8 Marzo 2019
Viaggio tra le memorie di famiglia
Monica Lamberti intervista Jacopo Cicogna Mozzoni di Villa Cicogna Mozzoni (Bisuschio, VA)
ML: Villa Cicogna Mozzoni, realizzata prima del 1440 come Casino di caccia, deve la sua fortuna al coraggioso salvataggio dalle fauci di un orso del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ospite della proprietà, ad opera di Agostino Mozzoni e del suo cane. Leggenda o storia vera?
JCM: È una storia vera! Cicco Simonetta, segretario del Duca riportò l'episodio nel suo diario, annotando in particolare l'intervento valoroso di Agostino che affrontò un orso di ben 180 kg., ne rimase ferito e perse il suo mastino. Il Duca il 4 Novembre 1476 con diploma ducale beneficerà i fratelli Agostino e Antonio Mozzoni concedendo loro privilegi e immunità sopra tutti i beni posseduti.
Sembra una leggenda ma non lo è e mia nonna Gina Castelbarco Albani approffittò di questo fatto e, quando decise di aprire al pubblico, comprò subito un mastino di terracotta da un antiquario e lo mise nella sala principale su un bel cuscino di velluto rosso: aveva capito che questo episodio sarebbe rimasto in mente più di ogni altra informazione storica: Forte la mia nonna! In tutti gli articoli si cita l'evento e immaginatevi quante volte lo abbiamo raccontato.
ML: Un secolo dopo per volere di Ascanio Mozzoni la proprietà si trasformò in Villa di delizia. Furono aggiunti due corpi di fabbrica e fu curata la sistemazione dei giardini, che ancora oggi, nella parte centrale, appaiono fedeli all'impianto originario. Ad Ascanio Mozzoni si deve la creazione del giardino a sette livelli e di una tra le più celebri scalinate d'acqua del Cinquecento a due rampe, con un ruscello in mezzo che scende dritto verso i saloni della Villa. Quale influenza, secondo lei, subì Ascanio Mozzoni nella realizzazione dei giardini?
JCM: Ascanio Mozzoni, figlio di Angela Visconti di Pogliano, è una figura molto importante per noi, che si unì in matrimonio con sua cugina di terzo grado Cecilia Mozzoni, la proprietaria di Bisuschio, unica erede del patrimonio. Dopo la loro unione nel 1559, Ascanio realizzò insieme al suocero il completamento non solo dei giardini, ma anche dell'edificio con gli affreschi che decorano tutta la villa. Insignito più volte della carica di Giureconsulto collegiato seguì in qualche viaggio a Roma il papa di quel periodo, Pio IV (Giovan Angelo Medici di Marignano) nato a Frascarolo (a qualche chilometro da Bisuschio). Letterato e artista ha l'occasione di visitare le famose ville cardinalizie vicino Roma come Villa Lante a Bagnaia e Palazzo Farnese a Caprarola, tipologia di villa-giardino molto in voga all'epoca e infatti riprodurrà a Bisuschio gli stessi elementi presenti in quei giardini come il parterre con siepi di bosso, la peschiera, la scalinata con ruscello che porta acqua ai giardini sottostanti e i portici affrescati con temi mitologici circondati da paesaggi naturali.
ML: Oltre all'impianto del giardino, quali sono le tracce ancora visibili dell'epoca rinascimentale?
JCM: Da documenti ritrovati negli archivi sappiamo che la prima peschiera è rinascimentale così come la fontana a candelabro realizzata da maestri scultori locali. L'altra traccia è la scalinata, originariamente senza la pagoda (o glorietta) in cima, senza le due statue ai lati e con un diverso vascone di raccolta; elementi questi aggiunti in seguito da Francesco (+1640), Carlo (+1690) e Francesco II (+1729) che completerà l'allargamento del giardino e metterà la nuova peschiera con la fontana.
ML: Nel passaggio da Casino di caccia a Villa di delizie anche l'intero edificio subì un notevole cambiamento: fu abbellito e completato con affreschi dei F.lli Campi di Cremona e della loro scuola. In particolare colpiscono gli affreschi del loggiato, interessante documento iconografico della vita che si svolgeva nel parco, nel bosco e nei poderi dei Mozzoni. Quale ritratto di vita famigliare ci tramandano?
