Cenni storici
Il Giardino Jacquard venne realizzato a partire dal 1859 nella fase di rinnovamento e crescita aziendale promossa da Alessandro Rossi, con l'obiettivo di offrire un luogo di svago e cultura ai lavoratori e cittadini. Lo stretto legame tra il luogo di lavoro e quello di diletto è rappresentato dal fatto che i due ingressi si trovano esattamente in asse.
Il giardino è intitolato al perfezionatore e brevettatore del telaio per tessitura che permette di realizzare disegni complessi sui tessuti: il francese Jean Marie Jacquard.
Questo spazio verde che presenta naturalmente un dolce pendio verso il colle, prima di essere trasformato in un giardino romantico, nel lasso di tempo che va dal 1864 al 1879 circa, ospitava strutture funzionali alla produzione tessile, come asciugatoi e stenditoi per i panni lana e l'antico edificio adibito a tessitura, ovvero l'originario lanificio di Nicolò Tron.
Il Giardino Jacquard è opera dell'architetto Antonio Caregaro Negrin il quale ha seppe abilmente inserire nuovi elementi a quanto già esistente nel contesto: le due case d'angolo rivolte verso l'attuale Via Pasubio, la torretta ottagonale con tetto a pagoda e la cinquecentesca chiesetta di San Rocco. La torretta chiudeva un tempo la tessitura ed era destinata a contenere i “pisciatoj” in base all'usanza di utilizzare l'urina nel processo di lavorazione della lana per la sua forte percentuale di ammoniaca. Fu trasformata poi in torre colombara seguendo i canoni tradizionali della villa rurale veneta.
Altro elemento significativo del giardino è la sinuosa serra ad esedra che limita la parte pianeggiante e fa da sipario alla parte posteriore. Essa ospitava nei mesi più freddi orchidee ed altre piante curate dal giardiniere dell'orto botanico di Padova.
Nella parte retrostante si apre il misterioso ninfeo realizzato con materiali differenti quali la pietra viva, il mattone, la ghiaia di torrente, il ferro per creare un sistema di grotte artificiali, monofore, bifore, archi rampanti, alcuni sinuosi percorsi, rustiche gradinate e il belvedere. Il Giardino Jacquard con il suo peculiare eclettismo stilistico e la ricchezza di essenze arboree anche esotiche, è un interessante espressione della cultura veneta, ma anche europea di fine Ottocento. L'edificio che limita la parte destra del giardino, un tempo abitazione per il custode, stalla, magazzino, fungeva inizialmente anche da supporto all'attività produttiva del Lanificio Rossi. Dopo il 1860 l'edificio fu trasformato in un dopolavoro con scuola serale, sala prove per la banda, biblioteca. Nel 1869, secondo la volontà del committente e con fini educativi, il piano superiore dello stabile fu trasformato in Teatro cittadino capace di ospitare 800 persone.
Il Complesso Giardino Jacquard nel suo insieme costituisce un prezioso esempio di giardino tardo romantico, dove il progettista ha saputo esprimere la sua cultura eclettica armonizzandola con la volontà del committente Alessandro Rossi rappresentato nel monumento in bronzo, opera di Achille Alberti, che accoglie i visitatori proprio appena varcato l'ingresso del Giardino.