
29 Febbraio 2024
Tutti pazzi per le orchidee
Tutti pazzi per le orchidee: da sempre uno dei fiori più amati e preziosi, da donare a chi si ama o da coltivare con impegno e passione.
C'è stato un momento però, in Europa e in particolare nell'Inghilterra vittoriana, in cui la passione per le orchidee si trasformò tra gli aristocratici in un'autentica mania, quella che gli inglesi definirono appunto la orchidomania o orchidelirium: una folle caccia alle specie più esotiche e rare. Per possederle ed esibirle nella propria collezione, i nobili erano disposti a pagare cifre da capogiro. Una passione persino più smodata di quella per i tulipani, che in Olanda aveva provocato, meno di due secoli prima, una bolla economica sui mercati.
Si dice che l'ossessione per queste piante, la seconda famiglia di spermatofite al mondo per vastità di specie dopo le Asteracaee (la famiglia delle margherite), iniziò quando nel 1731 fiorì per la prima volta in Europa un'orchidea tropicale: una Bletia verecunda che si trovava nel prestigioso giardino dell'ammiraglio Charles Wagner.
Da quel momento e fino ai primi decenni del Novecento, ricchi e aristocratici d'Inghilterra e di tutta Europa fecero a gara per portare nelle loro costosissime serre le orchidee più curiose, strane e affascinanti. Quando un'orchidea particolare fioriva, se ne parlava nelle cronache e nei salotti. Spedizioni di ricerca partivano verso angoli sperduti del mondo, dall'Asia all'Africa, fino al Centro e Sud America. Botanici ma anche avventurieri e “cacciatori” di orchidee al soldo dei nobili, persero la vita durante quelle esplorazioni, nella speranza di trovare orchidee esclusive da esibire o da far pagare a caro prezzo. In agguato per loro, malattie tropicali, ragni e serpenti velenosi, animali feroci o anche le tribù indigene, spesso cannibali. Di alcuni si persero le tracce per sempre.
William George Spencer Cavendish, sesto duca del Devonshire, folgorato in una mostra londinese da un esemplare di Oncidium papilio (oggi questa orchidea è catalogata come Psychopsis papilio), fiore simile a una grande farfalla, spedì in India a sue spese un famoso cacciatore di orchidee, John Gibson, che risalendo il fiume Brahmaputra e i suoi affluenti trovò un centinaio di specie, destinate all'enorme serra che il duca aveva fatto costruire nella sua dimora di Chatsworth dall'abile capo giardiniere Joseph Paxton. Quel paradiso tropicale tra le nebbie della campagna inglese suscitò ammirazione anche da parte della regina Vittoria e del principe Alberto, che vi si recarono in visita nel 1843. La serra fu illuminata in quell'occasione da 12.000 lampade.
© Giusy Galimberti
C'è stato un momento però, in Europa e in particolare nell'Inghilterra vittoriana, in cui la passione per le orchidee si trasformò tra gli aristocratici in un'autentica mania, quella che gli inglesi definirono appunto la orchidomania o orchidelirium: una folle caccia alle specie più esotiche e rare. Per possederle ed esibirle nella propria collezione, i nobili erano disposti a pagare cifre da capogiro. Una passione persino più smodata di quella per i tulipani, che in Olanda aveva provocato, meno di due secoli prima, una bolla economica sui mercati.
Si dice che l'ossessione per queste piante, la seconda famiglia di spermatofite al mondo per vastità di specie dopo le Asteracaee (la famiglia delle margherite), iniziò quando nel 1731 fiorì per la prima volta in Europa un'orchidea tropicale: una Bletia verecunda che si trovava nel prestigioso giardino dell'ammiraglio Charles Wagner.
Da quel momento e fino ai primi decenni del Novecento, ricchi e aristocratici d'Inghilterra e di tutta Europa fecero a gara per portare nelle loro costosissime serre le orchidee più curiose, strane e affascinanti. Quando un'orchidea particolare fioriva, se ne parlava nelle cronache e nei salotti. Spedizioni di ricerca partivano verso angoli sperduti del mondo, dall'Asia all'Africa, fino al Centro e Sud America. Botanici ma anche avventurieri e “cacciatori” di orchidee al soldo dei nobili, persero la vita durante quelle esplorazioni, nella speranza di trovare orchidee esclusive da esibire o da far pagare a caro prezzo. In agguato per loro, malattie tropicali, ragni e serpenti velenosi, animali feroci o anche le tribù indigene, spesso cannibali. Di alcuni si persero le tracce per sempre.
William George Spencer Cavendish, sesto duca del Devonshire, folgorato in una mostra londinese da un esemplare di Oncidium papilio (oggi questa orchidea è catalogata come Psychopsis papilio), fiore simile a una grande farfalla, spedì in India a sue spese un famoso cacciatore di orchidee, John Gibson, che risalendo il fiume Brahmaputra e i suoi affluenti trovò un centinaio di specie, destinate all'enorme serra che il duca aveva fatto costruire nella sua dimora di Chatsworth dall'abile capo giardiniere Joseph Paxton. Quel paradiso tropicale tra le nebbie della campagna inglese suscitò ammirazione anche da parte della regina Vittoria e del principe Alberto, che vi si recarono in visita nel 1843. La serra fu illuminata in quell'occasione da 12.000 lampade.
© Giusy Galimberti
![]() |
Per chi serba il cuore di un'orchidea, le paludi sono rosa a giugno.- Emily Dickinson - |
![]() |