JCM: Il ritratto di vita è quello di una famiglia in rapida ascesa sociale che ha la necessità di adeguarsi agli usi delle famiglie più potenti e che ama circondarsi di cose belle come le residenze di campagna contornate da giardini. Mi immagino una famiglia agiata dedita per tradizione alla caccia in montagna e che si diletta con la musica, la pittura, il teatro, la letteratura e aggiungerei anche con i fiori, le piante, i giardini ordinati e proporzionati. Gli affreschi del loggiato riproducono scene di caccia e sul soffitto dipinto si inerpicano i rami pieni di fiori e frutti di limone, cedro, arancio, melo, pero, pesco e albicocco. Anche in giardino ai lati della scalinata esisteva fino al 1700 un pergolato con piante esotiche, questo veniva protetto in inverno con lastre di rame e ciò ci dice molto della attenzione e della cura per i giardini.
Devo precisare che ultimamente abbiamo rivalutato il ruolo dei Campi nelle decorazioni ad affresco. Infatti nella tesi della Dott.ssa Marianna Cogni (del 2015) si ipotizzano influenze genovesi di pittori vicini a Perin Del Vaga e in particolare i pittori della famiglia Semino. La tesi evidenzia che la bottega attiva a Bisuschio nel 1560 faceva largo uso di modelli da illustrazioni a stampa, utilizzati per riprodurre esattamente alcune scene mitologiche degli affreschi. I libri maggiormante usati furono le “Trasformazioni” di Ludovico Dolce e “Emblemata” di Alessandro Alciato, oltre alle illustrazioni invece da Marcantonio Raimondi, Agostino Veneziano, Gian Giacomo Caraglio, ecc. Durante quest'anno faremo una mostra dedicata a questo tema. Vi invito tutti.
M.L.: Quando avete deciso di rendere visitabile la Villa e i giardini? Cosa vi ha spinto a prendere questa decisione?
JCM: Nel 1957, i miei nonni decisero di aprire al pubblico, i motivi furono tanti. Innanzitutto perchè era già abitudine far accedere turisti nel giardino. Negli archivi abbiamo trovato molti libri delle firme dove si capisce che già dal 1870 era abitudine far visitare il giardino a conoscenti e non. I nomi che si leggono sono di parenti, amici ma anche di personaggi illustri come Mary Logan Berenson (che comprerà Villa I Tatti a Firenze qualche anno dopo le due visite a Bisuschio), Georgina Masson, Edith Warton, (scrittrici di libri sui giardini) Maxfield Parrish (illustratore), Ralph Griswold architetto, ecc. Penso che fra gli altri motivi ci furono anche questioni pratiche. La villa ha stanze molto alte e impossibili da riscaldare, i letti a baldacchino, vecchi di 3 secoli non sono più funzionali e non ultimo il vincolo della Soprintendenza (dicharazione del 1912) che impediva di fatto di rendere la villa vivibile (non sono presenti l'impianto elettrico, quello di riscaldamento, o l'acqua corrente). Si suppose di poter ricavare un piccolo utile dalle visite, in una zona famosa per la presenza delle Isole Borromee e di Villa Carlotta e dei tanti splendidi giardini presenti sui laghi di Como, Varese, Maggiore, Orta e Lugano.
ML: Da quanto tempo Lei si occupa in prima persona della gestione Villa?
JCM: Dal 1990, 29 anni.
ML: Qual è il budget che ogni anno investite nel recupero e mantenimento della proprietà? E come reperite le risorse necessarie?
JCM: Domanda di riserva? Per reperire le tante risorse necessarie affittiamo le sale per ricevimenti, spot pubblicitari e per foto di moda, poi abbiamo circa 3000 visitatori, ricerchiamo bandi emessi dalle istituzioni per realizzare progetti di conservazione, la Fondazione ONLUS creata nel 2014 è di sostegno alla villa e aiuta per la sua conservazione e, infine, abbiamo un particolare accordo-scambio con il nostro giardiniere che provvede alle tante potature.
ML: Quale consiglio darebbe ad un giovane che vorrebbe o si trova a gestire un bene culturale di tale importanza?
