1963: l’arrivo di Pietro Porcinai e l’ampliamento del Parco di Pinocchio.
La storia e l'importanza delle opere di Porcinai e degli altri artisti che hanno lavorato alla realizzazione del Parco Monumentale di Pinocchio è sintetizzata dall'architetto Carlo Anzilotti nella sua relazione tecnica e paesaggistica di descrizione dell'intervento di recupero del Labirinto di Pietro Porcinai: “Il Parco di Pinocchio è un vero e proprio museo all'aperto immerso nel verde di circa due ettari di macchia mediterranea dedicato al burattino più famoso del mondo. Realizzato principalmente tra il 1956 e il 1987, nato come parco tematico per l'educazione dell'infanzia, non è il consueto parco di divertimenti, ma piuttosto un luogo in cui si ha la sensazione di ripercorrere una fiaba vivente all'interno di un percorso scandito dal connubio tra arte e natura. Nel 1951, settantesimo anniversario della pubblicazione della prima puntata della fiaba di Pinocchio, l'amministrazione comunale di Pescia decise di realizzare il parco. Per le opere di scultura e per il progetto del Parco fu indetto un concorso nazionale al quale parteciparono ottantaquattro scultori. La vittoria andò ex aequo a Emilio Greco per la scultura Pinocchio e la Fata e a Venturino Venturi per la Piazzetta dei Mosaici, mentre il progetto fu affidato agli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi. Fu così che nel 1956 fu inaugurato il Villaggio di Pinocchio. Con il passare degli anni il Parco si è arricchito di nuove realizzazioni. Nel 1963 fu inaugurata l'Osteria del Gambero Rosso, opera dell'architetto Giovanni Michelucci. Nel 1972 fu realizzato il Paese dei Balocchi, progettato da Pietro Porcinai e Marco Zanuso, completato da ventuno sculture in bronzo di Pietro Consagra, che rappresentano i personaggi, le situazioni e gli ambienti della fiaba. Il labirinto fa parte integrante del progetto di Pietro Porcinai. Nel 1986 fu aggiunto il Laboratorio delle Parole e delle Figure (…). Il Parco di Pinocchio è uno degli elementi più rappresentativi e significativi dell'operato di Pietro Porcinai (Fiesole, 20 dicembre 1910 – Firenze, 9 giugno 1986) il quale è stato un architetto italiano tra i più importanti del Novecento. Ha progettato sistemazioni paesaggistiche nelle scale più diverse: dal giardino al parco urbano, dall'area industriale al villaggio turistico, dall'autostrada all'area agricola. Tra i suoi oltre 1.100 progetti, realizzati in vari paesi del mondo, vi sono anche giardini paesaggio, cioè giardini nei quali l'uomo sembra non aver fatto nulla. Per il Parco di Pinocchio, Porcinai viene interpellato dall'architetto Marco Zanuso per la progettazione e la scelta delle piantagioni; accettato l'incarico negli anni 1963-72 progetterà e realizzerà il parco culturale definendo non solo il programma degli interventi fondamentali relativi alla sistemazione paesaggistica di questo area, ma, durante le numerose riunioni e sopralluoghi proporrà soluzioni e darà suggerimenti anche per quanto riguarda gli aspetti architettonici e decorativi. La scelta della vegetazione è accurata e basata non solo sull'adattabilità delle piante ai vari ambienti, la loro funzionalità e facilità ed economicità di manutenzione, ma anche sulla relazione simbolica con gli elementi architettonici-scultorei che rappresentano i vari episodi della storia del burattino di legno ideato da Carlo Collodi nel “Paese dei Balocchi”. Così le fitte siepi di sempreverdi di Quercus ilex, Laurus nobilis e Pittosporum tobira sono scelte per sottolineare la staticità degli episodi, mentre le piante caducifoglie e le piantagioni annuali in prossimità delle sculture accentuano il movimento degli episodi. Le fioriture sono state scelte ricercando effetti cromatici suggestivi con i personaggi della favola e con gli elementi architettonici. Le soluzioni progettuali ricercate si armonizzano inoltre col magnifico paesaggio circostante in particolare col giardino settecentesco di Villa Garzoni ed il paese antico di Collodi; ed alcuni particolari del paesaggio circostante diventano volutamente funzionali per la comprensione del messaggio intrinseco coi singoli episodi della storia”.