forme attuali su disegno dell'architetto e scultore Giovanni Battista Bianchi. Fa parte del complesso anche la cappella barocca dedicata a S. Carlo Borromeo che la tradizione vuole ospite durante il viaggio verso Trento per il concilio del 1485.
Lo stesso architetto che ha progettato l'edificio si è occupato anche della realizzazione del giardino all'italiana che pur rispecchiando i dettami stilistici dell'epoca rivela influssi francesi leggibili dal disegno a duplice ventaglio simile ad ali di farfalla del parterre di bosso centenario. La gestione delle piante è curata da uno dei proprietari, un grande lavoro che prevede principalmente la potatura dei chilometri di bosso e dura più di un mese a partire da inizio inverno, affiancata al trattamento contro l'attacco della piralide effettuato durante la stagione vegetativa.
Sono stata particolarmente attratta dalla visita del ninfeo collocato nel terrazzamento a prato a destra della villa, vi si accede attraverso la grande porta a vetri incorniciata visivamente da due maestose piante di caco. Mi affascinano i ninfei, in origine erano edifici sacri dedicati ad una ninfa, in genere realizzati presso una sorgente d'acqua. Nelle ville rinascimentali e barocche, furono create particolari fontane, spesso scavate nella roccia o dotate di grotte artificiali, colonne, nicchie e altri elementi decorativi, scenograficamente realizzate per intrattenere e stupire gli ospiti con giochi d'acqua. A Villa Arvedi ho ammirato il bellissimo ninfeo in stile barocco, decorato con conchiglie, mosaici e statue di figure che durante l'ultima guerra ha subito forti danneggiamenti e attualmente funge da ricovero delle piante di agrumi. All'interno del ninfeo una porta conduce ad una stanza adibita un tempo a voliera, affreschi raffiguranti cieli azzurri e un volo di beccaccia ne ricordano l'origine.
Tutta la proprietà era cinta da mura risalenti al 1500, il classico brolo Veronese che costituisce l'insediamento originale della villa, su alcune parti sopravvissute nel tempo, circa 50 anni fa la padrona di casa ebbe l'idea di piantare tra gli interstizi delle pietre delle piante di cappero che durante la bella stagione allietano la vista prima con i fiori e poi con i frutti. Per sopravvivere al freddo le piante all'arrivo dell'inverno vengono potate a pochi centimetri dal muro.
Con le spalle alla Villa, a vista d'occhio completano il possedimento gli ordinati filari di uva corvina e rondinella che si estendono per 6 ettari e in prossimità del giardino all'italiana lungo le mura di cinta, sono stati messi a dimora dal padre degli attuali proprietari 200 alberi di ciliegie di cui era ghiotto e poco distanti alcuni alberi di una vecchia varietà di fichi chiamati segalini neri, che producono frutti piccoli, sodi e molto dolci.
Prima di andare via un ultimo sguardo alla collina, da ligure sono rimasta impressionata dalla coltivazione di 3.500 piante di olivo che circondano e proteggono dai venti la proprietà e permettono la produzione di un olio di grandissimo pregio prodotto nel frantoio del 1400 annesso alla Villa.
Se state programmando un tour alla scoperta di luoghi magici includete la visita di questa magnifica dimora e del suo giardino, sono certa che ringrazierete per il suggerimento!
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Nulla è più figlio dell’arte di un giardino.- Sir Walter Scott - |
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