JCM: Oggi alcune Università hanno come indirizzo la conservazione e la gestione dei beni culturali e in Italia esistono da tempo ottime scuole di florvivaismo. Quindi consiglio lo studio, un tirocinio all'estero e in Italia. Questi luoghi bellissimi sono molto impegnativi e sembra quasi che facciano di tutto per farsi odiare (tasse, costi, crolli, furti, responsabilità, oneri, restauri, riparazioni, ecc.) la cosa quindi più importante è l'amore incondizionato. La fatica viene ripagata dalla meraviglia quotidiana del giardino, dallo stupore ed entusiasmo dei turisti e degli studenti in visita, dalle magiche serate estive di musica, dall'organizzare mostre, dalla scoperta di novità emerse dagli archivi o dai lavori degli studenti per le loro tesi, dalla conoscenza di migliaia di persone che ogni anno ci visitano. Per esempio, fra poche ore arriveranno quattro volontari dal Regno Unito per aiutarmi in alcuni lavori in giardino, uno di loro è il Prof. Alan Mason che ha condotto trasmissioni sui giardini su Channel 4 negli anni 80/90, verrà insieme a un suo amico Professore presso l'Askham Brian College di York, lavoreranno insieme ai nostri giardinieri per preparare il giardino alla prossima stagione. Sarà un esperienza unica.
ML: Quale angolo del giardino preferisce e perché?
JCM: In assoluto il bosco da dove si vede il lago di Lugano, il panorama visto da li è incorniciato dalle fronde e nel bel mezzo, alla distanza di 5, 6 chilometri, si vede il lago di Lugano dal colore blu intenso, da quel punto del giardino sembra di essere sospesi in aria. Da bambino per me era il luogo più segreto e il più lontano da tutti. Lo so che fra tanti scorci meravigliosi di questo giardino ho scelto la zona meno architettonica ma come detto è una sensazione forte, forse amplificata dalla precedente visione del giardino ordinato.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
JCM: Mi piacerebbe visitare i giardini della Campania perché non li ho ancora visitati e in particolare il giardino di Lady Walton e la Reggia di Caserta, due giardini totalmente opposti. Vorrei però poterli visitare tutti.
ML: Per finire, vuole condividere con gli amici dei Grandi Giardini Italiani una memoria storica legata alla sua proprietà?
JCM: Di memorie storiche ce ne sono tante e quasi tutte legate a conflitti ne accenno 2.
1) Durante la seconda guerra mondiale, la nonna affitta al Sig. Federico Seneca il piano terra e alcune stanze al secondo piano della villa. La ditta del Sig. Seneca è sfollata da Milano e continua la sua produzione a Bisuschio con i propri operai che alloggiano nel paese. Due giovani operai sono ebrei, qualcuno del paese lo scopre e manda una lettera anonima di denuncia alla polizia tedesca. Dopo pochi giorni arriva un gruppo composto da otto soldati che senza dichiarare il motivo della loro ispezione entra in villa, apre tutte le porte e addirittura battendo le nocche sui muri cerca di scoprire un qualche nascondiglio e non avendo trovato nulla prima di andare via mostrano la lettera che accusava il Sig. Seneca di proteggere i due giovani. Alla domanda se ciò fosse vero egli nega tutto con una grande risata, i soldati convinti se ne vanno. Il figlio Bernardino nei suoi ricordi racconta di aver visto il giorno dopo i due ragazzi salutare suo padre e con lo zaino in spalla partire per Viggiù (vicino al confine con la Svizzera) per espatriare e fuggire.
Anni fa sul fondo di un cassetto ho trovato una scritta a penna datata 1943 e firmata da Bernardino Seneca all'epoca tredicienne prima di trasferirsi ad Arcisate.
2) Altra scritta, altro conflitto. Si tratta di Austriaci che si firmano sull'anta interna di una finestra, questa volta è un gruppo di almeno 15 soldati del KK Infanterie regiment n° 33 comandati dal Conte Franz Gyulay che nel 1857-8 stazionarono nella villa.
