Storia
Le prime notizie relative a un giardino attorno alla Rocca di Colorno risalgono alla seconda metà del Quattrocento sotto la dinastia dei Sanseverino. Con l'avvento di Ranuccio Farnese e sua moglie Margherita Jolanda di Savoia furono realizzate le mura di cinta e i riporti di terra vicino alla Reggia, che creano il dislivello tra giardino alto e basso.
Sempre sotto i Farnese, con l'architetto di corte Ferdinando Galli Bibiena, iniziò la trasformazione da giardino all'italiana a giardino alla francese. Con l'estinzione della dinastia il giardino attraversò un periodo di decadenza e solo con l'arrivo di Filippo di Borbone i lavori ripresero, grazie all'opera di Petitot. Infine con Maria Luigia d'Austria nel 1816 avviene un'ulteriore trasformazione, questa volta da giardino a parco all'inglese, innestando molte piante rare, tra cui la Zelcova Carpinifoglia tuttora esistente. Il restauro, realizzato dalla Provincia di Parma ed inaugurato nel 2000, ha ripristinato l'originario parterre della prima metà del Settecento. L'intervento si è sviluppato su 24.000 m2: due gallerie verdi laterali di Carpinus betulus, lunghe 120 m, delimitano il parterre con un camminamento finestrato. All'interno dello spazio centrale troneggiano quattro grandi aiuole geometriche in bosso. Al centro una fontana circolare ha come contrappunto due fontane nella parte alta.
Nel giardino sono collocati 50 vasi in terracotta contenenti piante di limoni ed aranci, con stemmi dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia d'Austria. Il parterre è recintato da siepi di Tilia cordata che nell'ellisse finale si collegano a una siepe di Taxus baccata. Fuori dal parterre e in asse con il disegno complessivo si trova l'ottocentesco laghetto con l'isola dell'amore che conduce al parco all'inglese, oggi percorribile per una gradevole passeggiata tra alberi secolari in un'atmosfera carica di storia e suggestioni romantiche.