Cenni storici
Nel 1855 Ruggero Bonghi, filologo e politico napoletano amico di Manzoni e Rosmini, acquistò alcuni terreni a sud dell'abitato di Stresa per costruirvi una casa di villeggiatura con un giardino. Nasceva così il nucleo centrale di quello che oggi è il parco Pallavicino. La proprietà fu poi venduta al duca di Villambrosa che ampliò l'edificio e mise a dimora gruppi di alberi al tempo pressoché sconosciuti in Italia, quali Lyriodendron tulypifera e sequoie, nel parco.
Nel giugno 1862 la proprietà passò a Stefano Lodovico Pallavicino, che ha arricchito il parco con serre e numerosi viali carrozzabili e abbellito la villa all'interno e all'esterno con decorazioni conferendole l'attuale aspetto imponente. Nel 1878, alla sua morte, la Villa e il Parco avevano assunto già la fisionomia attuale.
Il Parco, che si trova in uno degli scenari più grandiosi del Lago Maggiore, si estende per circa 18 ettari. La vegetazione è formata principalmente da castagni secolari, liriodendri, faggi rossi, aceri in molte varietà, larici, querce, platani, magnolie e maestose sequoie. Un superbo cedro del Libano compete per grandiosità con la facciata della Villa.
All'interno del parco è presente una Fattoria con docili caprette tibetane, caprette saltasasso, pecore, lama e daini che vivono liberi, cercando il contatto con i piccoli visitatori.
Da luglio 2017 il Parco Pallavicino è entrato a far parte del circuito Terre Borromeo insieme a Isola Bella, Isola Madre, Rocca di Angera e Parco del Mottarone. Nel 2021 la Villa e il Parco Pallavicino sono divenute proprietà della Famiglia Borromeo.