INFORMAZIONI
Villa Cicogna Mozzoni - Viale Cicogna, 8 - 21050 Bisuschio (VA)
Tel. +39 0332 471134 - www.grandigiardini.it
ML: Villa Cicogna Mozzoni, realizzata prima del 1440 come Casino di caccia, deve la sua fortuna al coraggioso salvataggio dalle fauci di un orso del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ospite della proprietà, ad opera di Agostino Mozzoni e del suo cane. Leggenda o storia vera?
JCM: È una storia vera! Cicco Simonetta, segretario del Duca riportò l'episodio nel suo diario, annotando in particolare l'intervento valoroso di Agostino che affrontò un orso di ben 180 kg., ne rimase ferito e perse il suo mastino. Il Duca il 4 Novembre 1476 con diploma ducale beneficerà i fratelli Agostino e Antonio Mozzoni concedendo loro privilegi e immunità sopra tutti i beni posseduti.
Sembra una leggenda ma non lo è e mia nonna Gina Castelbarco Albani approffittò di questo fatto e, quando decise di aprire al pubblico, comprò subito un mastino di terracotta da un antiquario e lo mise nella sala principale su un bel cuscino di velluto rosso: aveva capito che questo episodio sarebbe rimasto in mente più di ogni altra informazione storica: Forte la mia nonna! In tutti gli articoli si cita l'evento e immaginatevi quante volte lo abbiamo raccontato.
ML: Un secolo dopo per volere di Ascanio Mozzoni la proprietà si trasformò in Villa di delizia. Furono aggiunti due corpi di fabbrica e fu curata la sistemazione dei giardini, che ancora oggi, nella parte centrale, appaiono fedeli all'impianto originario. Ad Ascanio Mozzoni si deve la creazione del giardino a sette livelli e di una tra le più celebri scalinate d'acqua del Cinquecento a due rampe, con un ruscello in mezzo che scende dritto verso i saloni della Villa. Quale influenza, secondo lei, subì Ascanio Mozzoni nella realizzazione dei giardini?
JCM: Ascanio Mozzoni, figlio di Angela Visconti di Pogliano, è una figura molto importante per noi, che si unì in matrimonio con sua cugina di terzo grado Cecilia Mozzoni, la proprietaria di Bisuschio, unica erede del patrimonio. Dopo la loro unione nel 1559, Ascanio realizzò insieme al suocero il completamento non solo dei giardini, ma anche dell'edificio con gli affreschi che decorano tutta la villa. Insignito più volte della carica di Giureconsulto collegiato seguì in qualche viaggio a Roma il papa di quel periodo, Pio IV (Giovan Angelo Medici di Marignano) nato a Frascarolo (a qualche chilometro da Bisuschio). Letterato e artista ha l'occasione di visitare le famose ville cardinalizie vicino Roma come Villa Lante a Bagnaia e Palazzo Farnese a Caprarola, tipologia di villa-giardino molto in voga all'epoca e infatti riprodurrà a Bisuschio gli stessi elementi presenti in quei giardini come il parterre con siepi di bosso, la peschiera, la scalinata con ruscello che porta acqua ai giardini sottostanti e i portici affrescati con temi mitologici circondati da paesaggi naturali.
ML: Oltre all'impianto del giardino, quali sono le tracce ancora visibili dell'epoca rinascimentale?
JCM: Da documenti ritrovati negli archivi sappiamo che la prima peschiera è rinascimentale così come la fontana a candelabro realizzata da maestri scultori locali. L'altra traccia è la scalinata, originariamente senza la pagoda (o glorietta) in cima, senza le due statue ai lati e con un diverso vascone di raccolta; elementi questi aggiunti in seguito da Francesco (+1640), Carlo (+1690) e Francesco II (+1729) che completerà l'allargamento del giardino e metterà la nuova peschiera con la fontana.
ML: Nel passaggio da Casino di caccia a Villa di delizie anche l'intero edificio subì un notevole cambiamento: fu abbellito e completato con affreschi dei F.lli Campi di Cremona e della loro scuola. In particolare colpiscono gli affreschi del loggiato, interessante documento iconografico della vita che si svolgeva nel parco, nel bosco e nei poderi dei Mozzoni. Quale ritratto di vita famigliare ci tramandano?
