Come arrivare
In auto
Da Nord: Autostrada del Sole A1 uscita Orte – superstrada per Viterbo uscita Viterbo Sud – Via Cassia Direzione Roma, raggiungere Manziana e proseguire in direzione di Canale Monterano – Tolfa, al km 31 svoltare a sinistra seguendo le indicazione per Stigliano.
Da Sud: Roma Cassia bis SS2 direzione Viterbo, uscita per Cesano, proseguire per la via Braccianese, superare Bracciano e Manziana e proseguire in direzione di canale Monterano – Tolfa, al km. 31 svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Stigliano.
Dall'Autostrada Roma – Civitavecchia: uscita Cerveteri, proseguire per Bracciano e Manziana e proseguire in direzione di canale Monterano – Tolfa, al km. 31 svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Stigliano.
Cenni storici
Sono le acque le regine di Stigliano: le nove diverse sorgenti e i due
fiumi che lo attraversano ne fanno un luogo irripetibile. Termali e curative, queste acque possono vantare una storia millenaria.
Dopo gli Etruschi, i primi affascinati dall'incanto del luogo furono i
Romani, che elessero Stigliano a residenza termale. Alcune testimonianze
delle Termae Stygianae si possono ancora ammirare nel parco, come le rovine delle terme romane, ampliate dall'imperatore Tiberio, e la strada consolare. Già nel Settecento il principe Altieri restituì alle aquae stygianae il loro antico ruolo d'eccellenza. Riaprendo le terme al pubblico ed edificando in prossimità delle sorgenti un albergo e una chiesetta, diede vita a un piccolo borgo. E oggi, dopo un secolo di abbandono, le Terme imperiali, l'albergo, il borgo settecentesco e il parco hanno riacquistato il loro antico splendore e rappresentano un punto di incontro tra bellezza naturale e costruita.
La presenza delle acque termali che scorrono in profondità ha reso
la flora di Stigliano straordinariamente esuberante. L'eccezionale
microclima arricchisce la flora tipica del Lazio di specie endemiche,
esclusive del parco, che esibiscono fioriture diverse in ogni stagione.
Il parco di venti ettari, completamente restaurato dalla marchesa
Umberta Patrizi Montoro, si snoda lungo un itinerario magico tracciato
dai percorsi dell'onnipresente acqua. Aceri, querce centenarie, lecci, roveri, noccioli, tamerici e bambù giganti si associano alla predominante distesa di pini romani in geometria onirica. Nel sofisticato gioco di profumi e colori di questo spazio anche la fauna del parco presenta una straordinaria diversificazione: aironi, falchi, civette, istrici, tassi, volpi, donnole e faine ne sono ospiti assidui.