Il secondo Patto di collaborazione
Con il nuovo Patto di collaborazione, al quale hanno aderito un maggior numero di partecipanti e anche i cittadini del quartiere, si formalizza per un altro anno l'impegno di tutti i soggetti a promuovere un modello di gestione che identifica specifiche azioni da realizzare nel parco, al fine di mettere in atto attività di cura e gestione partecipata del bene comune urbano e favorire l'appropriazione da parte della comunità, allargando l'attenzione anche ad altre aree verdi del quartiere.
L'impegno è orientato ad aumentare la coesione e garantire la piena inclusione di tutti gli abitanti di Sant'Andrea, con particolare attenzione ai soggetti più fragili, attraverso attività di promozione culturale e sociale. Altro importante obiettivo, a partire dai giovanissimi, sarà educare alla cittadinanza democratica, alla solidarietà sociale e alla cura attiva dell'ambiente urbano attraverso attività didattiche formali e percorsi educativi.
Un'attenzione particolare sarà dedicata anche a potenziare i livelli di cura del verde attraverso il contributo di risorse specializzate e il coinvolgimento dei residenti, a partire dai giovani.
In generale tutti i sottoscrittori si impegnano a confermare la propria adesione ai principi di sussidiarietà e sostenibilità, efficienza ed economicità, trasparenza e sicurezza, reciproca responsabilità, tolleranza e partecipazione inclusiva, nell'interesse di tutte le fasce di residenti: bambini, giovani, anziani e famiglie.
“E' un progetto ambizioso, partito dall'idea e dalla volontà di migliorare le condizioni di vita dei cittadini e di restituire il giusto decoro ad aree degradate e abbandonate da tempo. Riqualificazione ma anche rigenerazione di spazi urbani, in un percorso che il Comune ha voluto sperimentare e per il quale ha potuto e continua a poter contare sull'appoggio della Fondazione De Agostini e sulla stretta collaborazione con le associazioni e gruppi della zona. Con questo progetto, di cui oggi rinnoviamo il Patto, abbiamo restituito alla città e in particolare ad un quartiere particolarmente problematico dal punto di vista sociale, un'area verde gestita grazie al coinvolgimento dei cittadini ed associazioni del quartiere stesso. Una forte collaborazione che oggi rinnoviamo, più convintamente che mai, per proseguire in un processo di innovazione estendibile anche ad altre aree della città di Novara”, ha dichiarato Alessandro Canelli, Sindaco di Novara.
“Un obiettivo importante che questo progetto ha assunto fin dall'inizio è stato quello di realizzare un innovativo modello di gestione degli spazi verdi urbani. Ci eravamo proposti di sperimentare, in un'area verde degradata, un processo virtuoso capace di generare un effetto immediato in termini di benefici per gli abitanti, innescando attività orientate alla animazione e alla cura del giardino come bene comune. Abbiamo dimostrato che la rigenerazione si può conseguire tanto nello spazio fisico quanto nelle relazioni nuove e solidali tra i soggetti che lo abitano. Ringrazio il Comune di Novara, le associazioni e gli enti firmatari del nuovo Patto per la rinnovata fiducia e sono lieta di affidare loro il futuro del Giardino Marco Adolfo Boroli”, ha commentato Chiara Boroli, Presidente Fondazione De Agostini.
L'esperienza del Giardino Marco Adolfo Boroli è raccontata nel volume “Progettare Beni Comuni. Da vuoti urbani a luoghi della comunità” (Pacini Editore, 2020), scritto da Paolo Cottino e Alice Franchina di KCity. Il libro illustra le diverse fasi del percorso di lavoro per l'attivazione di un nuovo spazio a disposizione della comunità e da questa stessa gestito a vantaggio del quartiere e della città.