JCM: Il ritratto di vita è quello di una famiglia in rapida ascesa sociale che ha la necessità di adeguarsi agli usi delle famiglie più potenti e che ama circondarsi di cose belle come le residenze di campagna contornate da giardini. Mi immagino una famiglia agiata dedita per tradizione alla caccia in montagna e che si diletta con la musica, la pittura, il teatro, la letteratura e aggiungerei anche con i fiori, le piante, i giardini ordinati e proporzionati. Gli affreschi del loggiato riproducono scene di caccia e sul soffitto dipinto si inerpicano i rami pieni di fiori e frutti di limone, cedro, arancio, melo, pero, pesco e albicocco. Anche in giardino ai lati della scalinata esisteva fino al 1700 un pergolato con piante esotiche, questo veniva protetto in inverno con lastre di rame e ciò ci dice molto della attenzione e della cura per i giardini.
Devo precisare che ultimamente abbiamo rivalutato il ruolo dei Campi nelle decorazioni ad affresco. Infatti nella tesi della Dott.ssa Marianna Cogni (del 2015) si ipotizzano influenze genovesi di pittori vicini a Perin Del Vaga e in particolare i pittori della famiglia Semino. La tesi evidenzia che la bottega attiva a Bisuschio nel 1560 faceva largo uso di modelli da illustrazioni a stampa, utilizzati per riprodurre esattamente alcune scene mitologiche degli affreschi. I libri maggiormante usati furono le “Trasformazioni” di Ludovico Dolce e “Emblemata” di Alessandro Alciato, oltre alle illustrazioni invece da Marcantonio Raimondi, Agostino Veneziano, Gian Giacomo Caraglio, ecc. Durante quest'anno faremo una mostra dedicata a questo tema. Vi invito tutti.
M.L.: Quando avete deciso di rendere visitabile la Villa e i giardini? Cosa vi ha spinto a prendere questa decisione?
JCM: Nel 1957, i miei nonni decisero di aprire al pubblico, i motivi furono tanti. Innanzitutto perchè era già abitudine far accedere turisti nel giardino. Negli archivi abbiamo trovato molti libri delle firme dove si capisce che già dal 1870 era abitudine far visitare il giardino a conoscenti e non. I nomi che si leggono sono di parenti, amici ma anche di personaggi illustri come Mary Logan Berenson (che comprerà Villa I Tatti a Firenze qualche anno dopo le due visite a Bisuschio), Georgina Masson, Edith Warton, (scrittrici di libri sui giardini) Maxfield Parrish (illustratore), Ralph Griswold architetto, ecc. Penso che fra gli altri motivi ci furono anche questioni pratiche. La villa ha stanze molto alte e impossibili da riscaldare, i letti a baldacchino, vecchi di 3 secoli non sono più funzionali e non ultimo il vincolo della Soprintendenza (dicharazione del 1912) che impediva di fatto di rendere la villa vivibile (non sono presenti l'impianto elettrico, quello di riscaldamento, o l'acqua corrente). Si suppose di poter ricavare un piccolo utile dalle visite, in una zona famosa per la presenza delle Isole Borromee e di Villa Carlotta e dei tanti splendidi giardini presenti sui laghi di Como, Varese, Maggiore, Orta e Lugano.
ML: Da quanto tempo Lei si occupa in prima persona della gestione Villa?
JCM: Dal 1990, 29 anni.
ML: Qual è il budget che ogni anno investite nel recupero e mantenimento della proprietà? E come reperite le risorse necessarie?
JCM: Domanda di riserva? Per reperire le tante risorse necessarie affittiamo le sale per ricevimenti, spot pubblicitari e per foto di moda, poi abbiamo circa 3000 visitatori, ricerchiamo bandi emessi dalle istituzioni per realizzare progetti di conservazione, la Fondazione ONLUS creata nel 2014 è di sostegno alla villa e aiuta per la sua conservazione e, infine, abbiamo un particolare accordo-scambio con il nostro giardiniere che provvede alle tante potature.
ML: Quale consiglio darebbe ad un giovane che vorrebbe o si trova a gestire un bene culturale di tale importanza?
