Grandi Giardini Italiani Srl

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Italy

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30 Maggio 2024

Ville di Delizia

Credi a chi ha fatto esperienza: troverai qualcosa di più nelle foreste che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno ciò che non potrai apprendere dai maestri”.
- Bernardo di Chiaravalle -

Un architetto e storico dei giardini, Francesco Fariello, scriveva: «I giardini rappresentano un legame che l'uomo crea per conciliarsi con il mondo esterno e tale loro funzione è così spontanea e profondamente radicata che, si può dire, non esista civiltà che non abbia espresso questa fondamentale aspirazione».
Il giardino (e l'orto che era concettualmente affine per tutto il Medioevo) come locus amoenus (luogo che rallegra la vista e l'animo) è un motivo ricorrente nella letteratura e nelle varie culture, avendo all'origine, un significato religioso che riporta al Paradiso o al ''bosco sacro'' dei pagani.

Nel corso della storia nel mondo occidentale due sono le linee principali della strutturazione degli spazi esterni : l'hortus conclusus il cui massimo esempio è il giardino dei semplici e l'hortus deliciarum, il giardino della cultura cortese e trobadorica.
Esempio suggestivo del primo genere sono i chiostri dei monasteri medievali, che possiedono una dimensione fortemente simbolica, perché sono strutturati per avere al centro una fonte, simbolo di Cristo, o un albero (l'albero della vita) da cui si dipartono quattro percorsi disposti in maniera cruciforme, a memoria dei quattro fiumi descritti nella Genesi. Sono giardini delimitati da un muro di cinta, che racchiudono uno spazio gelosamente chiuso e murato, l'hortus conclusus, il giardino perfetto, dove la natura ritrova l'originaria bellezza della creazione. ‘Il chiostro diventa così immagine del paradiso terrestre e figura di quel paradiso eterno del quale la vita monastica doveva essere anticipazione'.
L'hortus deliciarum è il luogo degli otia, della lettura silenziosa, delle conversazioni d'amore, ma anche uno spazio di scambi e di relazioni. Diversamente dall'hortus conclusus , è uno spazio “aperto”, pensato come parte integrante ed estensione della ''Villa'', un luogo privato che si apre, abbracciando il paesaggio circostante, spesso con una visione di grande impatto estetico. La concezione del giardino rinascimentale deve trovare il giusto equilibrio fra rigore razionale e fantasia creativa, tra natura e cultura. Le caratteristiche che accomunano questi giardini sono la geometria dei tracciati e delle aiuole, il grande uso di sempreverdi, le siepi potate in forme regolari, le stupende architetture e la presenza costante, e a volte massiccia, di statue e fontane. Contestualmente l'agricoltura e la floricultura fanno rapidi progressi: fiori e piante fino allora sconosciuti vengono importati dai paesi asiatici e dal nuovo mondo. Tale evoluzione si accompagna a una selezione delle piante, cercando le più rare, e dalla suddivisione del giardino: al verziere con alberi da frutto, arbusti e piante ornamentali, all'orto per le verdure e i legumi e al giardino dei semplici con le erbe medicinali, si unisce il giardino dei fiori e dei profumi con esclusiva funzione ornamentale.

Con la famiglia Medici, che riuscì a creare intorno a Firenze giardini fantasiosi e in stretta simbiosi con l'architettura, veri e propri capolavori, l'hortus deliciarum diventa un luogo di piacere e di svago, uno spazio destinato ai giochi, alle feste e agli spettacoli, per deliziare gli invitati, spesso ospiti di grande prestigio. Nel secolo del barocco i giardini vengono realizzati più con l'intento di stupire e meravigliare che non per essere vissuti in meditazione e religioso silenzio, l'imponente concentrazione di fontane, statue, grotte, ninfei, giochi d'acqua e voliere con uccelli caratterizza la nascita ''di quel nuovo pubblico eterogeneo di borghesi e principi, botanici o semplici floricoltori, che si affacciava sulla scena particolare del collezionismo di rare essenze vegetali, un pubblico che dei fiori amava leggere, sapere e capire, per poi provare a ricreare, nello spazio di un giardino segreto, la felicità perduta del Paradiso'' (Cristiana Serafini, Arte, scienza e diletto nella Roma di Urbano VIII: il trattato De Florum Cultura di Giovanni Battista Ferrari S.I. (1583-1655). Una fonte per il giardino italiano. Tesi di laurea. Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Lettere e Filosofia Istituto di Storia dell'Arte Anno Accademico 2003-2004).
L'acqua, con soluzioni geniali e creative, diviene l'indiscussa protagonista di questi luoghi; le fontane e le vasche con i pesci creano stupore e piacere per fuggire dalla calura estiva e anche per la convivialità, simbolo di un nuovo stile di vita.
A partire dal Rinascimento e poi ancora di più in epoca barocca, accanto ai giochi d'acqua, i giardini sono arricchiti con opere d'arte di vario genere, in particolare con sculture antiche, a volte con veri e propri teatri all'aperto, i cosiddetti  teatri di verzura. Essi venivano chiamati teatri verdi o di verzura perché le quinte, la scenografia e altri elementi erano integralmente vegetali, mentre il palcoscenico consisteva di solito in un praticello rialzato.
Per la creazione delle quinte si usavano spesso siepi di bosso sagomate; il palcoscenico era poi decorato spesso da statue che magari alludevano ai temi della commedia e della tragedia oppure alla commedia dell'arte.
Si afferma così quel modo di intendere i giardini che caratterizzerà i grandi progetti di parchi reali, dei quali la Reggia di Caserta e la Villa Reale di Monza esprimono i più compiuti modelli.


Testo di Maria Cristina Misiti

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Il bello di essere architetto è che puoi camminare nei tuoi sogni

- Harold Wagoner -

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