
25 Luglio 2024
Villa Ottolenghi Wedekind: un museo tra i vigneti
Testo di Giusi Galimberti
Tra statue, opere d'arte e i dolci filari d'uva dell'Alto Monferrato, Villa Ottolenghi Wedekind è una dimora che risale agli anni Venti del secolo scorso. A costruirla, sull'altura di Monterosso, ad Acqui Terme (Alessandria), furono il conte Arturo Ottolenghi e la moglie Herta von Wedekind zu Horst, pittrice e scultrice riconosciuta tra le avanguardie del Novecento e le cui opere furono tra l'altro esposte all'Expo di Parigi del 1925.
La Villa con il Giardino Formale, il Pozzo, il Cisternone e l'imponente Tempio mausoleo di Herta è di fatto un museo a cielo aperto, eccezionale esempio di arte sinottica del Ventennio, cui contribuirono tra gli altri l'architetto razionalista Marcello Piacentini e artisti del calibro di Arturo Martini e Fortunato Depero.
Disegnato sulle morbide colline, il giardino fu costruito nel 1955 e progettato da Pietro Porcinai. Il noto paesaggista toscano è riuscito a far dialogare tra loro un sistema di spazi che prima era frammentato, secondo il suo stile unico, capace di reinterpretare in chiave moderna le geometrie dei giardini del Cinquecento italiano.
Tra siepi di bosso e rose, in questi spazi si possono ammirare sculture come il Tobiolo di Martini, al centro della fontana sul prato, e di Herta La bagnante che troneggia nel patio degli Studi degli artisti e il Tritone che sovrasta il Cisternone di raccolta delle acque piovane. Originale il pavimento del cortile: un mosaico di ciottoli disegnato dal Porcinai, con raffigurazioni di frutta e uva, a ricordare la vocazione vitivinicola del borgo, che offre al visitatore un'ottima cantina con degustazioni.
Gli Ottolenghi vendettero la villa e molte opere d'arte nel 1985. Nel 2006 Vittorio Invernizzi ha rilevato la proprietà avviando il restauro del giardino, che versava purtroppo, come tutto il complesso, in stato di degrado. Tornato al suo splendore, è oggi visitabile su prenotazione.
Tra statue, opere d'arte e i dolci filari d'uva dell'Alto Monferrato, Villa Ottolenghi Wedekind è una dimora che risale agli anni Venti del secolo scorso. A costruirla, sull'altura di Monterosso, ad Acqui Terme (Alessandria), furono il conte Arturo Ottolenghi e la moglie Herta von Wedekind zu Horst, pittrice e scultrice riconosciuta tra le avanguardie del Novecento e le cui opere furono tra l'altro esposte all'Expo di Parigi del 1925.
La Villa con il Giardino Formale, il Pozzo, il Cisternone e l'imponente Tempio mausoleo di Herta è di fatto un museo a cielo aperto, eccezionale esempio di arte sinottica del Ventennio, cui contribuirono tra gli altri l'architetto razionalista Marcello Piacentini e artisti del calibro di Arturo Martini e Fortunato Depero.
Disegnato sulle morbide colline, il giardino fu costruito nel 1955 e progettato da Pietro Porcinai. Il noto paesaggista toscano è riuscito a far dialogare tra loro un sistema di spazi che prima era frammentato, secondo il suo stile unico, capace di reinterpretare in chiave moderna le geometrie dei giardini del Cinquecento italiano.
Tra siepi di bosso e rose, in questi spazi si possono ammirare sculture come il Tobiolo di Martini, al centro della fontana sul prato, e di Herta La bagnante che troneggia nel patio degli Studi degli artisti e il Tritone che sovrasta il Cisternone di raccolta delle acque piovane. Originale il pavimento del cortile: un mosaico di ciottoli disegnato dal Porcinai, con raffigurazioni di frutta e uva, a ricordare la vocazione vitivinicola del borgo, che offre al visitatore un'ottima cantina con degustazioni.
Gli Ottolenghi vendettero la villa e molte opere d'arte nel 1985. Nel 2006 Vittorio Invernizzi ha rilevato la proprietà avviando il restauro del giardino, che versava purtroppo, come tutto il complesso, in stato di degrado. Tornato al suo splendore, è oggi visitabile su prenotazione.
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Il giardinaggio non è un atto razionale- Margaret Atwood - |
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