JCM: Oggi alcune Università hanno come indirizzo la conservazione e la gestione dei beni culturali e in Italia esistono da tempo ottime scuole di florvivaismo. Quindi consiglio lo studio, un tirocinio all'estero e in Italia. Questi luoghi bellissimi sono molto impegnativi e sembra quasi che facciano di tutto per farsi odiare (tasse, costi, crolli, furti, responsabilità, oneri, restauri, riparazioni, ecc.) la cosa quindi più importante è l'amore incondizionato. La fatica viene ripagata dalla meraviglia quotidiana del giardino, dallo stupore ed entusiasmo dei turisti e degli studenti in visita, dalle magiche serate estive di musica, dall'organizzare mostre, dalla scoperta di novità emerse dagli archivi o dai lavori degli studenti per le loro tesi, dalla conoscenza di migliaia di persone che ogni anno ci visitano. Per esempio, fra poche ore arriveranno quattro volontari dal Regno Unito per aiutarmi in alcuni lavori in giardino, uno di loro è il Prof. Alan Mason che ha condotto trasmissioni sui giardini su Channel 4 negli anni 80/90, verrà insieme a un suo amico Professore presso l'Askham Brian College di York, lavoreranno insieme ai nostri giardinieri per preparare il giardino alla prossima stagione. Sarà un esperienza unica.
ML: Quale angolo del giardino preferisce e perché?
JCM: In assoluto il bosco da dove si vede il lago di Lugano, il panorama visto da li è incorniciato dalle fronde e nel bel mezzo, alla distanza di 5, 6 chilometri, si vede il lago di Lugano dal colore blu intenso, da quel punto del giardino sembra di essere sospesi in aria. Da bambino per me era il luogo più segreto e il più lontano da tutti. Lo so che fra tanti scorci meravigliosi di questo giardino ho scelto la zona meno architettonica ma come detto è una sensazione forte, forse amplificata dalla precedente visione del giardino ordinato.
ML: Quale giardino del network Grandi Giardini Italiani vorrebbe visitare e perché?
JCM: Mi piacerebbe visitare i giardini della Campania perché non li ho ancora visitati e in particolare il giardino di Lady Walton e la Reggia di Caserta, due giardini totalmente opposti. Vorrei però poterli visitare tutti.
ML: Per finire, vuole condividere con gli amici dei Grandi Giardini Italiani una memoria storica legata alla sua proprietà?
JCM: Di memorie storiche ce ne sono tante e quasi tutte legate a conflitti ne accenno 2.
1) Durante la seconda guerra mondiale, la nonna affitta al Sig. Federico Seneca il piano terra e alcune stanze al secondo piano della villa. La ditta del Sig. Seneca è sfollata da Milano e continua la sua produzione a Bisuschio con i propri operai che alloggiano nel paese. Due giovani operai sono ebrei, qualcuno del paese lo scopre e manda una lettera anonima di denuncia alla polizia tedesca. Dopo pochi giorni arriva un gruppo composto da otto soldati che senza dichiarare il motivo della loro ispezione entra in villa, apre tutte le porte e addirittura battendo le nocche sui muri cerca di scoprire un qualche nascondiglio e non avendo trovato nulla prima di andare via mostrano la lettera che accusava il Sig. Seneca di proteggere i due giovani. Alla domanda se ciò fosse vero egli nega tutto con una grande risata, i soldati convinti se ne vanno. Il figlio Bernardino nei suoi ricordi racconta di aver visto il giorno dopo i due ragazzi salutare suo padre e con lo zaino in spalla partire per Viggiù (vicino al confine con la Svizzera) per espatriare e fuggire.
Anni fa sul fondo di un cassetto ho trovato una scritta a penna datata 1943 e firmata da Bernardino Seneca all'epoca tredicienne prima di trasferirsi ad Arcisate.
2) Altra scritta, altro conflitto. Si tratta di Austriaci che si firmano sull'anta interna di una finestra, questa volta è un gruppo di almeno 15 soldati del KK Infanterie regiment n° 33 comandati dal Conte Franz Gyulay che nel 1857-8 stazionarono nella villa.
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Villa Cicogna Mozzoni - Viale Cicogna, 8 - 21050 Bisuschio (VA)
Tel. +39 0332 471134 - www.grandigiardini.it
La gloria del giardinaggio: mani nella terra, testa al sole, cuore con la natura. Coltivare un giardino non riguarda solo il corpo, ma l'anima.- Alfred Austin - |