Presentazione
Dieci lunghi anni di dedizione operosa e di lavoro creativo, in costante dialogo con la natura e il sogno, hanno permesso al conte Donato Sanminiatelli, a sua moglie Maria Odescalchi e al grande paesaggista Russell Page di dare vita a un sogno e di renderne partecipi gli estimatori del mondo dei giardini.
Era la primavera del 1964 quando Page mise piede per la prima a San Liberato. Ebbe a dire: “Non conosco luogo che emani magia come questo” e accettò, con umiltà ed entusiasmo, l'incarico di rendere ancora più magico un piccolo grande paradiso. È un vero e proprio parco botanico che racchiude specie del mondo intero in una condivisione dello spazio tanto speciale quanto spettacolare.
Aceri canadesi, ciliegi giapponesi, liquidambar e parrotie persiche convivono con canfore, liriodendri, nysse che d'autunno sembrano prendere fuoco. Una parte del giardino è dedicata alle piante acidofile; vi si possono ammirare camelie in collezione, rododendri, profumate Choysia ternata e bambù neri.
San Liberato è anche e innanzitutto una chiesa romanica di struggente bellezza, racchiusa in un bosco di castagni secolari che sfuma nel parco. San Liberato è anche un roseto o, meglio, una galleria infinita di rose in mille tonalità, interrotta e ripresa da una piccola fontana in pietra, culla e giaciglio di ninfee e di rane.
A rendere sublimi la chiesa e il campanile del Mille, sui quali vigilano un fico e un cipresso pluricentenari, è la vista a volo d'uccello sulle acque oggi opaline del lago vulcanico di Bracciano e sul profilo conico di Rocca Romana. Questo regno di minuzie e vastità, di luci e ombre, questo crescendo di fiori e piante, conducono il visitatore in un universo segreto in cui ogni ansia svanisce.